Il giovedì grasso

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Il giovedì grasso mi riporta lontano nel tempo, all’età della spensieratezza.
Era un giorno speciale per la mia nonna paterna che abitava con me  e la mia famiglia.
Mi sembra di vederla adesso: di primo mattino occupava già l’angolo cottura con grembiule e capelli legati, tutta affaccendata a sistemare la legna del camino e la “pignata” per cucinare i fagioli.
Il menù era fisso: riso ripieno di tutto e di più.
Ricordo ancora il trattamento speciale che mi veniva riservato dal momento che la pietanza destinata a me veniva preparata a parte perché non tolleravo alcuni ingredienti.
Era molto tenera con me.
Il secondo piatto era ricco: salsiccia e arrosto di maiale alla brace con contorno di rape e una spruzzatina di limone.
I nostri vestiti si impregnavano, inevitabilmente, di fumo e di quell’odore che si diffondeva nell’aria quando si buttavano le scorze di mandarini, i “marzuali”, nella brace viva.
Certe volte mi assale la nostalgia di queste fragranze che hanno contribuito a rendere più bella la mia infanzia.
Per me e la mia famiglia il giovedì grasso era un momento importante in cui ci si preparava al grande digiuno quaresimale.
Si attendeva il mercoledì delle ceneri per partecipare alla celebrazione religiosa, anche perchè lo si viveva come un momento spirituale  che ci portava  a riflettere sulla fragilità della natura umana, sulla necessità di mortificare la carne per avere cura dello spirito.
Oggi a casa mia, come un tempo, si cucina riso ripieno, nel rispetto delle antiche usanze, ma è una pietanza che non ha lo stesso sapore di quella che preparava mia nonna.
Però manca quel tocco magico che il tempo ha portato via con sé per sempre.
Sono molto legata alle tradizioni che hanno fatto sempre da sottofondo alla mia vita. Le considero un grande tesoro, un patrimonio da conservare gelosamente perché ci ricordano quel senso di appartenenza e identitá da cui non possiamo mai prendere le distanze se vogliamo comprendere meglio il nostro posto nel mondo.

Piera Messinese

Clicca sul link qui sotto per leggere un mio articolo precedente:

Un sassolino al giorno… per conservare un ricordo

 

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Piera Messinese
Sono nata il 13 Novembre del 1966 a Lamezia Terme, in Calabria, ove risiedo. Sono sposata ed ho una figlia. Se dovessi scegliere un attributo che possa caratterizzarmi, questo sarebbe “eclettica”. Sono “governata da uno spirito fortemente versatile” che mi dà energia, per cui mi sento letteralmente assetata di nuovi stimoli. Sono innamorata della scrittura da sempre e la mia formazione classica ha contribuito a mantenere vivo in me tale sentimento. Grazie alla passione per i classici latini e greci in primis ed in seguito agli studi universitari in Medicina e Chirurgia, ho potuto rendere creativa la mia elasticità mentale. Ma “illo tempore fu il Sommo” a rubarmi il cuore e così “Galeotta fu la Divina". Amo, quindi, leggere e scrivere e ritengo che ciò sia fondamentale per la crescita di ogni individuo. Flaubert diceva: _”Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”… Sono Socia Fondatrice di “Accademia Edizioni ed Eventi”, Associazione culturale con sede a Roma che si occupa di cultura e di promuovere il talento. Scrivo su SCREPmagazine, rivista dell'Associazione, su cui curo varie rubriche.

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