“Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s’immaginò di trovar modo di comunicare suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benchè distante per lunghissimo intervallo luogo e tempo ,… parlare a quelli che non sono ancora nati nè saranno se non di qua a mille e diecimila anni e con qual facilità, con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta“.
G. Galilei
In queste poche frasi Galilei elogia la scrittura, la cui grandezza è per lui inversamente proporzionale alla semplicità dell’invenzione.
La nostra storia è stata regolata, organizzata, magnificata dai libri, si pensi alla Bibbia, al Corano, ai Codici giuridici di Hammurabi…con quei “venti caratteruzzi sopra una carta”.
C’è chi della scrittura ne ha fatto una ragione di vita, chi in essa effonde il suo sentimento, e c’è chi tramite la scrittura resta ai posteri.
Attualmente la scrittura è supportata dai moderni mezzi di comunicazione cha hanno potuto dare a tutti la possibilità di esprimere idee, opinioni, sentimenti.
I prodotti letterari sono soggetti a delle regole, scrivere non è solo esercizio di abilità lessicale ma di contenuti.
La figura preposta alla valutazione e alla proposizione delle opere di scrittura è l’editore ed è con molto piacere che oggi incontro per un’intervista il mio editore, l’Ing. Giuseppe De Nicola, editore di ScrepMagazine e presidente di Accademia Edizione ed Eventi.
Cosa significa essere una Casa Editrice Indipendente?
L’editore indipendente è colui che si pone fuori dalle concentrazioni editoriali e dai circuiti distributivi lavorando prima di tutto sulla propria identità e ponendo attenzione quasi esclusivamente a chi scrive e a chi legge. Purtroppo oggi le librerie sono in mano a pochi grandi marchi e diventa difficile per un piccolo editore indipendente “entrare” in tali punti vendita. Per questo è necessario aprire nuovi spazi autonomi come può essere un “proprio negozio su web” per far incontrare i propri libri con i propri lettori. Tra l’altro ciò assume oggi anche una valenza “etica” a livello ambientale oltre ad avere connotati di “particolare rispetto” per il lavoro di chi scrive. In sostanza l’attuale distribuzione veicola enormi quantità di libri presso le librerie con modalità commerciali estremamente discutibili e che penalizzano a livello economico sia chi scrive sia l’editore. Quello però che più mi irrita è che i libri non venduti tornano indietro proprio all’editore che quindi assume su di sé tutto il rischio imprenditoriale e poi irrimediabilmente vanno al macero: carta, inchiostro, energia, lavoro tutto gettato via… e l’ambiente “ringrazia”!
Accademia Edizioni ed Eventi: perché avete deciso di chiamarvi così?
Per lavorare prima di tutto sulla nostra identità, come dicevo precedentemente. In sostanza il progetto “Accademia E&E” intende aggregare (in ACCADEMIA) amanti della cultura, della scrittura, dell’arte, della musica,…ecc…, in una Associazione orientata a tre obiettivi specifici, peraltro particolarmente sfidanti e per questo, indubbiamente, “non per tutti”: avere a disposizione strumenti per poter “mostrare” ciò che si sa e che si ama fare (es. canali FB, TWITTER,…ScrepMagazine); poter trasformare ciò che incontra il gradimento dei lettori, dei fans, dei follower in libri, brani musicali, quadri,…ecc…(EDIZIONI) ed infine collaborare tutti insieme, in una sorta di rete per divulgare “dal vivo” (EVENTI) il proprio talento, le proprie opere, la propria musica…
C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler diventare editore?
Sì. Una serata uggiosa a Roma nella quale, non sapendo che fare, lessi un articolo sul Sole 24 Ore in cui, disperatamente, si metteva in evidenza che in Italia TUTTI SCRIVONO ma POCHI LEGGONO con evidenti conseguenze sulla qualità della cultura. Per scrivere “cose belle” occorre prima di tutto leggere tanto e poi avere una esistenza ed una sensibilità “non banali”. Peraltro questa cosa nel tempo è diventata una questione ben più ampia dato che nell’Italia del nuovo millennio TUTTI PARLANO ma I PIÙ IGNORANO anche perchè non leggono.
Quali sono i criteri con cui decide se un manoscritto merita la pubblicazione?
Metodo semplice e quasi completamente democratico. Su ScrepMagazine esiste una rubrica che si intitola “Sette Pensieri Sette” in cui tutti i Soci di Accademia possono inserire i propri scritti. Dal magazine poi ogni Socio ha la possibilità di condividere e divulgare quanto scritto su tutti i canali di Accademia e anche sui propri gruppi FB, profili, amici, siti web, Twitter,…ecc…potendo così farsi conoscere e nel frattempo verificare il gradimento su quanto scritto. Se il riscontro è significativo e il Socio decide, poi si verifica la possibilità di realizzare un libro, un CD,…ecc. Metodo appunto “quasi democratico” perché alla fine fine fine … decido io…
Quanto contano il curriculum, il carisma o la notorietà dell’autore ai fini della pubblicazione?
