“Il deserto del sesso” di Leonida Repaci

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Il deserto del sesso” è un romanzo ambientato negli anni della Repubblica di Salò, nella Lombardia fascista, scritto da Leonida Repaci (ritratto da M. Borgiotti), bravissimo scrittore calabrese la cui penna introspettiva ha regalato grandi capolavori.

A proposito di questo suo romanzo Leonida diceva: “Il libro ha una sua ambizione, di dire le cose del sesso come sono, senza ambagi, senza la solita ipocrisia che le vorrebbe solo accennate, per poter muovere, su un terreno di complicità allusive, la fantasia“.

È la storia di un’attrazione fatale, di un delirio sessuale, di una fame di sesso, della follia di Ignazia degli Alessi, una quarantenne, “brutta di viso, ma non di corpo“, coniugata con un Consigliere del Partito Nazionale Fascista. Era illibata, in quanto rifiutata dallo stesso marito, “una sorta di invertito“, un uomo “non ossequioso dei doveri coniugali“, piuttosto incline a vivere la sua sessualità lontano dal talamo coniugale intrattenendo relazioni amorose con personalità che occupavano posizioni di rilievo all’interno dell’organizzazione del Partito.

Egli non aveva mai provato amore per sua moglie che aveva sposato esclusivamente per interesse.

Ma accadde che Ignazia si innamorò follemente di suo cognato Massimo Silenti che, rimasto vedovo, si era successivamente legato ad una giovane donna ebrea, Maria Pia, amica di Ignazia.

Massimo, antifascista, era un assicuratore che godeva della stima di tutti per le sue qualità umane e professionali.

Era un uomo abituato ad avere legami extraconiugali e si lasciò tentare anche da Ignazia, pur respingendola.

Ignazia non accettò di essere rifiutata per cui la sua ossessione crebbe divenendo un desiderio irrefrenabile di fare sesso, una necessità impellente.

La sua voracità non conobbe mai momenti di tregua tanto che iniziò una sorta di macchinazione che la portò a compiere gesti estremi di una certa gravità: pensò di liberarsi fisicamente di qualsiasi donna che si rivelasse ai suoi occhi una possibile rivale (per avere Massimo arrivò a denunciare la moglie, Maria Pia, di origine ebraica).

Il sesso a volte viene vissuto come un morbo, un fuoco, una brace ardente che consuma lentamente. Un pensiero fisso dinnanzi a cui ci si sente soli, si diviene inevitabilmente schiavi, svestendosi di ogni cosa, primariamente del senso di dignità completamente assoggettato alle pulsioni carnali.

È una passione smodata che rivela una povertà, una miseria, una nudità che non gratifica, che non edifica, che anzi realizza tutt’intorno un deserto.

Ignazia non era una donna cattiva, viveva però nel suo intimo un terribile dramma. Sicuramente era vittima dei suoi sensi fino a diventare essa stessa carnefice.

Quando lessi questo libro, fui attraversata da sentimenti contrastanti.

Non c’erano filtri e il linguaggio era crudo e immediato.

La scrittura fluida e introspettiva lasciò che io mi soffermassi a riflettere sulla sua fragilità, sul suo modo disperato di amare. Sicché, fui mossa da un sentimento di compassione.

Perché nella sua sofferenza si consumava un forte bisogno di essere amata. Mi piace immaginare che Ignazia, come forse tutte le donne, nutrisse il sogno di avere accanto a sé un uomo con il quale realizzare tutte le sue aspettative.

Piera Messinese

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Piera Messinese
Sono nata il 13 Novembre del 1966 a Lamezia Terme, in Calabria, ove risiedo. Sono sposata ed ho una figlia. Se dovessi scegliere un attributo che possa caratterizzarmi, questo sarebbe “eclettica”. Sono “governata da uno spirito fortemente versatile” che mi dà energia, per cui mi sento letteralmente assetata di nuovi stimoli. Sono innamorata della scrittura da sempre e la mia formazione classica ha contribuito a mantenere vivo in me tale sentimento. Grazie alla passione per i classici latini e greci in primis ed in seguito agli studi universitari in Medicina e Chirurgia, ho potuto rendere creativa la mia elasticità mentale. Ma “illo tempore fu il Sommo” a rubarmi il cuore e così “Galeotta fu la Divina". Amo, quindi, leggere e scrivere e ritengo che ciò sia fondamentale per la crescita di ogni individuo. Flaubert diceva: _”Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”… Sono Socia Fondatrice di “Accademia Edizioni ed Eventi”, Associazione culturale con sede a Roma che si occupa di cultura e di promuovere il talento. Scrivo su SCREPmagazine, rivista dell'Associazione, su cui curo varie rubriche.

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