Baglioni al Politeama di Catanzaro… io riparto da lui

201916

Non è la prima volta che assisto ad un concerto di Claudio Baglioni, ma questo ha un valore ed un significato molto importante per me.

Dopo aver dovuto annullare le date del tour nel 2020 e nuovamente nel 2021 per la pandemia da covid 19, finalmente l’8 marzo ho assistito al concerto di Claudio Baglioni al Politeama di Catanzaro.

È da mesi che aspettavo questo momento, l’ultimo concerto di Baglioni a cui ho partecipato è stato fantastico, inutile dire quanto lui sia bravo.

Ho cominciato ad amare le sue canzoni da bambina, quando ancora frequentavo le scuole elementari.

Non capivo nemmeno cosa significassero a quell’età, le sue canzoni, ricordo però, che mi veniva da piangere ogni volta che le ascoltavo.

Mi piacciono tutte, e non posso stilare una classifica di preferenze , forse un pochino meno le ultime, ma solo perché le ho ascoltate poco.

La canzone si può paragonare ad un’arte, che arriva a noi in modo veloce.

E noi le chiediamo di emozionarci, di farci sognare, e pensare.

La responsabilità dell’autore delle canzone è enorme.

Chi scrive, e non solo canzoni, deve esplorarsi dentro, scandagliare la propria anima, le proprie emozioni, per trovare parole che non devono far rimpiangere a chi ascolta, il silenzio.

Gli artisti sono capaci, hanno un” dono”, quello di farci sentire ciò che noi non riusciamo.

Ed è proprio quello che Claudio Baglioni riesce a fare bene da oltre 50 anni.

Arrivata, davanti al teatro, il Politeama, con la mia cara amica Anna Maria, compagna di “concerti musicali e merende”, abbiamo notato che il piazzale antistante, era già gremito dalle fan.

Eravamo un insieme di persone, tutti sorridenti e con tanta voglia di far festa.

Tanto che, non abbiamo fatto caso al vento gelido che è di casa a Catanzaro, ma al quale molti di noi non siamo abituati.

Tutti con piumini, cappottoni, per difendersi dal gelo, oserei dire “antartico” .

Alcuni avevano panini e pizze in mano, come prima che il maledetto covid ci rovinasse la vita.

E non c’è niente da fare, nonostante gli anni che passano, senza chiederci il permesso, si respirava tanta allegria, che dava a tutti noi, un’aria adolescenziale.

Ho rivisto gli abbracci dati per strada, tra i fan che si ritrovano solo nei concerti ed eravamo tutti nell’attesa che si aprissero le porte del teatro.

Io, emozionata come la prima volta in cui ho assistito ad un suo concerto, sapevo che Baglioni non avrebbe deluso le nostre aspettative.

Eravamo il grande popolo di “Claudione nostro”. Ho rivisto finalmente intere famiglie a teatro, con bambini che cantavano, è stata una boccata di speranza e positività in questo infelice e drammatico momento storico.

Alle 20 hanno aperto le porte del teatro. Era arrivata l’ora di entrare!

Operazioni di rito, green pass, mascherine e lui l’oggetto principale: il biglietto, e riuscire a comprarlo non è stata un’impresa facile, sono stati sold out in poche ore.
Il Teatro Politeama ci “raccoglie”, saremo mancati certamente anche a “lui”, con la sua architettura così raffinata.

Un gioiello di Paolo Portoghesi.

La forma è a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi, ospita oltre 900 posti a sedere.

E sono pieni, nessun posto vuoto. All’improvviso, puntuale come i grandi, ecco Claudio, sul palco del Politeama.

Ci spiega il perché della presenza di soli tre strumenti, tre pianoforti e della loro funzione.

Scherza, ironizza su sé stesso, durante i suoi racconti tra una canzone e un’altra.
Direi che gli interventi sono stati lo spettacolo principale, aveva voglia di parlare e raccontarsi.

Tre ore di musica. Che dire?

