La Resurrezione di Piero Della Francesca

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La Resurrezione di Piero della Francesca, databile nel periodo compreso fra il 1450 e il 1463, e conservato nel Museo Civico di Sansepolcro, ci presenta, nella sua composizione, un percorso di Spiritualità sempre attuale nel cammino di ricerca degli esseri umani nel corso della Storia, attualizzabile anche, logicamente, ai nostri giorni.

Il Cristo risorto è maestosamente divino, vittorioso, trionfante, ma nel suo sguardo conserva il sacrificio e il dolore appena trascorso e la responsabilità traslabile nel futuro sulla complessità esistenziale di tutta l’umanità nel tortuoso e contrastato viaggio tra il bene e il male per il raggiungimento di una vita sorretta dalla Fede.

A riguardo significative sono anche le tre ferite sul costato, sulla mano e sul piede, proprio a rinforzare il potente messaggio cristiano.

Il paesaggio sullo sfondo costituisce la connotazione realistica del fatto accaduto con elementi dai colori neutri o naturali che sembra potrebbero essere ricolorati o riempiti dagli innumerevoli paesaggi sparsi nelle latitudini terrestri.

Nella parte inferiore dell’affresco i soldati dormienti rappresentano una umanità che non riesce a “vedere” il grande mistero di Cristo, addormentata nel senso di occhi bendati, di coscienza assopita, di inerzia nel recepire il messaggio di amore universale e risvegliarsi dall’egoismo individualistico e dalla meschinità. Ciò che lega e dona speranza di Resurrezione è l’uso del colore sulle vesti, il rosa del Cristo si armonizza con i colori più accesi delle vesti dei soldati, e ancora i colori più forti e terreni dovrebbero ascendere verso la tonalità più tenue del mantello di Gesù.

L’opera di Piero della Francesca infonde un senso di potenza e di calore, di certezza anelante, rappresenta una mirabile sintesi del messaggio cristiano, cielo e terra sono in contrasto solo per gli esseri umani non per il Cristo, il quale invita tutti a superare tale contrasto al fine di partecipare al Suo Trionfo.

Tommaso Cozzitorto

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Tommaso Cozzitorto
Sono nato a Salerno, ho trascorso la mia infanzia a Sapri e vivo a Lamezia Terme dall'età di dieci anni. Laureato in Lettere moderne ad indirizzo filologico-letterario presso l'Università di Salerno con una tesi dal titolo "Cesare Beccaria e il dibattito sulla pena di morte" discussa con il prof. Valentino Gerratana. Abilitato all'insegnamento in materie letterarie, filosofia e storia, storia dell'arte, insegno Italiano, Storia e Geografia nella scuola secondaria di primo grado. Mi occupo anche di critica letteraria e di arte attraverso conferenze e presentazioni di libri. Ho scritto prefazioni a romanzi e saggi, collaboro al mensile "Lamezia e non solo" da diversi anni. Sono stato protagonista nella trasmissione televisiva Confidenze Culturali ed ho presentato la rubrica "Imagine" su Ermes TV. Per dieci anni ho curato la rassegna "DiMartedìCulturando" in un noto locale di Lamezia Terme. Ho fatto parte della Commissione Calabria "Premio la Giara" indetto dalla RAI. Ho pubblicato due libri: Palcoscenico e Along the way. Nel 2011 ho ricevuto il "Premio Anthurium" città di Lamezia Terme e successivamente il "Norman Academy" a Roma, entrambi per meriti culturali. Ho ricevuto nel dicembre scorso un riconoscimento dal Liceo Scientifico Galilei di Lamezia Terme nell'ambito del Festival della Scienza. In ambito prettamente scolastico sono stato Valutatore ed esperto in PON e POR.

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