Abbastanza ma non è tutto perché per quanto detto sopra, “il Metodo Accademia E&E” è principalmente orientato a scoprire nuovi talenti oltre che ad aumentare la platea dei propri lettori. Come ovvio se un Autore Socio di Accademia dovesse avere un “grande successo” col suo libro, io per primo sarei felice potesse “trasferirsi” presso una Casa Editrice “grande, affermata ed importante”.
Perché spesso accade che per anni un testo venga rifiutato e d’improvviso diventi un bestseller mondiale?
Sì certo può capitare però, come detto, in Accademia esiste una specie di “verifica di gradimento” a priori, sia dell’opera che dell’autore, tutto fatto a monte prima di pubblicare.
La storia è piena di libri rifiutati dalle case editrici e di libri che non sono stati sempre compresi dai lettori. Giuseppe, le è capitato di rifiutare un manoscritto?
Sì. Tanti. In Italia come ho già detto tutti scrivono, tutti fanno musica, politica, quadri,… ma producendo, molto spesso, cose impresentabili. Poi capita di aver a che fare con una persona magari modesta, di non grande cultura ma con la passione della lettura piuttosto che della musica, capace di creare cose davvero incredibili ed inattese.
Qual è il pubblico ideale? A che lettore pensa quando accetta un manoscritto da pubblicare?
Il pubblico ideale non esiste. Il pubblico si crea attorno a degli interessi, a delle tendenze, a dei personaggi, a dei temi di attualità oppure attorno alla voglia di evadere da essa. Esistono più che un pubblico, tante sensibilità che il vero artista è in grado di recepire, incontrare, tradurre, condividere e a cui dare voce.
In che stato si trova la letteratura italiana oggi? Vede delle mancanze rispetto al passato o trova che ci siano dei germogli interessanti?
La mia è una opinione direi particolare, soggettiva, forse anche originale. Se ci si guarda attorno, non so voi, ma io ho l’impressione di “un grande appiattimento culturale” unito ad una voglia esagerata di emergere, di “far soldi facili” solo cambiandosi d’abito e andando in quel locale a fare selfie poi da “instagrammare” affinchè un “popolo di pecore” segua quella tendenza, vada in quel locale dove è stato fatto il selfie dell’influencer ad “auto-selfie-arsi” a sua volta per dire che “c’ero anche io”, magari con abiti simili per “seguirne la moda”… Non solo. Questo riguarda anche l’enorme produzione letteraria, musicale,… proprio perché “i vari circuiti” hanno un grande bisogno direi vitale di immettere nuova carta, nuove note proprio per ridurre il rischio economico (in realtà non riducono un bel nulla ma lo spostano solamente). È mia opinione che anche “l’operazione di elevare” il numero dei laureati in Italia attraverso percorsi formativi più brevi, più facili, abbia diseducato al lavoro, all’artigianato, alla manualità, all’approfondimento, alla ricerca. Tutto oggi deve essere facile, veloce e può esserlo anche grazie agli strumenti offerti dalla tecnologia. Beh questo produce solo un popolo di ignoranti arroganti che sgomitano a fior di tatuaggi nelle varie “isole” e “case” offrendo esempi discutibili e confermando tendenze “cerebrali” al ribasso. In questo contesto si inseriscono poi i media che parlano sempre poco se non meno dei talenti, delle ”cose buone”, di cultura, d’arte, ecc…sul fatto che queste sono i veri valori se non tesori, ponendo per “elevare lo share” l’accento in modo importante sulle tragedie, sui pettegolezzi, sugli assassini e relativi processi. Tutto il resto è “fuffa”. Se non accade presto una inversione di tendenza, sarà sempre peggio. Come si vede in questo “contesto socio-culturale” i germogli seccano prima di sbucare dal suolo e se “sbucano” magari hanno davvero pochissime opportunità per mostrarsi. Ecco il senso di Accademia E&E.
Quali sono i maggiori difetti dei manoscritti che riceve?
La grammatica, la sintassi, la banalità alla “cuore che fa rima con amore”… e la triste insistenza di coloro che insistono a scrivere frasi da diario d’adolescente.
Ci sono libri che avrebbe voluto pubblicare?
Più che libri avrei voluto pubblicare la musica dei Genesis e della PFM ed organizzare concerti per loro magari con tante bancarelle che distribuivano gratis libri anche usati sulla grande storia, letteratura, arte,… italiane. Magari qualcuno avrebbe capito che non si fanno le dichiarazioni d’amore con le bombolette spray sulle mura Aureliane di Roma e che Dante, Petrarca, Boccaccio, ecc… in un certo senso, sono anche loro nonni.
