Fisarmonica mon amour

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Verso i 15 -16 anni di età ho avuto un’amica segreta che ogni sera abbracciavo e stringevo fortemente a me… cosa avete capito?

Non si trattava di una persona ma di uno strumento musicale, speciale, dalla voce malinconica e vibrante, la fisarmonica.

All’epoca, benchè già alle superiori le classi fossero miste e ci si approcciava alle amicizie femminili con timidezza, l’amicizia era quasi sempre inscindibile da un rapporto amoroso.

Ben inteso, questa era la regola ma naturalmente le eccezioni erano frequentissime, sia per la nascita di movimenti politici contestatari che facevano ritrovare insieme studenti di sesso diversi, che per l’emancipazione delle donne iniziata oltre 10 anni prima.

Ma torniamo alla mia amica; nel mio rione, nonostante il basso tenore di vita e i numerosi figli, l’amore per la musica era primario.

Le nostre mamme per le quali noi eravamo dei campioni, nutrivano il recondito desiderio che si diventasse fuoriclasse di uno strumento musicale.

Inoltre anche qualche genitore aveva coltivato una discreta padronanza strumentale e approfittando di qualche calice di vino, non perdeva occasione di esibirsi rallegrando l’intero rione, coinvolgendo i propri figli che apprendevano i primi rudimenti della musica.

Il mio primo strumento me lo regalò mia madre e lo acquistò udite, udite, ancor prima di Amazon, addirittura per corrispondenza dalla ditta “Bagninial prezzo di 30.000 lire in 6 rate di 500 lire al mese.

Lo strumento c’era, il discente pure, mancava il maestro.

Ben prima di me, due miei carissimi amici, Franco e Tonino avevano iniziato lo studio di questo splendido strumento, e tra di noi insorse una piccola guerra fredda per chi fosse più bravo e potesse fare inorgoglire i propri genitori.

Io fui indirizzato da Mariuccia, che era la nipote della nostra “levatrice”.

Alle prime lezioni mi rivelai uno studente promettente ma incostante.

Il peso della fisarmonica portandola a zaino, mi faceva barcollare all’indietro e un po’ la derisione degli altri ragazzi del rione che mi istigavano a cimentarmi in giochi ritenuti più virili, mi fece desistere dagli studi.

Per quasi 10 anni la fisarmonica restò chiusa in un armadio.

Conobbi Ruggero, un mio fraterno amico ora scomparso, che suonava l’organo e le tastiere in alcuni gruppi musicale locale.

Lui mi fece appassionare alla musica, lui che con il suo organo riusciva ad eseguire brani anche di autori dell’epoca, come i Vanilla fudge, Pink Floyd, Deep Purple e altri.

Era un vero talento, che è rimasto nei cuori di tutti i musicisti lametini.

Mosso dal desiderio di emularlo ripresi la fisarmonica che giaceva coperta e riposta in un armadio, cominciai a suonarla, prima  ad orecchio, poi avvertendone la necessità, iniziai lo studio della grammatica musicale e della tecnica fisarmonicistica, cimentandomi nello studio della tastiera e del pianoforte.

La fisarmonica è uno strumento aerofono ad ance libere di metallo, che vengono messe in vibrazione dall’aria spinta da un mantice.

L’aria viene immessa da in due casse contrapposte nelle quali sono disposte in diverse fila dette soniere, numerose ance metalliche.

Tramite un meccanismo di leveraggi e molle comandato da due tastiere vengono aperti appositi fori ricavati sul fianco delle due casse e poste in corrispondenza delle soniere.

La tastiera di sinistra comanda i bassi, di cui alcuni producono suoni singoli, altri accordi completi.

La tastiera a destra può essere a pianoforte o a bottoni  .

Il cugino della fisarmonica è l’organetto che, è bitonico cioè lo stesso tasto produce una nota ad aprire e un’altra a chiudere il mantice, mentre la fisarmonica un tasto produce una sola nota sia che si apra o chiuda il mantice.

La fisarmonica non è molto utilizzata nella musica leggera ha fatto la sua comparsa in alcuni brani tra cui il più rappresentativo è “La fisarmonica” di Morandi e in alcuni brani ha lasciato la sua particolare impronta, vedi ad esempio la chiusa del brano di “Storia d’amore” di Celentano, “Un giudice” di De Andrè-PFM, “Tieni il tempo” degli 883.

Io ho avuto il privilegio di ascoltare live 4 anni fa Richard Galliano, uno dei massimi rappresentanti della fisarmonica, che l’ha introdotta nel Jazz, e a fine spettacolo sono riuscito ad avvicinarmi a lui e ho avuto un autografo sul suo Cd che conservo al fianco della mia 120 bassi.

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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