Noi lo celebravamo, lo chiamavamo, cantavamo con lui tutte le canzoni.

Anche se, ci siamo resi conto che molte delle nostre canzoni preferite, non sono state fatte .

Ma ha scritto quasi 400 canzoni ed è normale che qualche perla venga tagliata fuori in un live.

Alcuni spettatori richiedono “Ragazze dell’Est”, ma la scaletta non la prevede.

Così per Porta Portese, Signora Lia ed altre. Una delle mie preferite era la 5 della scaletta.

Gli anni più belli , quella che mi riporta indietro nel tempo.

Gli anni più belli” è stato anche il primo singolo inedito del cantante romano dopo anni di attesa, a sette anni dalla pubblicazione del suo ultimo album in studio.

“Gli anni più belli” è “un brano sulla vitalità e il richiamo di libertà dei sogni dell’adolescenza: ‘Noi che volevamo fare nostro il mondo e vincere o andare tutti a fondo‘;
sul valore dell’amicizia e sul rapporto tra amore e dolore: ‘E sapere già cos’è un dolore e chiedere in cambio un po’ d’amore’;
sull’esigenza di cercare dentro di noi le energie per vivere il futuro: Noi in una fuga da ribelli un pugno di granelli noi che abbiamo preso strade per cercare in noi gli anni più belli”…

Noi che
sognavamo i giorni di domani
per crescere
insieme mai lontani
e sapere già cos’è un dolore
e chiedere
in cambio un po’ d’amore
occhi di laguna, noi
ladri di fortuna, noi
cavalieri erranti della luna
noi
una bufera di capelli
in aria a far castelli, noi
che abbiamo urlato al vento
per cantare
Noi
gli anni più belli noi
in una fuga da ribelli
un pugno di granelli noi
che abbiamo preso strade per cercare in noi
gli anni più belli
Noi che
volevamo fare nostro il mondo
e vincere
o andare tutti a fondo
ma il destino aspetta dietro un muro
e vivere
è il prezzo del futuro
Noi
guance senza fiato, noi
labbra di peccato, noi
passeggeri persi nel passato
noi
una rincorsa di ruscelli
tra nuvole e gli uccelli, noi
che abbiamo visto il sole accedere su noi
gli anni più belli
noi
una promessa da fratelli
tra lacrime di ombrelli noi
che abbiamo udito il mare piangere con noi
gli anni più belli
E quel tempo è un film di mille scene
non si sa com’è la fine
se le cose che ci fanno stare bene
sono qui
proprio qui
forse no, forse si
sempre qui
e siamo noi
ancora quelli
Noi
con le ferite dei duelli
e spalle di fardelli noi
che abbiamo spinto il cuore a battere per noi
gli anni più belli
Noi
che siamo stati lunghi agnelli
con l’anima a brandelli noi
che abbiamo chiesto al cielo
di ridare a noi
gli anni più belli
gli anni più belli

La canzone è colonna sonora del film “Gli anni più belli”, il film di Gabriele Muccino a cui dà il titolo.

E voi, avete mai pensato a quali sono stati i vostri anni più belli?

Sicuramente sì ascoltando la canzone di Claudio Baglioni.

Il significato de Gli anni più belli, come per tutte le canzoni, va ricercato nel proprio cuore e nelle emozioni che genera in chi l’ascolta.

Leggendo il testo del brano il significato degli anni più belli va ricercato in quelle storie giovanili che hanno segnato la nostra vita e la nostra crescita.

Sono quelli trascorsi insieme agli amici che fin da adolescenti ci sono stati accanto e con i quali abbiamo vissuto gioie, dolori ed esperienze di vita.

Gli anni in cui abbiamo scoperto le nostre fragilità ed imparato ad accettarle, in cui ci siamo scontrati con la durezza della vita.

Anni che vale la pena di vivere proprio perché condivisi insieme ai fratelli che ci siamo scelti, come fa intendere lo stesso Claudio Baglioni, e che diventano belli perché sono i nostri ricordi più importanti.

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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