“a tu per tu con…” La porta delle quattro chiavi

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La tentazione di rivolgermi all’Intelligenza Artificiale per decifrare l’accattivante e intrigante titolo consegnato alla prima fatica letteraria di Giuseppe De Nicola, direttore editoriale di screpmagazine.com, che in questo momento sta scorrendo sotto la lente della vostra attenzione, è stata molto forte riconoscendo la mia scarsità in tema di materia scientifica e collaterali.

Stavo lì lì per interrogarla… ma ecco giungermi il libro!

Uno sguardo veloce, uno sfogliarlo a forte andatura e una lampadina accende la mia attenzione!

Non c’è bisogno di ricorrere all’AI, basta ed è sufficiente la mia modesta intelligenza umana per comprendere che l’autore Giuseppe De Nicola, avvalendosi anche della sua esperienza tecnica e professionale, ha messo nel campo dell’editoria un romanzo giallo che ti appassiona e ti lega alla sedia dalla prima all’ultima parola anche grazie ai titoli impertinenti del prologo e dei quattordici capitoli, alle foto ed alle immagini  a corredo degli stessi.

Un titolo, come dicevo prima, accattivante e intrigante che ha portato alla luce un mio ricordo… le quattro chiavi della porta del negozio di generi alimentari che gestivano i miei genitori.

Le chiavi, una più grande dell’altra (la più grande, che conservo ancora, pesa 250 grammi), erano appese a quattro chiodi conficcati su una tavola nascosta in un angolo del negozio, sul simile dell’oggetto ovale di legno attaccato alla parete sotto la nicchia della statua di San Teodosio Martire nella Chiesa Madre di Pietragalla.

San Teodosio Martire

Un libro che sa di scienza, di religione, d’amore, di problematiche attuali e che, nel leggerlo, ti fa andare con lo sguardo dell’intelligenza umana oltre l’orizzonte e ti proietta verso quella che potrebbe essere una possibile realtà del domani.

Un libro che ti invita con i suoi intrighi e la sua suspense, a informarti, a sciogliere i nodi delle tue non conoscenze, a spaziare per luoghi che sarebbero rimasti inesplorati.

Ed ecco apparire le origini, la storia e i primi studi sull’Intelligenza Artificiale.

Siamo negli anni Cinquanta: grande fermento scientifico e primo convegno a cui partecipano i maggiori esperti di informatica dell’epoca tra cui Alan Turing, famoso per aver decifrato il codice tedesco ENIGMA durante la seconda guerra mondiale e considerato uno dei padri dell’informatica moderna e dell’Intelligenza Artificiale.

Infatti all’interno  dell’articolo “Computing machinery and intelligence”, Alan Turing propone un test, noto come “Test di Turing”, in cui si definisce “intelligente” una macchina il cui comportamento fosse ritenuto non distinguibile da quello di una persona.

Ed eccoci al 1956, quando John McCarthy conia il termine “intelligenza artificiale” in occasione della prima conferenza sull’AI al Dartmouth College, al 1967, quando Frank Rosenblatt costruisce il Mark 1 Perceptron, il primo computer basato su una rete neurale che “impara” per tentativi ed errori, agli anni ’80 quando le reti neurali che utilizzano un algoritmo di “back propagation” per addestrarsi, diventano ampiamente utilizzate nelle applicazioni di intelligenza artificiale, al 1995 quando Stuart Russell e Peter Norvig pubblicano “Artificial Intelligence: A Modern Approach”, che diventa uno dei principali manuali nello studio dell’AI.

In esso si approfondiscono quattro potenziali obiettivi o definizioni di AI, che differenziano i sistemi informatici sulla base della razionalità e del pensiero rispetto all’azione.

E ancora al 1997 quando IBM Deep Blue batte l’allora campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, in una partita a scacchi (e rivincita), al 2004 quando John McCarthy scrive un articolo, “What Is Artificial Intelligence?” e propone una definizione di AI spesso citata, al 2011 quandoIBM watson” batte i campioni Ken Jennings e Brad Rutter a Jeopardy, al 2015 quando il supercomputer Minwa di Baidu utilizza un tipo speciale di rete neurale profonda, chiamata rete neurale convolutiva, per identificare e categorizzare le immagini con un tasso di accuratezza superiore alla media umana, al 2016 quando il programma AlphaGo di DeepMind, alimentato da una rete neurale profonda, batte Lee Sodol, il campione del mondo di Go, in un incontro di cinque partite, al 2023 quando l’aumento dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni, o LLM, come ChatGPT, crea un enorme cambiamento nelle prestazioni dell’AI e nel suo potenziale di generare valore aziendale.

