L’anaffettività in “Fai bei sogni”

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Ancora una volta mi ero illuso che la vita fosse una storia a lieto fine.

Invece era un palloncino gonfiato dai miei sogni e destinato ad esplodermi tra le mani.

Massimo Gramellini

Una persona anaffettiva è incapace di provare ed esternare sentimenti ed emozioni in situazioni dove ciò dovrebbe avvenire in maniera naturale, come per esempio in presenza di un lutto o di una grande gioia. E che può insorgere dopo esperienze negative che portano la persona a proteggersi dall’esterno, che viene ritenuto destabilizzante e, in qualche modo pericoloso.

Una presa di distanza, quindi, dalle situazioni emotivamente significative.

Questo può portare la persona a chiudersi rispetto alle esperienze interpersonali, a evitare l’intimità fino a una vera e propria difficoltà a instaurare relazioni significative. Trasmettere all’altro ciò che proviamo, in uno scambio alla pari di sentimenti ed emotività, è alla base dell’amore così come dell’amicizia: la difficoltà nel provare emozioni in determinate circostanze e verso gli altri può portare a un allontanamento per mancanza di empatia, di coinvolgimento. L’orientamento della persona si focalizza verso aspetti più materiali, come ad esempio il lavoro.

L’anaffettività è argomento caro a molti scrittori sul quale hanno scritto nei loro romanzi. Uno è Madame Bovary, di Gustave Flaubert, anaffettivo è il mediocre marito di Emma e, in fin dei conti, anaffettiva anche lei nei confronti della figlia, ma romantica sognatrice. Ma nessuno si sarebbe sognato di chiedere l’annullamento delle nozze a causa di anaffettività.

Ma l’incapacità di amare una donna è anche il tema di Fai bei sogni romanzo di Massimo Gramellini. Rimasto orfano della madre a 9 anni, cresciuto nella difficoltà di esprimere i propri sentimenti, soffre di ansia da relazione. La causa dell’impossibilità di amare completamente una donna, scegliendola come compagna di vita, risiede nei problemi emotivi dell’infanzia maschile.

Alla base dell’anaffettività spesso c’è il rapporto madre-figlio/a. Cioè il comportamento da non mamma.

Pochi tratti per definirla perché la mamma anaffettiva, si esprime con il poco contatto fisico, non bacia non abbraccia, parla sempre in modo generico, senza cuore. Il romanzo di Massimo Gramellini Fai bei sogni comincia con l’abbandono materno. Esplora l’anaffettività genitoriale e sottolinea le assenze, descrive le menzogne e mostra un inquietante vuoto quotidiano.

Seguendo la storia autobiografica di Gramellini, rimasto orfano di madre all’età di nove anni, ci troviamo di fronte a un quadro emotivamente completo del protagonista bambino e poi adolescente. Fai bei sogni è un libro sull’abbandono del ruolo genitoriale ancora prima che dei figli.

Un brutto male ha portato via la mamma di Massimo quando lui aveva appena nove anni.
Ma è una mezza verità. Perché ci sono cose che ai bambini non si possono raccontare, sono piccoli e non possono capire.
Al piccolo Massimo, nessuno gliene parlerà nemmeno suo padre.

E prova a riempire quel vuoto lasciato dalla madre, cercando affetto anche nella rigida Mita, la tata da cui si aspettava di essere
riempito di baci e torte di cioccolato.
Massimo diventa grande in mezzo a tanti “se”: se la mamma era scappata con il brutto male era perché non gli voleva più bene, se la mamma fosse stata viva avrebbe potuto chiederle dei consigli sulle ragazze, ecc…

Se c’è un amore per il quale è inconcepibile che possa essere fragile o arrendevole, è certo l’amore di un genitore per il proprio figlio, e ancora di più quello di una madre.

Nel suo caso così non è stato.

Per il Massimo adulto giunge il momento di guardarsi indietro per l’ultima volta. Ci sono domande per le quali una risposta, dopo tanti anni, non ha più alcuna importanza. Non serve, non più ormai. Perché è tempo di smettere di annaspare in un mare di rabbia. È tempo di lasciare andare. Perdonare e perdonarsi.

Fai bei sogni“, è uno spaccato autobiografico che Gramellini condivide con i suoi lettori.

La lettura suscita tenerezza verso il Massimo bambino nella ricerca della verità sulla morte della mamma. Il libro è bello ma emotivamente difficile, e le frasi del libro rispecchiano queste emozioni.

Le frasi di “Fai bei sogni” sono forti, piene di dolore e sofferenza, di rimpianti, ma sono frasi vere, frasi sulla vita che affrontiamo tutti i giorni e sulla quale forse, non ci soffermiamo abbastanza per capire quanto sia preziosa.

Gramellini ha combattuto col suo fantasma e ce lo ha raccontato nel libro con parole semplici e leggere, ma toccanti. Alla fine, ha avuto la forza di ricominciare, per rialzarsi e andare avanti.

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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