CLIMATE 2023…”facciamo spazio”?

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Una delle cose che più mi sorprende e per certi versi mi sbigottisce, è diffondere notizie in modo “eclatante”, quasi come sia più importante colpire l’emotività dell’ascoltatore che non dare una informazione oggettiva e completa, magari arricchita da altri contenuti pure critici.

Gli esempi sono tanti ma vorrei soffermarmi sul “clima” ed in generale “su questioni che riguardano la vita dell’uomo sulla Terra”.

I TG mandano immagini allarmanti e devastanti a volte sulla mancanza di piogge e neve a volte su nevicate, diluvi allucinanti e trombe d’aria sul nostro Mediterraneo.

Ponti crollano e montagne “vengono giù” devastando strade, hotel, interi paesi, uccidendo intere famiglie magari in villeggiatura.

Chi non ricorda “Ponte Morandi”, l’alluvione di Sarno e Quindici, l’Hotel di Rigopiano e la più recente frana che ha travolto Casamicciola sull’isola di Ischia.

Colpa del “cambiamento climatico” – si dice – per cui qualcuno inventa di voler riempire di polvere l’atmosfera per creare una sorta di “velo” che impedisca al sole di riscaldare così tanto il nostro Pianeta … mah … un po’ come spendere miliardi di euro per andare sulla Luna e su Marte a scavare metalli rari per produrre chip da inserire poi nelle auto elettriche.

A mio avviso esiste un problema ma esiste anche tanta confusione su come affrontarlo, salvo poi fare “giornalismo sensazionalistico” a catastrofe avvenuta o solo lasciandola presagire.

Se esiste un problema sarebbe magari il caso, come primo step, di “identificarlo, monitorarlo, misurarlo e gestirlo” o, almeno, di provarci.

Ed è del gennaio di quest’anno la notizia che ANAS ha iniziato ad utilizzare i dati dei satelliti ESA per monitorare strade ed opere d’arte…complimenti…perché è dal dicembre del 2007 che l’Agenzia Spaziale Italiana ha messo in orbita il primo satellite della costellazione CosmoSkyMed, satelliti radar così potenti da essere in grado di valutare smottamenti millimetrici del suolo oppure deterioramenti della stabilità di piloni e pilastri di ponti…e vorrei ricordare che Ponte Morandi è crollato il 14 agosto del 2018!

A mio avviso esiste quindi una sorta di zona d’ombra.

Da un lato i tanti problemi delle cui conseguenze devastanti ascoltiamo quotidianamente nelle notizie in TV, dall’altro una incredibile ignoranza sugli strumenti da tempo disponibili per definirli con conseguenti “fantasiose soluzioni” se non drammatica inefficienza su come affrontarli…piangendo a cose fatte per i danni e i morti.

Facciamo un esempio concreto?

In Italia esiste l’ISPRA che periodicamente aggiorna la mappa italiana delle aree a rischio idrogeologico…sono tutte note al 90% almeno, salvo “new entry”.

Se queste zone sono note, come mai non vengono sottoposte a monitoraggio satellitare costante e, nel caso vengano evidenziate pericolose derive, si prendano per tempo misure magari strutturali e, nel peggiore delle situazioni, di protezione civile preventiva?

Appare utile “colmare quindi quella zona d’ombra” fatta di vera e propria “ignoranza” e, a mio avviso, per fare questo è davvero utile ispirarsi a Piero Angela ed alla sua capacità di parlare di cose complesse in modo così semplice da farle arrivare al grande pubblico televisivo della prima serata in TV.

Da questa considerazione nasce CLIMATE 2023, una manifestazione dedicata alle “Cittadelle dello Spazio” che si terrà presso l’Università della Basilicata il prossimo 10 marzo nell’Aula G. Galilei.

Cosa sono le “Cittadelle dello Spazio”?

Innanzi tutto vorrei precisare che si può “fare spazio” guardando l’universo dalla Terra (e non è lo scopo principale delle cittadelle) e guardando la Terra dallo spazio, ovvero fare osservazione della Terra…finalità principale ma non esclusiva delle cittadelle.

Si tratta di veri e propri villaggi in cui “fare spazio”, entrare dal vivo nelle tematiche spaziali magari anche attraverso il divertimento…perché no?

Per capire, per divertirsi, per sognare, per usarle, per lavorarci…

La proposta di cui si discuterà durante CLIMATE 2023, è quella di allestire, magari proprio presso le università e non solo, delle aree in cui bambini, famiglie, ragazzi e ragazze, amministratori pubblici, gente comune, giovani alla ricerca di idee per fare impresa magari senza emigrare, rimanendo nella propria terra, possano entrare “in contatto diretto” con le tecnologie spaziali e con le infinite possibilità che esse offrono.

Facciamo spazio” vuol dire sperimentare direttamente nelle Cittadelle dello Spazio come, estrarre dai dati satellitari ed elaborare tutte le informazioni possibili ed utili, ad esempio, alla tutela dell’ambiente, sia un passo fondamentale per migliorare e rendere più sicura la vita ed il futuro del nostro Pianeta.

CLIMATE 2023 presso UNIBAS il prossimo 10 marzo 2023…

io ci andrei…FACCIAMO SPAZIO!

Guarda l’edizione 2021 di CLIMATE dedicata alla fusione nucleare:

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Amazon, Facebook, Google acquisterebbero i crediti Superbonus?

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