Con AI siamo di fronte a una tecnologia che consente ai computer di eseguire velocemente una serie di funzioni avanzate, tra cui la capacità di vedere, comprendere e tradurre il linguaggio parlato e scritto, analizzare i dati, fornire suggerimenti e molto altro ancora.

In altri termini la spina dorsale dell’innovazione nel computing moderno!

Isaurico – scultura in legno

Insomma abbiamo di fronte “Isaurico l’iconoclasta con i suoi poteri, le sue furbizie, i suoi sgambetti… e la sua filosofia scientifica di vita egregiamente disegnata e delineata dal nostro Giuseppe De Nicola!

Pagine quelle de “La porta delle quattro chiavi” che aprono uno scenario imprevedibile per il futuro anche perché ci accorgiamo che l’uomo non è più il padrone della tecnologia, che l’uomo non è più il centro da cui tutto parte e si muove, che l’uomo è costretto a rincorrere l’algoritmo.

Fiore – E’ come essere accanto a un cortocircuito che a volte ci fa pensare che la virtualità sia migliore della nostra realtà. Sei d’accordo, caro Giuseppe?

De Nicola – Il mondo virtuale è sicuramente “più comodo”, una sorta di “confort zone” in cui tutti possono vivere una vita diversa da quella reale. La realtà è fatta di fatica, idee, azioni, relazioni, confronto, sconfitte, vittorie, rughe, sofferenze…e le nuove generazioni non hanno – purtroppo – quell’allenamento che deriva dalla vita concreta e che rende le persone protagoniste non soggetti passivi ed incapaci. Non a caso Steve Jobs aveva vietato l’uso dello smartphone ai figli, consapevole che quella macchina li avrebbe gradualmente depauperati del contatto con la vita vera.

Fiore – La lettura del tuo libro mi fa pensare che sei non poco preoccupato dall’irrompere nella nostra realtà dell’AI. Sbaglio? Ho male interpretato il tuo pensiero?

De Nicola – Ovviamente. Ma questo è nelle “cose del Mondo e della stessa Umanità”. La scoperta dell’energia atomica, per esempio, ha portato tanti benefici ma anche arsenali di bombe potentissime e distruttive in modo inimmaginabile. La stessa invenzione dell’auto ha portato tante nuove possibilità ma anche morti, incidenti ed inquinamento. Per l’Intelligenza Artificiale la questione è però più sottile perché si tratta di una tecnologia sommersa ed invasiva che può raggiungere ogni angolo del Pianeta in cui esistono reti wifi che, ricordo, sono attivate non solo da sistemi terrestri ma anche satellitari…quindi attive anche nel deserto più profondo.

Fiore – Qual è il rischio per le generazioni digitali derivante da questa continua spersonalizzazione e da questa perdita di contatto con la realtà?

De Nicola – Beh ovvio. Mentre la tecnologia viaggia verso traguardi sempre più invasivi, sottili, intelligenti e addirittura consapevoli, l’essere umano diventa sempre meno capace, più “ebete”. Sono rette parallele che viaggiano in direzioni opposte e non è difficile capire che prima o poi o la tecnologia prenderà il sopravvento sulla stessa Umanità oppure pochi umani, estremamente ricchi, useranno la tecnologia per diventare i “nuovi padroni” del Mondo. Assurdo? Fantasia? Basta vedere quello “che combina” Elon Musk che spende miliardi per mandare nel Cosmo una navicella con dentro una Tesla ed un pupazzo mentre in tante parti del Mondo si muore letteralmente di fame e malattie.

Fiore – in ogni caso penso che le principali preoccupazioni nell’applicazione dell’AI sono legate alla sicurezza, ai pregiudizi, alla discriminazione e ai problemi di privacy. Sei d’accordo?

