Il mistero di Villa Fortuna (Parte 2a)

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Il mistero di Villa Fortuna (Parte 1a)

La giovane rimase impietrita… le tornarono alla mente ricordi d’infanzia, quando la villa era abitata dalla famiglia Fortuna.

Rammenta un ragazzino di appena tredici anni quando lei ne aveva nove.

Erano molto uniti, si dilettavano a rincorrersi, a costruire castelli di sabbia quando si incontravano al mare con i rispettivi genitori e, spesso giocavano a nascondino.

Purtroppo quella spensieratezza non durò a lungo, poichè quando Marcello compì sedici anni rimase orfano del padre e da quel momento, divenne un ragazzino solitario e anche un pò scontroso.

Il loro rapporto molto speciale, che si era creato negli anni, poco per volta svanì, provocando molta sofferenza in Ivana che, malgrado piccolina, aveva preso una cotta per lui.

Tante voci giravano da quando era morto il padre di Marcello.

Qualcuno diceva che si fosse suicidato, altri che era stato ucciso dalla moglie, ma in realtà, alla cerimonia funeraria, che venne eseguita  in modo eclatante, parteciparono parecchie persone che lo stimavano per il suo carattere docile e per la sua generosità, essendo  un uomo molto ricco.

La mamma di Marcello, Erminia,  donna bellissima, alta, slanciata, capelli corvini, era ammirata e desiderata da tanti uomini.

Si diceva che Giorlando, il marito, fosse molto geloso e quando litigavano, si udivano le loro urla.

Avevano litigato anche la sera, prima che morisse d’infarto…

Infatti questo era stato il referto ufficiale del medico ma la sua morte rimase comunque un mistero.

Da quel giorno Erminia, straziata dal dolore e  mortificata, sopratutto per ciò che si vociferava, dopo qualche mese si trasferì in casa dei genitori, nella terra di Sicilia, con il figlio Marcello…

Da quel momento, di loro non si seppe più nulla.

Sono trascorsi nove anni e il ragazzino di allora, adesso, sarà un uomo di venticinque anni.

Mentre ad Ivana scorrono questi ricordi, continua a guardare la Villa e, per un attimo, ha sperato di rivedere Marcello.

Si è fatto tardi… basta pensare, è ora di andare…

Riprende il passo  fischiettando e cantarellando e si avvia verso casa.

Quella sera Ivana non riesce a prendere sonno.

Il suo sguardo si perde guardando dalla finestra le luci che illuminano la notte.

Una cicala continua il suo frinire in maniera assordante e in lontananza si ode l’abbaiare di un cane che, puntualmente, irrompe nel silenzio della notte…

C O N T I N U A…

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