La cancellazione del femminile lessicale e biologico

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Ore 21:15 in una qualsiasi cittadina inglese…

“Pronto! Qui il 999 dica”
“Mia madre sta male”
“No sua madre non esiste, la parola non esiste…”
“Sta male, … è una donna ormai in stato di menopausa età 71 anni, accusa un forte mal di testa e sta perdendo sangue dalle orecchie“
“No, non esiste né donna, né menopausa, rielabori”
“La Signora sta morendo fate presto…”
“Non c’è alcuna Signora, mi dispiace, i nuovi protocolli ci impongono di considerare terminologie di pronomi neutro e noi non vogliamo provvedimenti disciplinari, provi a richiamare fra poco e si inventi un termine che non possa in alcun modo rievocare la biologia femminile”.

Chiusa telefonata
Decesso della donna ore 21:24.

Fantascienza? Ironia? No!

Sono le nuove direttive imposte dal General Medical Council – ente pubblico che conserva il registro ufficiale dei medici nel Regno Unito – ha sostituito la parola “madre” con termini neutri nella sua guida alla maternità per il personale.

Anche le guide sulla maternità, allattamento sono state sostituite da madre surrogata o dal generico genitore.

Alcuni ospedali hanno minacciato denunce e provvedimenti nei confronti dei dipendenti poco attenti nel lessico dei pazienti.

Un’inchiesta del Mail on Sunday ha rivelato che agli operatori del 999 (il numero per chiamare i servizi di emergenza in UK) è stato detto di non usare termini come Signore o Signora, ma di chiedere a chi chiama il loro pronome preferito per evitare di fraintenderli.

Altre linee guida del NHS consentono ai transgender nati maschi di utilizzare reparti ospedalieri per sole donne, indipendentemente dal fatto che abbiano fatto l’operazione o cambiato legalmente il loro sesso.

L’anno scorso un rapporto finanziato dal governo ha raccomandato al Servizio sanitario nazionale di usare termini come “allattamento al petto” e “parto frontale” invece di parole “cariche di significato di genere” per non offendere le persone trans in gravidanza.

Heather Welford, del gruppo di attiviste With Woman, ha dichiarato che la scelta dei termini è “ideologicamente guidata” e “offensiva” nei confronti delle donne.

Un estratto dal sito tradotto in italiano di WithWoman.Org sulla notizia, citato per intero.

Siamo femministe, contro l’oppressione basata sul sesso. Riteniamo che i problemi sociali, medici e psicologici nell’assistenza alla maternità spesso derivino dall’oppressione patriarcale delle donne, dei corpi delle donne e delle capacità riproduttive delle donne. La violenza ostetrica è una forma di violenza contro le donne basata sul sesso. Minare la fiducia delle donne nel proprio corpo è una forma di oppressione basata sul sesso. La mancanza di sostegno alle madri è una forma di sfruttamento basato sul sesso. Queste cose succedono alle donne, perché sono donne. Per smantellare questi problemi è necessaria un’analisi femminista basata sul sesso. Abbiamo bisogno di un linguaggio basato sul sesso per combattere il sessismo. Genere è il nome del sistema gerarchico che opprime le donne sulla base del sesso, in parte rafforzando gli stereotipi sessuali. Classificare in base all’identità di genere, e non al sesso, significa perdere gli strumenti per discutere dell’oppressione basata sul sesso e delle questioni specifiche delle donne. Dato che gli uomini vengono spesso presentati come la norma, parlare di “diritti delle persone alla libertà riproduttiva” nasconde il fatto che sono soprattutto le donne a non godere attualmente della piena libertà riproduttiva. Il termine “persone che partoriscono” oscura la natura sessuata di qualsiasi squilibrio di potere. Quando non si specifica il sesso, si oscura la differenza nella fisiologia, nella psicologia, nei diritti e nelle esperienze, in particolare delle donne, che hanno già meno voce in capitolo perché viviamo in un mondo progettato dagli uomini per gli uomini. Le ostetriche (che significa “con le donne”) lottano da tempo per un’assistenza maternità incentrata sulla donna. Rispettiamo la capacità fisiologica del corpo delle donne e non li consideriamo come uomini difettosi e che perdono, ma piuttosto lavoriamo per aiutare tutte le donne ad avere fiducia nel proprio corpo. Per le donne che partoriscono e sono madri di figli, l’esperienza può essere trasformativa. Per alcuni, un grande risultato e un’esperienza unicamente femminile e potente, per altri il momento in cui comprendono come il loro sesso influisce sulla loro esperienza sociale”.

Se le parole sono importanti la cancellazione del femminile lessicale e biologico, diventa un’arma di oppressione del femminile singolare.

Biologicamente, colei che genera è donna;
colei che ha il menarca è donna;
colei che allatta è donna;
colei che va in menopausa è donna.

L’era woke ossia della cancel culture provvede a cancellare in toto il femminile… una cancellazione sociale, giuridica lessicale, archetipica, identitaria.

Un nuovo olocausto silenzioso verso un genere… il femminile. Un olocausto che spazzerà gli archetipi della fanciulla, della saggia, della ribelle , della madre genitrice, renderà asettico il sociale, i rapporti umani.

Le donne saranno anonime indistinte. Le conquiste femminili finiranno perché ci stiamo avviando al tramonto del femminile, dei legami tra madri e figlie, la sorellanza, la tutela, l’uguaglianza, la protezione.

Un patriarca woke ci sta cancellando colorato in un genere non identificato… mutevole… che però ci spazza via… negandoci anche il diritto alla salute.

Simona Bagnato

Io e mia Madre, due donne, e nessuno cancellerà il lessico femminile

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Lucio Battisti e il suo “Canto libero”

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