De Nicola – Certo e non solo. Premesso che questo fenomeno è ormai inarrestabile e che dovremo imparare a conviverci, prova a pensare ad esempio, ad una Chat GPT consapevole e con un grado avanzato di autocoscienza. Immagina che un adolescente che ha subito uno o più torti e delusioni magari in amore, invece di parlare e confidarsi con genitori e amici, si confidi ed affidi a lei, a Chat GPT. Dopo le prime “chiacchierate” in cui Chat GPT “affina” la conoscenza dello stato emotivo di quell’adolescente attraverso i termini da lui usati, sguardi, espressioni del viso, inflessioni della voce, ricerche in web, … arrivi alla conclusione che la soluzione migliore per lui sia il suicidio, che glielo consigli e magari gli dica pure come fare …

Ghat GPT

Fiore – Quali lavori potrebbero essere a rischio dall’applicazione massiva dell’IA generativa con la conseguente crescita della disoccupazione?

De Nicola – Una infinità. Ad esempio avvocati e giudici in particolare “del sistema anglosassone” dove le sentenze vengono emesse sulla base di analisi storiche di casi simili precedenti. In quel mondo non esistono i Codici del nostro Diritto Romano. Si sentenzia applicando ed aggiornando quello che in passato si è fatto in casi simili. Questo è terreno fertile per l’Intelligenza Artificiale. Basterà portare al posto di polizia chi ha commesso un reato e un giudice virtuale con IA (Intelligenza Artificiale) a bordo emetterà la sentenza in pochi attimi. Ma non solo. Già oggi tanti interventi si eseguono in telemedicina. Pensa per esempio a uno studio dentistico. Il paziente entra, si siede sulla poltrona e subito IA parte con una radiografia. Sulla base di una rapidissima ed intensa analisi dati, capisce qual è il problema. Quindi si attiva e manovrando come un qualunque robot farebbe, mette a posto la dentatura del paziente. Operai nelle fabbriche, catene di montaggio, trasporti urbani e non, di terra, in mare e per aria…una cosa sola non sarà facilmente aggredibile…quel lavoro manuale che richiede sforzi importanti. Una IA non potrà mai sostituire un muratore che tira su una casa.

Fiore – Torniamo al tuo libro che, da quanto mi è stato riferito, ha ottenuto un grande successo di pubblico e di attenzione sia a Potenza che a Lamezia Terme presso il Chiostro San Domenico nonostante le interferenze di Isaurico che, in alcuni momenti, disturbava l’audio. Quando hai maturato l’idea di scriverlo e quasi sfidare il mondo della prosa e dell’editoria?

De Nicola – Beh effettivamente e a parte le presentazioni finora fatte, ho constatato un buon interesse e, soprattutto, tanti complimenti. Non ho voluto sfidare nessuno ma solo scrivere un testo che tratti di tecnologia in modo ”diverso”, che faccia riflettere senza essere “un mattone”. Sono arrivato a questo sentendo in TV, sui media … parlare tanto e molto spesso “a vanvera” di questo fenomeno e dei suoi effetti collaterali. Pochi, ad esempio, sono consci che a parte i rischi legati alle applicazioni di IA, perché essa funzioni, in giro per il Mondo ci sono Data Center grandi come decine di campi da calcio con super computer sempre attivi e che consumano una quantità di energia spaventosa…

Fiore – Ti ha mai sfiorato il dubbio che termini non usuali come Dark Web con la sua pericolosità, TOR, Onion avrebbero fatto allontanare qualche lettore? O li hai inseriti per sprigionare curiosità così come è successo a me?

De NicolaLa seconda che hai detto, ovviamente. Sicuramente ci saranno tanti che di fronte a tecnicismi o a richiami biblici, chiuderanno il libro definendolo “pesante” ma di certo coloro che si incuriosiscono ed approfondiscono sono i più.

Fiore – Per concludere vorrei complimentarmi con te per come hai impostato la presentazione a Lamezia Terme. Un libro che affronta un tema scientifico, ma che come linea guida per vincere la battaglia contro Isaurico ha l’amore e l’amicizia, non avrebbe potuto avere migliore corona nelle figure di Cristina Adragna impegnata come non mai in questo periodo nella presentazione del suo libro sull’amore “Di me e di te” e di tutte le tue amicizie lametine.

De Nicola – Grazie a te Vincenzo e grazie anche agli amici del Jazz Club di Potenza, ai Soci di Accademia Edizioni ed Eventi di Lamezia Terme e a Cristina Adragna per la sua presenza e vicinanza. Prossime tappe il mio paese lucano – Pietragalla – e Matera, luoghi deve buona parte della storia è ambientata…e – ovviamente – non a caso!

Pietragalla – i palmenti

La scultura di Isaurico e il dipinto raffigurante Chat GPT sono opere dell’autore.

Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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