Il Crocus tra storia e leggenda

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Un fiore davvero straordinario nel suo aspetto, facile da amare e particolarmente grazioso alla vista.

Ed in una sua variante è decisamente un toccasana per i nostri palati, giacché si tratta del fiore dal quale si ricava lo zafferano.
La sua fioritura, già conosciuta al tempo dei greci, è tipica di tutto il bacino del Mediterraneo, dalle lande dell’Asia Minore fino ad arrivare all’Africa Settentrionale.

Il nome con il quale è attualmente conosciuto deriva direttamente dal greco “kroke”, che tradotto significa “filamento”. La scelta nacque proprio per connotare la pianta in base ai lunghi stimmi del suo fiore.

Il fiore è citato da Omero nell’Iliade e nella descrizione del talamo nuziale di Giove e Giunone, il quale a detta del poeta era cosparso di fiori di croco.

Nella mitologia greca, Crocus era il nome del giovane che si innamorò della ninfa Smiliace.

La ninfa, purtroppo, era la favorita del dio Ermes (Mercurio per i romani), il quale per gelosia, trasformò Crocus in un fiore.

Per quanto riguarda le prime documentazioni scientifiche sul fiore, esse provengono da Teofrasto il botanico, discepolo di Aristotele, vissuto nel 300 a.C..

Il principale motivo di curiosità e di studio sul fiore sin da tempi molto antichi si deve al fatto che da questo fiore così delicato e armonioso si estrae una spezia di color oro ma più costosa dell’oro: lo zafferano.

Nel linguaggio ottocentesco il crocus era considerato il simbolo della giovinezza e della spensieratezza.

Questo significato era legato probabilmente al fatto che il crocus è una pianta molto precoce che fiorisce alla fine dell’inverno e rallegra i prati con il suo colore viola vivace.

Trandafira Nechita

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