Che fine ha fatto la New Age?

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Che fine ha fatto il movimento new age?

Benchè di media estensione, anche la mia città ha conosciuto generazioni di giovani che si sono accostati, studiandone i principi fondamentali e alcune volte condividendoli ai vari movimenti ideologici e pseudo-religiosi, alternativi o di rottura con la cultura cattolica e/o laico-marxista.

Tra gli anni ’70/’80, si è avuta una crisi delle speranze di palingenesi politica, contemporaneamente in Italia si è avuta un impennata delle iniziazioni cosiddette esoteriche.

Tra noi, allora giovani, si svilupparono interessi alle nuove teorie: si parlò di reincarnazione, di ufo, di astrologia e di capacità extrasensoriali.

Ci trovammo a vivere una molteplicità di esperienze che benchè stimolassero l’azione, crearono nel contempo un’identità culturale, fluida, imprecisa e fragile.

La forza di questi movimenti fu dovuta al ricorso di una nuova esperienza interiore, ad un messaggio salvifico e all’aderenza ad una comunità…magari utile proprio adesso nel post-coronavirus!

L’esperienza interiore propostaci avrebbe prodotto in noi l’auto-realizzazione, un miglioramento delle capacità mentali, un equiibrio psico-fisico, insomma un benessere generale prodotto da tecniche pratiche alle quali, “il cristianesimo ha da contrapporre solo sterili rituali dettati dall’obbedienza” così come affermato dai seguaci di Osho.

Io personalmente ho letteralmente “divorato i libri di Carlos Castaneda, così come “Il potere del serpente” di Sir Artur Avalon e “I 4 Pilastri del buddismo“, imparandoli quasi a memoria, per ritrovare poi nel Movimento New Age una sintesi, di quanto avevo letto.

La New Age può configurarsi un tentativo di sincretismo di questo enorme calderone in cui vanno a confluire i movimenti della post- modernità.

Viviamo in un’epoca di pensiero devastato dal virus e disarmato, incapace di rendere intellegibile il mondo, in cui la sola certezza è quella della precarietà, in cui il reale sembra schermirsi e schermirci in molteplici metamorfosi virali, sottraendosi ad ogni tentativo di indagine.

Con le ideologie della new-age si disprezzano quelle che in Occidente costituiscono la “cultura” in senso antropologico e che vanno dalle abitudini alimentari, alla ecologia, alla medicina ufficiale, dalle strutture di pensiero legate alla razionalità ad una presunta repressione sessuale, dall’arredamento domestico alle modalità di educazione dei giovani.

Il movimento – allora – dopo un picco, scemò poichè non proponeva una reale alternativa ai modelli generali delle nostre comunità ma ha dato spazio alla ricerca spirituale e a modelli di vita in contrapposizione alla modernità, vista come dominanza dello scientismo, della tecnocrazia, della razionalità arida aristotelico- galileiana.

Cosa riserva il futuro per noi “nomadi culturali” alla perenne ricerca di una nuova definizione del mondo post Corona-Virus?

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