I segreti della mia macchina da cucire

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I segreti della mia macchina da cucire

Può una macchina da cucire avere dei segreti?
Da qualche mese ho in casa la prima macchina di cucire di mia suocera, mancata pochi mesi fa. Lei era una sarta e per decenni molte donne hanno frequentato la sua casa perché lei cuciva non solo capi di abbigliamento, ma ricamava anche pezzi di corredo. Spesso era come stare in un gineceo, con donne che si raccontavano o che raccontavano fatti altrui.
E ciò che scrivo è convalidato dagli spaccati di vita quotidiana che molte volte mi ha raccontato mio marito. La cosa che meravigliava è che mia suocera sapeva tutto di tutti, senza muoversi da casa e senza chiedere alcunché. Era un’enorme antenna ricevente su cui convergevano le comunicazioni, le informazioni, le critiche, i pettegolezzi di tutte le praticanti della sua casa. Si narrava di tradimenti, di gravidanze volute e indesiderate, di invidia dei progressi altrui, della meraviglia di alcune fortune attribuibili ad intrecci poco chiari e della bellezza di alcune che venivano per invidia, in paese, denigrate. Si parlava dei successi e insuccessi dei propri figli e di quelli altrui e di tante altre cose che, in quegli anni davano scandalo. Alcune, rapportavano determinati fatti particolarmente delicati, pregando le presenti che i fatti narrati non sarebbero dovuti uscire da quelle mura. Insomma un groviglio di segreti che affastellavano alcune vite, proprie come ingarbugliate matasse. Alcune di quelle notizie adesso non farebbero scalpore ma un tradimento, una gravidanza interrotta, in quegli anni sì.
Ognuno di noi è una Luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.
(Mark Twain)
Tutti gli esseri umani hanno tre vite: pubblica, privata e segreta.
(Gabriel García Márquez)
Parecchi hanno degli scheletri nell’armadio, hanno dei segreti inconfessabili causati da pulsioni, che non sono solo sessuali, che li obbliga a sottrarsi all’habitus sociale. Il problema che si pone è questo, si tratta di condizionamenti che si consolidano nel corso dell’esistenza, di circostanze in cui per un motivo o l’altro ci si trova o tutto di noi è dato da un bagaglio ancestrale? I segreti sono creati dalle circostanze della vita.
Perché ho scritto questo preambolo? Per parlare di un libro di Bianca Pitzorno che mi ha ricordato per alcuni tratti mia suocera. Di questa autrice non avevo fino ad ora letto niente e questo libro è stata una bella sorpresa. Infatti mi ha conquistata e ho ricordato i momenti in cui vedevo mia suocera, china sulla sua macchina da cucire, tra le sue tante spagnolette colorate. Il libro “Il sogno della macchina da cucire”, racconta di donne, che fin da bambine andavano a servizio nelle case e che erano costrette spesso a ogni genere di
sopruso da parte dei padroni.
La nonna della protagonista era una sarta, la istruì al cucito inizialmente con lavori di semplici rifiniture. Rimasta sola a sedici anni, con grande forza d’animo si propose come sartina, una figura presente in quasi tutte le casi nobili di quel tempo. Aveva dei sogni come tutte le ragazze, ma lei prima di tutto desiderava una macchina da cucire tutta per lei e poter andare all’Opera, lei conosceva e amava le arie di Puccini.
La coincidenza di alcuni tratti caratteriali tra la protagonista del libro e mia suocera mi hanno lasciata attonita. Anche lei, come la sarta del libro, era appassionata di operetta, aveva una bella voce ed era dedita al canto. Tante volte mi è capitato di entrare in casa e di sentirla cantare un brano di opera o un’aria famosa di un’operetta, tutte le operette sono state da lei collezionate e sono conservate in una vetrina.
Nelle stanze del cucito, del libro, si avvicenderanno segreti e storie: come quella della marchesina Ester, giovane sposa che dopo aver dato alla luce una bambina lascerà il marito, perché l’amore non era nulla dinanzi al blasone della casta, alla ricchezza. C’è poi l’americana, Lily Rose, un personaggio realmente esistito, una pittrice per diletto, una critica d’arte che venne ritrovata morta nella sua casa.
Tra orli, pizzi, nastri, sottovesti, abiti e drappeggi, pagina dopo pagina l’autrice ci conduce nella realtà del nostro passato, tra ingiustizie, moralità, difficoltà e privazioni. Per molti tratti sembra che la Pitzorno abbia basato il libro sulle sarte vissute nel secolo scorso, con un pensiero ed una dedica alle sartine che oggi, stipate una vicina all’altra cuciono per pochissimi soldi e vengono così sfruttate.

Angela Amendola 

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