Nella filastrocca pensata per bambini Gianni Rodari ci ricorda perchè è necessario opporsi sempre alla guerra: la luna su Kiev infatti è sempre la stessa che vediamo nel cielo di Roma.
È questo il punto su cui riflettere.
Ci sono lune diverse?
Ci sono cieli diversi?
La luna di Roma è bella come quella di Kiev?
Se lo chiede Rodari nella sua filastrocca La luna di Kiev, pubblicata per la prima volta nel 1960 nella raccolta Einaudi Filastrocche in cielo e in terra, nel capitolo su La luna al guinzaglio, insieme ad altri componimenti poetici.
Come quasi tutti i lavori di Rodari, anche La luna di Kiev è un testo pensato per i bambini e le bambine ma solo in apparenza.
In realtà il testo di Rodari insegna a ripudiare qualsiasi guerra, non solo ai più piccoli, ma anche alle loro famiglie e a noi adulti.
A quegli adulti che, come sta accadendo appunto in Ucraina, non hanno compreso il valore della pace e dell’uguaglianza fra popoli.
Leggiamo insieme:
“Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”
Una filastrocca purtroppo quanto mai attuale, dato che la luna su Roma non è mai stata così lontana e diversa da quella di Kiev: il cielo sereno e i monumenti illuminati nella Capitale si scontrano con le bombe lanciate durante l’attacco russo. Eppure, anche se sembriamo lontani tutti noi “dall’India al Perù,/dal Tevere al Mar Morto”, facciamo parte dello stesso pianeta.
Ed è proprio la luna per Rodari a ricordarci una grande verità:
Possono chiudere i porti, possono chiudere le frontiere, può esserci una nuova ondata di profughi, ma almeno in cielo, c’è la luna che può spostarsi, da un Paese all’altro, senza passaporto.
Sandra Orlando
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