Intanto un vento di mare soffia su spiagge deserte, tralascia le pietre, abbraccia gli alberi immersi in una lontananza nuova e senza più ricordi.
Noi inventiamo nuove parole perché non riusciamo più a trovare quelle antiche, ci siamo dispersi e le antiche parole hanno preso altra direzione, neanche il vento di mare riesce a riportarle indietro, neanche il più profondo dei nostri pensieri potrà ricreare un’opera d’arte di cui non abbiamo disegnato una bozza di base.
Ti rievoco guardando una foto non nostra, un abbraccio mai esistito che oggi, se si potesse, sarebbe forte, lungo, caldo.
Ma il tempo non ci ha regalato la possibilità di prendere coscienza di quanto avremmo perduto lungo la strada dell’infinito.
Intanto un vento di mare mi porta una rosa vellutata attraverso uno sguardo distratto, ma quella rosa rossa si è fotografata nella mente ed è per te e per me, per noi, è lontana, fa parte di quell’irraggiungibile che ci unisce nella nostalgia di un paesaggio in cui i binari di una vecchia stazione ci portano il legame illusorio di una stabilità di un “qui” e di un “ora” che il vento ha spazzato via dai fragili equilibri della nostra psiche.
La villa comunale non ha più panchine, il vento di mare non ci porterà musica francese, io mi siedo sulla riva ad accogliere un vento di mare che mi riporta parole antiche di solitudini tra pietre bianche miste a conchiglie.
“Je construis des images suggestives de toi”.
Tommaso Cozzitorto
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