Era il mese di Gennaio quando ricevetti il messaggio di “un’amica virtuale” la quale mi invitava, in qualità di ospite d’onore, a presenziare al Festival delle Arti, nell’Oltrepò Pavese di cui lei era l’organizzatrice.
Il suo nome è Roberta Mezzadra, donna colta e intelligente, amante della mia terra di cui, tra l’altro, mi parlò con grande trasporto emotivo.
C’erano già tutte le premesse affinché si stabilisse tra di noi una collaborazione e non solo. Perché la nostra amicizia, nata sotto riflettori virtuali, è cresciuta nel tempo, consolidandosi in un bellissimo sodalizio amicale.
Ricordo che la prima cosa che feci dopo aver parlato con lei, fu quella di curiosare sulla sua bacheca e sulle pagine da lei gestite.
Fu così che conobbi il grande estro creativo del suo compagno di vita, il pittore Pietro Maga.
È proprio il caso di affermare che accanto ad una donna speciale c’è un grande uomo.
Il maestro Pietro Maga è nato a Broni (PV). Ha conseguito il diploma di laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano.
Dal 2007, insieme alla moglie, guida l’Associazione Artistico Culturale “La Tavolozza Oltrepò“. Le sue creazioni pittoriche sono presenti in collezioni private in Italia, in Europa e in Ecuador. Diversi riconoscimenti e premi sono stati conferiti all’artista nel corso della sua carriera artistica.
Con lui ho scambiato qlcune domande.
Maestro Maga, innanzitutto la ringrazio di aver accettato l’intervista di Screpmagazine. Entriamo subito nel vivo della nostra chiacchierata.
Maestro Maga, lei viene da una solida formazione all’ Accademia di Belle Arti di Brera (Milano). Cos’ha trasferito ad oggi di quegli anni da allievo?
Innanzitutto l’impegno verso lo studio approfondito della materia artistica stessa, quindi disegno, colore e campitura sulla tela. Poi ho avuto insegnanti del calibro di Cascella, Purificato, Terruso, Cheli, Degrada, Birolli.
Le sue opere si caratterizzano per “una forte ricerca cromatica e di segno”. Come definisce la sua “espressione artistico-stilistica”?
Le mie opere sono caratterizzate da un forte colore in contrasto. Lo definirei un’avvicinarsi ad una corrente espressionista, con la caratteristica che inizio le mie opere incidendo la tela direttamente con il bianco.
Quando è nata la sua “vocazione in arte”?
La mia vocazione è nata quasi subito dall’età infantile (oggi sono 55 anni di attività artistica).
Nei suoi dipinti, che trovo molto originali e coinvolgenti, ho notato una tecnica particolare. Mi sbaglio?
Solitamente uso una tecnica mista su supporto plastico, ma opero anche su tela ad olio per quanto riguarda i ritratti.
Esistono degli artisti del passato a cui lei si è ispirato?
In tutti questi anni le mie fonti di ispirazione sono state Picasso e Van Gogh.
Da alcuni anni lei presiede e coordina con sua moglie, Roberta Mezzadra, critico e storico d’arte, l’Associazione Artistico Culturale “La Tavolozza Oltrepò”. Qual è la finalità di questa vostra iniziativa?
Innanzitutto l’Associazione “La Tavolozza Oltrepò” è stata fondata a Broni nel 2006. Da qui siamo partiti con tanti eventi e mostre personali e collettive in Italia e non solo, ricevendo diversi premi e riconoscimenti. Mi sono occupato e mi occupo tuttora di restauro conservativo di affreschi. Le mie opere si trovano anche in diverse collezioni private, tra cui Collezione Sgarbi.
L’associazione è stata anche fondata allo scopo di valorizzare in un primo tempo le potenzialità Artistico-Culturale del nostro territorio lombardo e poi successivamente i nostri eventi hanno valorizzato diverse località in tutta Italia e anche all’estero. Ricordo a tal proposito un’importante collettiva tenuta in Gran Bretagna in un grande Festival Art.
Maestro, prima di salutarci, le chiedo quale messaggio vuole rivolgere ai giovani promettenti artisti?
Ai giovani promettenti artisti rivolgo il mio pensiero ed un augurio di continuità con questa bellissima vocazione che il cielo ha donato loro, lasciando ai posteri un segno tangibile, come hanno fatto i grandi maestri del passato. Il vero artista è sempre un profeta e, quindi, auguro veramente di cuore ai giovani di essere aperti ai segni che la natura e la società trasmettono ai nostri sensi. Aggiungo, altresì, che la presenza al mio fianco di mia moglie Roberta, ha contribuito alla mia evoluzione artistica.
Mastro Maga, non mi resta che congedarmi da lei augurandole un futuro radioso.
Piera Messinese