I pensieri di una donna alla finestra

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C’è un pittore, John Patrick O’Brian, che nonostante sia contemporaneo, ha uno stile che fa pensare ai secoli scorsi.

Ha creato uno stile pittorico unico, definito come “realismo contemporaneo“.

La sua passione per la Francia, l’Italia e l’Irlanda, la si trova nelle ambientazioni romantiche di interni eleganti, scene di strada europee e nei caffè del quartiere.

John ha studiato presso la prestigiosa Art Student’s League di New York, dove ha successivamente mantenuto uno studio nel Greenwich Village, oltre a San Francisco e Parigi.

Le sue opere sono in molte collezioni private negli Stati Uniti e all’estero. O’Brian è morto nell’ottobre del 2004, all’età di 53 anni.

Per ricordarlo, in sua memoria, la moglie Martha, ha fondato l’O’Brien Center of the Art a Petaluma, in California.

Tra i tanti dipinti quello che a me piace di più è Donna davanti il balcone.

Nel quadro si vede la cura che il pittore ha avuto per i particolari.

Il tappeto persiano rosso, le poltrone con i cuscini colorati, tutto rimanda alle nostre case, che curiamo nei minimi dettagli.

Nella pittura romantica la finestra diviene una soglia aperta verso l’altrove, l’infinito cui il romantico anela.

Diventa un varco “immaginifico” dal quale si affacciano figure solitarie che guardano a un mondo esterno affascinante, agognato e temuto al tempo stesso.

La donna davanti il balcone è di spalle, totalmente immersa nel guardare ciò che è fuori.

E viene da chiederci chissà cosa starà pensando. Ignoriamo il suo viso, il suo mondo interiore si concentra nella sua figura quasi di schiena.

Il suo mondo interiore è come uno scrigno segreto, che si può contemplare solo da lontano.

Avrà dei ricordi, magari gli stanno passando davanti gli occhi nel momento in cui guarda fuori.

Non tutti i ricordi sono uguali.

Alcuni sono sani, altri no.

Un profumo o un cibo si insinua nella memoria olfattiva e la ricaduta è dietro l’angolo.

Una foto o una chat dà la tentazione di rivivere antiche emozioni che ti abbracciano all’improvviso stritolando.

Il passato fa parte del nostro patrimonio emozionale.

Talvolta lo arricchisce, talvolta lo appesantisce, altre volte distorce la percezione del presente.

Il passato, soprattutto quando non è stato adeguatamente elaborato, torna prepotentemente a disturbare il presente.

A inquinarlo.

Ci sono momenti, nell’arco della giornata, in cui riaffiorano i ricordi.

Belli, brutti, mi capita in momenti diversi.

A volte mentre bevo il mio caffè, mentre guardo la tv, sarebbe bello poter scegliere di rivivere solo quelli belli ma non si può, purtroppo.

Anche perché sono importanti nella nostra crescita esperienziale ed interiore.

Come non ricordare questa bella poesia di Antonia Pozzi legata ai ricordi.

Amore di lontananza

Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
(Antonia Pozzi)

Angela Amendola 

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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