Basta Yulin! Fermiamo il massacro

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Per mesi abbiamo letto ovunque: “l’uomo uscirà migliore da questa pandemia, capirà quali sono le cose che contano, si comporterà in modo migliore con chi ha bisogno come con gli animali e gli indifesi”…

Utopia, solo utopia.

Siamo peggiorati in tutto specie verso gli esseri indifesi.

Perché la crudeltà è la caratteristica di causare deliberatamente sofferenza a qualcuno.

Diceva Mark Twain: “l’uomo è l’unico ad essere crudele, l’unico a infliggere dolore per il piacere di farlo“.

Eppure, perchè ci comportiamo così con loro se gli animali ci amano in modo incondizionato?

L’amore che nutrono per noi viene confermato dalla storia di Ryan Jessen. A causa di una emorragia cerebrale, Ryan Jessen viene ricoverato in ospedale. I medici provano in tutti i modi a salvare l’uomo, tuttavia nonostante la giovane età, non c’è più nulla da fare.

Sapendo che gli sarebbero rimaste poche ore di vita, l’ospedale accetta che anche Molly, la sua cagnolina Pitbull, gli dia un ultimo saluto.

La reazione della cagnolina lascia tutti di stucco dopo essersi avvicinata per salutarlo con un bacio si accuccia sulle sue gambe e per ore gli fa compagnia fino a quando non spira.

Eppure i cani e alcuni animali da compagnia in molte nazioni d’oriente vengono uccisi in modo barbaro e poi mangiati. Nemmeno quest’anno la Cina ha detto addio a manifestazioni cruenti che fanno inorridire, come il festival di Yulin.

Per molti cinesi è quasi una sagra durante la quale, seguendo quella che viene definita “tradizione”, si mangia principalmente carne di cane e gatto.

L’anno scorso la Cina aveva quasi bandito il festival, si vietava il commercio di carne degli animali di compagnia. La televisione e i Mass media vengono inondati da video e articoli che fanno inorridire.

Ogni anno a Yulin nella settimana che va dal 21 a 28 giugno, si svolge un ” festival” per salutare l’arrivo dell’estate.

Per questo “festival” vengono TORTURATI E UCCISI MIGLIAIA DI CANI E GATTI PER FARNE CIBO.

Non si tratta infatti di una festa come le altre, perché oltre 10.000 cani e centinaia di gatti vengono cucinati e serviti come cibo nelle bancarelle sparse per le strade.
Negli ultimi anni le tv e i giornali di tutto il mondo hanno diffuso le immagini di cani e gatti ammassati in gabbie minuscole, sofferenti, piangenti.

Immagini che hanno provocato indignazione e proteste in tutto l’occidente e hanno mobilitato attivisti che si sono impegnati a comprare il maggior numero di animali per sottrarli a questo atroce destino.

Certo vedere le immagini dei cani e gatti ammassati in gabbie così piccole e il modo in cui sono uccisi contribuisce ad aumentare l’indignazione, eppure ancora di più ci fa soffrire il fatto che animali per noi intoccabili siano uccisi per diventare cibo, per essere mangiati.

In ogni caso, il Festival di Yulin ha evidenziato la necessità di un dibattito più ampio sul benessere degli animali e sulla protezione dei diritti degli animali. È importante cercare un equilibrio tra il rispetto delle tradizioni culturali e il rispetto per la vita animale, promuovendo al contempo pratiche più etiche e sostenibili nell’alimentazione e nel trattamento degli animali.

In ultima analisi, il Festival di Yulin ci invita a riflettere sul nostro rapporto con gli animali e sulla responsabilità che abbiamo nei confronti di tutte le forme di vita sulla Terra. Dovremmo cercare di promuovere valori di rispetto, compassione e empatia verso gli animali, affinché possiamo costruire un mondo più giusto e sostenibile per tutti.

Alcuni si chiedono (anche io) cosa cambia tra quei cani e gatti e le migliaia di maiali, polli, agnelli, vitelli uccisi nei nostri macelli?

Che cosa differenzia questo festival dalle sagre estive a base di porchetta?

Forse il fatto che non vediamo il modo in cui vengono allevati e poi uccisi per questo scopo?

Perchè è considerato normale mangiare certi animali, mentre i cani e gatti no?

Dovremo far cadere il velo della nostra ipocrisia occidentale e lottare per cambiare anche le nostre tradizioni culinarie.

Si potrebbe vivere benissimo senza mangiare gli animali, che siano di terra o di acqua.

Quello che mi fa riflettere è come un popolo che si basa sui fondamenti buddisti, i cinesi, quindi crede alla reincarnazione, possa poi uccidere in quel modo cruente i cani e gatti.

Basta fermiamoci!!!

Angela Amendola

 

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