Fernando Botero (parte prima)

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FERNANDO BOTERO (parte prima)
“I Ballerini”
olio su tela

Fernando Botero Angulo, pittore, scultore e disegnatore colombiano, nasce a Midellìn nel 1932.

Geniale, fuori dagli schemi, Botero è oggi un tassello fondamentale dell’arte contemporanea.

Avventuroso, curioso sin da giovane, viaggia moltissimo per l’Europa.

Soggiorna in Spagna, dove conosce le opere di Goya e Picasso.

Si reca poi a Parigi, dove studia l’avanguardia francese. Ma poco tempo dopo, deluso dalla nuova corrente, l’abbandona .

Successivamente arriva in Italia, entrando in contatto con il Rinascimento italiano e appassionandosi ad artisti come Giotto e Andrea Mantegna di cui riprodurrà diverse copie.

Rientra in Colombia, ma presto si trasferisce in Messico, dove la sua arte attraversa un momento cruciale: qui sperimenta le dilatazioni di volume che contraddistingueranno per sempre le sue opere.

Soggiorna per qualche tempo anche a New York, ma insoddisfatto ritorna nuovamente in Europa.

A Parigi si dedica quasi esclusivamente alla scultura, le cui forme non si discostano dalle sue opere pittoriche: figure dilatate e in un certo modo grottesche.

Assecondando questo interesse per la scultura, l’artista si trasferisce nei pressi di Lucca, in Toscana.

Anche nelle sculture le basi concettuali appaiono sempre le medesime: fra le tante possiamo ricordare opere celeberrime rivisitate, come la “Gioconda” di Leonardo o i “Duchi di Urbino” di Piero della Francesca.

Nulla sfugge alle rappresentazioni bizzarre dell’artista, neppure le immagini sacre: famosissime le opere in cui egli ripercorre tutti i passaggi della Via Crucis, dalla flagellazione, fino alla crocifissione e alla deposizione.

Il grande merito di Fernando Botero è stato quello di dimostrare, nel corso della sua carriera, di poter adattare il proprio stile a qualsiasi tematica, capace di trasmettere un senso di tranquillità pur rappresentando scene religiose drammatiche e a volte crudeli.

Botero, quindi, come il suo predecessore Antonio Bueno, spiega che non dipinge soggetti obesi, ma la sua pittura è solo una dilatazione dei volumi e dei colori.

Come questa opera, fra le sue più belle.

“I BALLERINI”

I protagonisti di questo dipinto, come suggerisce il titolo “I ballerini”, sono due danzatori di tango argentino.

Ballano con uno sguardo fisso, immersi in una realtà propria del pittore colombiano.

L’espressione dell’uomo e del suo viso non è definibile, gli occhi sono sempre rivolti verso il basso, come se stessero osservando qualcosa di vago, senza guardare nello specifico in nessuna direzione.

L’opera, se notate, nonostante i volumi, esprime una sensazione di leggerezza.

Proprio per questo motivo induce ad una piacevole ironia per chi, incuriosito, cerca di scorgere un significato o un messaggio che esula da quanto si osserva nel dipinto. Lo stile di Botero attraverso la danza riassume eleganza e raffinatezza.

“I ballerini”, nonostante il degrado evidente del locale, con il loro atteggiamento e il modo di reggersi a vicenda richiamano al divertimento e alla spensieratezza della serata rappresentata.

All’interno della tela appaiono altri oggetti, come parte di un tavolo con un bicchiere poggiato sopra, una bottiglia vuota sul pavimento, lampadine di vario colore, una tenda con fiori rossi e diversi mozziconi di sigarette sul pavimento.

La particolarità della sua pittura è anche la dilatazione degli spazi, il tipo di rappresentazione scelta per dipingere la scena di tango argentino tende a far emergere aspetti che non si ritrovano nel quotidiano.

Il colore rimane tenue, mai accentuato, con l’assenza quasi totale delle ombreggiature, perché, come spiegava lo stesso pittore, «sporcherebbero l’idea del colore che desidero trasmettere».

A prevalere, molto amati dal pittore colombiano, sono soprattutto colori come il giallo e il rosso, ma stesi con pennellate piatte ed uniformi.

Ferdinando Botero ha dedicato molte opere al tango argentino, probabilmente ammirato, non solo dalla bellezza del ballo in sé, ma soprattutto affascinato dalla voce di Carlos Gardel, un personaggio di spicco nella storia del tango e della musica in generale.

La maggior parte delle tele del pittore sono omaggio quindi al grande musicista colombiano, perché il tango gli evocava una profonda sensualità.

Botero, tutto sommato, non è un pittore realista. Le sue figure sono ancorate alla realtà, ma non la rappresentano. Usa la deformazione come accostamento della trasformazione della realtà in arte.

L’artista, come ha avuto modo di affermare, associa le forme dei suoi soggetti al piacere, all’esaltazione della vita, perché comunica positività, vitalità, energia, desiderio: tutti concetti che hanno a che fare con la sensualità, intesa non tanto in senso erotico quanto come espressione di piacere.

CONCLUDENDO:

Botero, uomo molto credente, durante la sua carriera, ha affrontato anche temi tragici e religiosi nelle sue opere, a cominciare dalla Passione di Cristo, a cui ha dedicato un ciclo di dipinti.

Per alcuni critici le sue opere sono poco serie, infantili, quasi naif. Per altri sono ripetitive e noiose. Per altri ancora sono dotate di un significato profondo e politico (una critica alla società dei consumi, e via dicendo).

Quel che è certo è che Fernando Botero è un artista con la A maiuscola e, come tutti gli artisti geniali, fa e farà discutere ancora per molto tempo.

Bruno Vergani

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