Crede che il particolare momento che stiamo vivendo dia un po’ di ossigeno all’editoria con nuove pubblicazioni? Si scrive di più?
No non credo. Anzi ritengo che la routine forzata in casa appiattisca anche la creatività, almeno in generale…ed incrementi solo la pancia.
Giuseppe, dalla sua professione che è l’Ingegneria Aerospaziale all’Editoria. C’è un filo conduttore che li lega?
Non lo so. Di certo negli anni ho potuto constatare che esiste una strana coincidenza fra i “mestieri legati allo spazio” e l’arte. Molti miei colleghi, infatti, sono musicisti, scrittori, pittori… Ripeto non lo so. Forse l’esigenza di precisione, studio ed aggiornamento, di affidabilità,… legati alla mia professione porta a “lasciare libera la mente” fra le cose dell’arte, della creatività.
Qual è lo scrittore che legge con piacere?
Non ce ne sono tanti a dire il vero, ma di certo mi piacciono i romanzi di Nathaniel Hawthorne ed in particolare le “Lettera scarlatta”.
Il libro che sta leggendo ora?
Domanda di riserva? No in questo particolare momento della mia storia davvero mi manca il tempo anche per le cose più banali. Sono costretto per questioni famigliari, a fare mille cose che a volte vado talmente di fretta che se mi guardo allo specchio non mi vedo…
Ha una poesia a cui è legato e se sì, perché?
Bah a dire il vero una che ho scritto per ricordare mio padre in cui c’è tutto ciò che di importante lui mi ha insegnato facendomi diventare quello che sono.
Lei ha un passato da musicista (amatoriale), cosa pensa dei reality musicali, trova i giovani più preparati musicalmente di qualche anno fa? O sono solo dei prodotti di marketing musicali senza avere doti particolari?
Io suonavo quando la musica veniva suonata e le canzoni cantate davvero. Adesso l’elettronica ha fatto così tanti passi in avanti che un musicista assomiglia sempre più a un tecnico del suono che ad un creativo. Gioco forza i giovani di adesso in pochissimi casi possono definirsi “veri musicisti”. Purtroppo molti di essi non sono preparati come tali, spesso esagerano nel look, negli atteggiamenti con testi “vomitati e magari aggressivi e sconci” proprio per compensare la loro “ignoranza musicale” puntando più sul “personaggio”. Di contro occorre mettere in evidenza che i vari generi musicali parlati tipo rap, trap, hip hop,… hanno fatto emergere molto più i testi rispetto alla musica e alle doti canore con ulteriore, definitivo appiattimento di queste ultime. Se fate caso, infatti, non si sentono vere e proprie novità musicali, originali, nuove….tutti parlano, discorsi logorroici, i più sono “incazzati” e tutti quelli che cantano nei vari reality restano dei “bravi più o meno anonimi”. Concludo con un esempio. Ascoltare con attenzione un brano dei Genesis, (come ad esempio Firth Of Fifth) fa comprendere cosa vuol dire complessità vocale e strumentale e fa davvero pensare a dei musicisti, ad un genere che può piacere o no ma è originale, si distingue ed è artisticamente non alla portata del primo che “imbraccia una chitarra”… e questo è quello che ho cercato di trasmettere anche a mio figlio Antonio Donatello quando ha deciso di fare musica…
https://www.youtube.com/channel/UCqO80ZOjh-RtDCpex0Lx69Q
Tre aggettivi per definirsi…
Sincero, onesto, creativo non solo su “cose importanti” ma spesso anche per far scherzi e due risate.
Progetti per il futuro?
Uscire, fare eventi, incontrare la gente, viaggiare, ascoltare versi e musica insieme nei posti belli dell’Italia per ritrovarsi alla fine a far festa davanti agli splendidi piatti e vini della cucina italiana…
La cultura è studio, fatica, lavoro, impegno, sogni, emozioni, sguardi, sorrisi, rispetto, sensibilità, … ma non serve se alla fine di tutto non la si condivide in tanti anche a far festa davanti ad un piatto di spaghetti alle vongole “bagnati” da un Greco di Tufo del 1986…ed infine grosse novità proprio nel prossimo anno che riguarderanno questo magazine e il lancio della nostra Etichetta Musicale “ZBL Music&Video”…in cantiere!
Proprio questo è e vuol essere Accademia E&E, piccoli e grandi progetti in compagnia…perché anche negli anni “20” del “2000” l’Unione continuerà a fare e dare Forza!
Angela Amendola
Clicca sul link qui sotto per leggere l’articolo precedente:
La storia del “criminale” all’incontrario, di Francesca Rita Bartoletta