Con gli occhi di Ludovica

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Ciao, mi chiamo Ludovica e ho nove anni.

Frequento la quarta elementare.

Beh, in realtà frequentavo la quarta elementare fino a pochissimo tempo fa.

Non so, non ci capisco più niente.

Da una ventina di giorni a questa parte non vado più a scuola.

Eseguo i compiti nella mia cameretta e poi invio tutto quanto il materiale alle mie maestre, attraverso un portale online che si inceppa spesso e che mi costringe a fare il diavolo a quattro per essere puntuale nelle consegne.

Non è semplice da capire, per una bambina della mia età, quale sia la ragione di questo improvviso cambiamento.

All’inizio ho pensato ad un’ingiusta punizione che qualcuno volesse infliggermi immotivatamente, ma poi ho realizzato il fatto di non aver commesso nulla di male e che perciò, le motivazioni che hanno spinto gli adulti ad assumere queste decisioni, fossero state dettate indubbiamente da qualcos’altro.

E in effetti le cose stanno proprio come le ho interpretate io.

Ho sentito telefonicamente Sara, la mia compagna di banco, l’amica più cara che ho.

Lei sostiene che dobbiamo stare a casa per il nostro bene, perché fuori c’è una specie di esserino invisibile e cattivo che si diverte come un matto a farci stare male.

Poi asserisce che ha la faccia di un piccolo demone con le corna e che con i suoi denti aguzzi non vede l’ora di morderci con veemenza.

In un primo momento ho fatto parecchia fatica a crederle: di che razza di esserino stava parlando quella pazzarella di Sara?

Non è che per caso si era recentemente imbattuta in uno dei suoi strampalati film di fantascienza, facendosi influenzare negativamente dalla trama, come era già successo in precedenza?

Ma sì, ho creduto che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.

Che poi, quella mezza pazza, sta proprio tutto il giorno a disegnare arcobaleni.

“Brava, Ludovica, continua pure a burlarti di me. Presto vedrai che ho ragione io!”

È accaduto che, un po’ di sere fa, il mio papà mi ha accolta sulle sue ginocchia.

Mi ha spiegato che la mia mamma non sarebbe più tornata a casa per un bel po’ di tempo e che si sarebbe trasferita nella nostra piccola dependance, al piano inferiore.

Mia madre fa un lavoro bellissimo : è un’infermiera.

Aiuta le persone a guarire, le accudisce, dà loro le medicine per farle stare bene, le riempie di amorevoli attenzioni.

La mia mamma ha sempre il sorriso sulle labbra e i pazienti le vogliono tanto bene, come se fosse una loro cara parente.

Quando mio padre mi comunicò che saremmo state lontane per giorni e giorni, sentii una fortissima stretta al cuore.

Io non ero mai stata senza mia madre per più di qualche notte, quando per motivi di lavoro era impegnata a fare i turni fino all’indomani mattina.

Capii immediatamente che questa volta sarebbe stato molto diverso.

“Papà, perché la mamma deve stare per forza lontana da noi? Non ci vuole più bene?”

Mio padre sorrise con un pizzico di amarezza :

” No tesoro, la mamma ci vuole un gran bene. È che là fuori c’è un esserino malefico, brutto e tanto cattivo che si chiama CORONAVIRUS . E purtroppo, caro amore mio, questa ignobile entità si trova soprattutto sul posto di lavoro di mamma. Lei ha tanta paura che il virus farabutto si impossessi di lei. Se tutto ciò accadesse e se lei dovesse venire a contatto con noi, si potrebbe verificare la possibilità di un bruttissimo contagio. Quindi, la mamma, per proteggere te e me, ha deciso di starci lontana per qualche tempo, almeno fino a quando qualsiasi pericolo sarà debellato”. 

Caspita, Sara diceva la verità.

Quant’è avanti Sara!

Lei sa tutto prima di tutti.

L’altra sera mi sono affacciata al balcone.

Ho guardato il cielo, era pieno di stelle.

Ad un certo punto ho sentito il rombo dell’auto della mia mamma che tornava dall’ospedale.

È scesa dalla macchina ed ho notato che il suo aspetto era molto stanco.

Ha alzato lo sguardo verso di me e mi ha regalato il più bello dei suoi sorrisi.

” Ehi, amore mio, sono qui! Non vado mica lontano! Dormo qua sotto, non mi allontanero’ più di tanto.”

“Mammina, perché hai quei segni rossi attorno agli occhi?”

” Non è niente, Ludovica! Sono dovuti a degli occhiali speciali che indosso quando sto con i miei pazienti. Mi proteggono dall’infido ” nemico”. Sono al sicuro, amore mio, non devi temere nulla.”

La mia mamma è la mia eroina.

Però, l’altro giorno, quando gliel’ho fatto presente, mi ha quasi rimproverata.

Mi ha detto che non le piace essere etichettata come” eroina” perché lei è solo una professionista che compie il proprio dovere.

Che portento la mia mamma!

Quando sarò grande mi piacerebbe essere come lei, avere la sua forza, il suo coraggio, il suo spirito di abnegazione.

Intanto le giornate trascorrono tutte uguali a se stesse.

Continuo a studiare, faccio le video chiamate alla mia indispensabile Sara, intavolo interminabili conversazioni con mia madre, seppur da lontano, da un piano all’altro di casa.

Quando questo brutto virus sarà sconfitto la prima persona che vorrò abbracciare fortissimo sarà proprio la mia mamma.

L’altro giorno una sua collega non ce l’ha fatta: il virus l’ha morsa con troppa violenza.

Ma la mia mamma ce la farà.

Sì, ne sono sicura.

Ce la faremo tutti!

Maria Cristina Adragna 

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Maria Cristina Adragna
Siciliana, nasco a Palermo e risiedo ad Alcamo. Nel 2002 conseguo la Maturità Classica e nel 2007 mi laureo in Psicologia presso l'Università di Palermo. Lavoro per diverso tempo presso centri per minori a rischio in qualità di componente dell'equipe psicopedagogica e sperimento l'insegnamento presso istituti di formazione per operatori di comunità. Da sempre mi dedico alla scrittura, imprescindibile esigenza di tutta una vita. Nel 2018 pubblico la mia prima raccolta di liriche dal titolo "Aliti inversi" e nel 2019 offro un contributo all'interno del volume "Donna sacra di Sicilia", con una poesia dal titolo "La Baronessa di Carini" e un articolo, scritti interamente in lingua siciliana. Amo anche la recitazione. Mi piace definire la poesia come "summa imprescindibile ed inscindibile di vissuti significativi e di emozioni graffianti, scaturente da un processo di attenta ricerca e di introspezione". Sono Socia di Accademia Edizioni ed Eventi e Blogger di SCREPmagazine.

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