ll noto storico Emilio Gentile, in una lezione apparsa in data 19 aprile 2019 su ”Il Sole 24 Ore” sotto forma di intervista, alla domanda se condividesse l’affermazione di un ritorno del fascismo non solo in Italia, ma anche in Europa e nel resto del mondo, rispondeva escludendo categoricamente una tale ipotesi, sia riguardo al fascismo storico, ormai definitivamente passato, sia riguardo al fascismo sotto altre spoglie.
Eppure già nel 1995 Umberto Eco nel saggio ”Il fascismo eterno” ammoniva che se anche non c’era il rischio di ricomparsa del fascismo nella sua forma originale, esso poteva ripresentarsi in ogni momento sotto altro aspetto, perché ”anche se i regimi politici possono essere rovesciati e le ideologie criticate e delegittimate, dietro un regime e la sua ideologia c’è sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti e di insondabili pulsioni”.
D’altra parte, in un articolo apparso sulla rivista di cultura e politica ”Il Mulino”, in data 4 febbraio 2020, si scriveva: ”Il fascismo di oggi è diverso da quello di ieri. Ora i fascisti si travestono da populisti, si presentano come destra alternativa”, e portava ad esempio, tra gli altri, l’ormai ex presidente americano Trump, il quale, pur non potendosi classificare come fascista in senso proprio, condivideva diversi obiettivi comuni: promuovere la xenofobia, non farsi scrupolo ad usare la violenza politica, ecc.
Anche in Europa si sono rafforzati o hanno preso il potere partiti dalla netta impronta autoritaria.
Poco tempo fa un importante leader politico nostrano ha invocato ”i pieni poteri”, così come aveva fatto Mussolini nel primo discorso tenuto alla Camera dei deputati nel novembre del 1922, dimenticando che nella nostra Costituzione, gli estensori della stessa, memori di un tragico passato, evitarono accuratamente tale espressione e scrissero invece di ”poteri necessari” che le Camere conferiscono all’Esecutivo.
In paesi come l’Ungheria e la Polonia si sono affermati governi dalla forte connotazione autoritaria e si è addirittura arrivati a parlare di una ”democrazia illiberale”, cioè un qualcosa di innaturale alla cui base sta il concetto che una maggioranza politica legittimata dal voto popolare può a suo piacimento gestire i diritti fondamentali degli individui e delle minoranze.
Praticamente un vero e proprio attacco alla democrazia costituzionale, dove invece il principio di maggioranza non è assoluto, ma incontra precisi confini istituzionali proprio per impedire che un sistema democratico degeneri in una specie di tirannia della maggioranza.
Certo la storia non si ripete uguale, non è pensabile un ritorno del fascismo storico, ma quando si cominciano a chiedere ”pieni poteri”, quando si risponde con i ”me ne frego” a legittime critiche, quando si adottano misure, com’è successo appunto in Ungheria e Polonia, volte a ridurre le funzioni della magistratura e degli organi di giustizia costituzionale, allora è giusto pensare che la nostra vita democratica è in pericolo.
La democrazia costituzionale non sarà perfetta, avrà bisogno di qualche intervento di riforma, ma sicuramente é l’unica che finora ha garantito al meglio i diritti umani, ed è per questo che tutti coloro che hanno a cuore i principi liberali devono sentire il dovere di difenderla.
Francesco Viscelli
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Maximilian Robespierre, Dittatore del “Terrore”… di Francesco Viscelli