Ci portiamo dentro una marea di cose, tutte addossate le une sulle altre, apparentemente senza alcun criterio.
Lasciate in balia di se stesse e del destino che si portano dietro.
Alcune non vengono più neppure rispolverate, perché il tempo ha logorato tutte le loro aspettative.
Altre, invece, le più inquiete, cercano di sgomitare, di farsi strada tra i nostri pensieri, credendo di avere una marcia in più, di poter viaggiare su una corsia preferenziale. In verità hanno già avuto il loro momento di gloria e non hanno saputo, voluto o potuto sfruttarlo, per cui non torneranno più agli antichi splendori, per loro le luci della ribalta si sono oscurate definitivamente.
Poi ci sono, invece, quelle cose che manteniamo a portata di mano… o sarebbe meglio dire… di cuore.
Cose che vengono a farci visita senza chiedere permesso poiché sanno di avere libero accesso.
Entrano ed escono dalle nostre vite a loro piacimento e a volte portano un sorriso sul nostro viso, oppure si schiudono in una lacrima, altre volte, però, quando ci trovano indifesi, dubbiosi, tormentati, siedono accanto a noi e ci lasciano una carezza.
Sono le cose che contano.
Piera Messinese
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