Federico Zandomeneghi (parte prima)

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Federico Zandomeneghi

(parte prima)

“Place d’Anvers”

Olio su tela, cm. 104×135,5

Piacenza Galleria d’Arte Moderna.

Federico Zandomeneghi nasce a Venezia nel 1841.

Nel 1856, sempre a Venezia, si iscrive all’Accademia di Belle Arti.

Nel ’59 lascia la città veneta per sfuggire alle armi e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Milano, dove conclude i suoi studi.

Prende parte alla spedizione garibaldina terminata con l’armistizio di Villafranca e, nel ’60, partecipa all’impresa dei Mille, seguendo Garibaldi in Sicilia.

Al ritorno, non potendo raggiungere Venezia in quanto ricercato per diserzione, fa tappa a Milano.

Durante l’estate del ’62, nel tentativo di rientrare nella sua città, è arrestato dalla polizia austriaca.

Grazie all’aiuto di alcuni amici riesce a evadere e, nello stesso anno, giunge a Firenze.

Qui entra in contatto con l’ambiente artistico del caffè Michelangiolo.

Legandosi soprattutto a Martelli, Signorini e Lega, ne condivide le ricerche artistiche

Viene così alla luce l’adesione di Zandomeneghi alla poetica macchiaiola come “La lettrice” e “Gli innamorati” (nella foto).

Dal ’66, dopo essersi arruolato ancora una volta al seguito di Garibaldi, viaggia tra Venezia e Firenze, effettuando un lungo soggiorno a Roma nell’inverno ’72.

Nel ’74 parte alla volta di Parigi per un lungo viaggio che si sarebbe protratto per tutta la vita.

Superate le iniziali difficoltà economiche, condivide le ricerche degli “indépendants”, divenendo con Degas uno tra i più assidui frequentatori del Caffè de la Nouvelle Athènes.

Ma dal ’78 si avvia a vivere da protagonista la vicenda umana e pittorica dell’Impressionismo.

Aderisce completamente ai nuovi indirizzi della pittura francese sia nella gamma cromatica sia nella scelta dei temi avvicinandosi sempre più a Pissarro, Sisley e Degas.

Con questi dal ’79, partecipa alle mostre degli Impressionisti.

Nel ’94 inizia il rapporto con il grande mercante Paul Durand-Ruel.

Muore a Parigi nel 1917.

“PLACE D’ANVERS”

“Place d’Anvers”, e’ un olio su tela di grandi dimensioni, in cui l’artista riproduce fedelmente quello che sta avvenendo nella celebre piazza parigina.

Zandomeneghi (Zando’ per i francesi) abitava lì vicino e con quest’opera riesce a rendere uno scorcio urbano a lui ben noto attraverso un taglio prospettico molto audace all’interno del quale si muovono le diverse figure.

Guardandolo attentamente il dipinto lascia letteralmente senza fiato. I puntini di colore, che affollano a migliaia la tela, danno sapientemente forma a figure luminose, mano a mano che ci si allontana dal quadro.

D’altra parte, proprio a Zandomeneghi va il vanto di avere osato confrontarsi con gli artisti francesi, essendo stato il pittore della “modernità” con un brillio più frequente di luci.

CONCLUDENDO:

Singolare meditazione delle forme, calibrate entro la visione impressionistica, “Place D’anvers è sicuramente uno dei suoi maggiori lavori e la veloce pennellata e il ricorso alle ombre colorate ricordano il grande Renoir.

Ma la stesura cromatica a puntini sembra addirittura anticipare certe soluzioni divisioniste di Seurat, senza però voler raggiungere quella scientificità.

Bruno Vergani (clicca sul mio nome per leggere i miei articoli)

 

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