“Non pronuncerai invano il nome del Signore Dio tuo. Su questo Comandamento c’è poco da osservare, se non il fatto che non si vede come esso possa essere conciliato, ad esempio, con l’uso della scritta “In God we trust” (Confidiamo in Dio), su tutti i dollari statunitensi, in una combinazione di denaro e religione certo più diabolica che divina.”
Piergiorgio Odifreddi
C’è una notizia del 26 novembre del 2019, giorno in cui Papa Francesco rientra a Roma da un viaggio in Thailandia e Giappone.
Durante il volo, risponde alle domande dei giornalisti che lo seguono nei suoi viaggi, domande che si concentrano tutte sul recente scandalo dell’acquisto di un palazzo a Londra con i soldi dell’Obolo di San Pietro, da parte di un Cardinale.
Ma cos’è L’Obolo di San Pietro, detto anche la carità del Papa?
È un aiuto economico al Papa che arriva da tutto il mondo, per essere ridistribuito a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di solidarietà a favore dei più bisognosi.
L’ Obolo nasce con il Cristianesimo ed è la pratica di sostenere finanziariamente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo e di prendersi cura dei più bisognosi, come affermano gli «Atti degli apostoli» (4,34; 11,29).
Alla fine dell’VIII secolo, gli anglosassoni decidono di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Papa, «Denarius Sancti Petri, Elemosina di San Pietro».
In seguito Pio IX riconosce ufficialmente l’Obolo con l’enciclica «Saepe venerabilis» del 5 agosto 1871.
Con Papa Francesco, a partire dal 2016, la Santa Sede decide di rendere l’Obolo più accessibile per la carità verso i più bisognosi.
Per fare questo crea un sito e canali sociali dedicati alla millenaria tradizione.
L’ultimo scandalo finanziario del Vaticano è culminato due settimane fa con le dimissioni imposte da Papa Bergoglio al Cardinale Giovanni Angelo Becciu, 72 anni, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi.
La vicenda nella quale si trova è complessa, speculazioni finanziarie e intrighi vaticani si mescolano.
Ma questa è anche la storia di un rapporto di fiducia tra il Papa e Becciu, fiducia ormai persa negli ultimi mesi.
Becciu dal 2011 è stato nominato da Benedetto XVI, poi confermato nel 2013 da Papa Francesco, ha rivestito il ruolo di Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato ed era divenuto l’amico più caro del Papa.
Francesco ne aveva apprezzato le doti già subito dopo la sua elezione.
Era, secondo papa Francesco, in grado di gestire i fondi della Segreteria di Stato, compresi quelli dell’Obolo di San Pietro, cioè il denaro che i fedeli di tutto il mondo raccolgono appositamente per le necessità della Chiesa.
Becciu era uno dei collaboratori più fidati del Papa.
Con lui il Pontefice aveva contatti ogni giorno, dal momento che lo riteneva non solamente il suo consigliere ma anche un amico sincero.
Proprio perché lo stimava, il 20 maggio 2018 lo aveva eletto cardinale e il 28 maggio aveva voluto affidargli l’incarico di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Becciu aveva continuato a mantenere il potere sui fondi della Segreteria di Stato.
L’amicizia tra il Papa e il Cardinale Becciu si è incrinata completamente quando la Magistratura Vaticana ha iniziato a indagare sull’acquisto, nel 2014, di un palazzo a Londra, un antico magazzino di Harrods del 1911, per trecento milioni di euro.
Le indagini su quell’ investimento portarono alla luce movimenti strani anche per i soldi dell’Obolo di San Pietro, stimati attorno ai settecento milioni di euro.
Sono emersi finanziamenti che, secondo gli inquirenti, Angelo Becciu aveva fatto arrivare ai suoi familiari in Sardegna ai fratelli Tonino, Mario e Francesco.
Quando il Papa è stato informato di tutto questo, la fiducia verso colui che credeva l’amico più sincero è crollata.
Ma il palazzo di Londra è solo l’ultimo investimento poi finito male, che ha fatto saltare un meccanismo rodato da anni.
Il Cardinale George Pell fu il primo a denunciare delle irregolarità nella gestione dei fondi dell’Obolo.
Il suo ritorno a Roma, dopo l’assoluzione dalle accuse di pedofilia, creò tensione a Becciu, che verrà accusato di aver inviato fondi ad alcuni degli accusatori di Pell.
Ad aggravare la posizione di Becciu anche la presenza di una superconsulente vaticana, Cecilia Marogna di 39 anni, alla quale Becciu ha donato 500mila euro per missioni diplomatiche in Africa, al fine di evitare i rischi di attentati a Missioni.
Soldi versati sui conti Unicredit di una società slovena la cui attività però appare poco chiara.
Ma i soldi, sarebbero invece serviti a rinnovare l’armadio e l’arredamento di Cecilia Marogna , borse, scarpe e accessori di gran lusso, tra cui una bellissima e costosissima poltrona in pelle. C’è di fatto che le finanze vaticane sono senza pace da decenni. Basta pensare a Ettore Gotti Tedeschi, licenziato dai superiori perchè voleva fare pulizia di loschi individui che gestivano lo Ior. Oppure tornando indietro agli anni Settanta, basta ricordare il coinvolgimento di monsignor Paul Marcinkus nel crac del Banco Ambrosiano e in altre vicende oscure…
Angela Amendola