Il ragazzo disturbato – (Fine)

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Per leggere la puntata precedente clikka sull’immagine qui sotto:

Il ragazzo disturbato (Parte 4a)

…Dov’era finito nostro figlio? Era scomparso!

Più tardi sopraggiunse un’altra segnalazione…

<<Un uomo ha sparato ad una donna e rubato un’auto.>>.

Mia moglie ed io, ci chiedevamo ossessivamente, cosa sarebbe accaduto dal momento che Oliviero aveva messo in subbuglio un’intera città.

Sui notiziari non si parlava d’altro, finchè, un giorno, arrivò una notizia raccapricciante…

<< Il mostro che ha commesso una serie di crimini terrificanti, stamani si è sparato un colpo alla testa e, malgrado siano arrivati subito i soccorsi e lo hanno ricoverato d’urgenza, dopo alcune ore è deceduto.>>.

Sembra assurdo, ma dopo avere appreso quella notizia, noi genitori ci siamo sentiti risollevati.
Pensavamo che al punto in cui si era spinto, non avrebbe avuto modo di recuperare. e sarebbe stato un pericolo per se stesso e per la comunità.

Molto angosciati, nei giorni che susseguirono, mia moglie ed io ci siamo chiesti, spesso, come mai non ci eravamo accorti di quanto fosse pericoloso nostro figlio.

Un giorno mi recai al “Caffè Garden”, il luogo dove era avvenuta la scena del crimine.

Parlando con la gente del luogo, mi resi conto come eravamo stati leggeri ed ingenui, noi genitori, a non comprendere la gravità della sua patologia…

Adesso che non c’è più, non avremo più modo di curarlo o proteggerlo.

Eppure ce ne aveva dati segnali!

Mia moglie mi colpevolizza perchè sono stato io ad appoggiarlo a collezionare armi.

<<Che senso ha tutto questo? Come è cominciato?>>. Me lo chiedo tutti i santi giorni.

Ripensando al passato, mi rendo conto che avrei dovuto intervenire sin da quando era piccolo, e aveva cominciato a dare i primi segni di squilibrio e di aggressività.

Quante opportunità abbiamo avuto per poterlo riprendere!

Spero che, da questa storia, possa nascere qualcosa di buono per tutte le persone che vivono una situazione simile alla nostra, perchè…

“Si possono fare tante cose prima che sia troppo tardi!”.

Grazia Bologna

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La bella stagione e i nostri cibi

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