L’anno giudiziario 2021 viene inaugurato il 29 gennaio presso la Corte di Cassazione e il 30 gennaio presso le 26 Corti di Appello.
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https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_15_4.page
Tra i reati in crescita quelli legati alle truffe nella Pubblica Amministrazione con particolare riguardo alla Sanità.
I Magistrati hanno anche espresso importanti preoccuazioni circa i fondi in arrivo per la ripresa post-pandemia, quelli del PNRR.
Da tempo infatti sentiamo parlare di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)…ma di cosa si tratta?
Quanti di voi, amiche e amici di ScrepMagazine, conoscono qualcosa in più oltre al titolo?
Questo documento, che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia vuole realizzare con i fondi europei di Next Generation EU, può contare – secondo l’ultima versione messa a punto dal Governo, purtroppo in crisi grazie ad una formazione politica che non pare renderla tanto “Viva questa Italia” – su un budget complessivo di oltre 200 miliardi di euro.
La crisi infatti non aiuta in quanto la bozza del documento, pervenuta ieri 29 gennaio in Commissione Europea, dopo i necessari esami tecnici, tornerà qui in Italia per gli eventuali aggiustamenti con tanto di iter alla Camera e al Senato per il recepimento delle proposte di modifica.
“Bisogna lavorare per fare ulteriori progressi sia sulla qualità delle proposte italiane in termini di riforme e sia sulle procedure di attuazione e questo lavoro è cominciato con una base molto positiva da parte delle proposte recentemente trasmesse dal governo italiano e si deve su quella traccia, nelle prossime settimane, continuare a lavorare sul piano tecnico ma continuare anche a lavorare nel confronto con le parti sociali, con tutti i corpi intermedi“, ha spiegato il Commissario Paolo Gentiloni.
Insomma ci vuole il Governo, un Governo serio, privo di avventurieri e di personaggi in cerca di scoop!
Conosciamolo meglio allora questo PNRR:
6 missioni, 16 cluster, 48 linee di intervento
L’impianto del PNRR si articola in 6 macro-missioni, vale a dire 6 aree di investimento:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (48, 7 miliardi),
- rivoluzione verde e transizione ecologica (68,9 miliardi),
- infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,9 miliardi),
- istruzione e ricerca (28,4 miliardi),
- inclusione e sociale (27,6 miliardi),
- salute (19,7 miliardi).
NB le cifre non sono consolidate.
Queste missioni a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.
Le componenti si articolano in 48 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. Per ogni missione, inoltre, sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione, collegate all’attuazione di una o più componenti.
Gli investimenti previsti dalle sei missioni saranno accompagnati da politiche di supporto, ad esempio sul fronte della pubblica amministrazione, del sostegno alla ricerca, del mercato del lavoro, e da riforme, dal fisco alla giustizia.
http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/PNRR_2021_0.pdf
Analizzando i sei pilastri del PNRR, la missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura“ avrà a disposizione un tesoretto di 48,7 miliardi di euro e si articola in tre componenti:
- digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, che potrà contare su 11,4 miliardi,
- digitalizzazione, ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo, in cui rientra anche il Piano Transizione 4.0, con una dotazione complessiva di circa 26,7 miliardi,
- turismo e cultura, con 8 miliardi.
Ammontano a 68,9 miliardi, invece, le risorse complessive destinate alla missione 2 “Rivoluzione verde e alla transizione ecologica“. Nella versione definitiva del Piano ci sono quattro componenti sul tema:
- impresa verde ed economia circolare, con un budget pari a 6,3 miliardi,
- transizione energetica e mobilità locale sostenibile, che potrà contare su 18,2 miliardi,
- efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, con 29,3 miliardi,
- tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica, con una dotazione di 15 miliardi.
Per la missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile“, che potrà contare su 31,9 miliardi, sono due i cluster da considerare. Sul fronte ferroviario, , pari a 28,3 miliardi, è previsto un “consistente intervento” sulla rete, che è stato “ulteriormente potenziato nel Mezzogiorno grazie al supporto dei fondi FSC”. Mentre, lato intermodalità, è previsto un budget di 3,6 miliardi per mettere in atto “programma nazionale di investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile”.
Vale 28,4 miliardi di euro la missione 4 “Istruzione e ricerca“, uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse. A tal proposito, nel documento finale del Piano, la componente “potenziamento delle competenze e diritto allo studio”, che riguarda anche il contrasto alla povertà educativa e ai divari territoriali nella quantità e qualità dell’istruzione ha a disposizione una cifra pari a 16,7 miliardi. Il secondo cluster, “Dalla ricerca all’impresa”, invece, avrà a disposizione 11,7 miliardi.
Per quanto riguarda la missione 5 “Inclusione e sociale”, questo capitolo, la cui dotazione è pari a 27,6 miliardi, si articola in tre componenti:
- politiche per il lavoro, che potrà contare su 12,6 miliardi,
- infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore, con una dotazione di circa 10,8 miliardi,
- interventi speciali di coesione territoriale, con 4,1 miliardi.
Sono inseriti in quest’ultimo cluster ulteriori fondi per la ricostruzione privata e il potenziamento della ricostruzione di servizi pubblici nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016.
Ultimo capitolo nel PNRR è la missione 6 “Salute“, che con le modifiche subite nel corso delle varie bozze, ha visto raddoppiare i fondi a disposizione, arrivando alla cifra definitiva di 19,7 miliardi di euro.
Di questi 7,9 miliardi i fondi per la componente “assistenza di prossimità e telemedicina”, che è finalizzata a ” potenziare e riorientare il SSN verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria; a superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; a potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale, migliorando la capacità di integrare servizi ospedalieri, servizi sanitari locali e servizi sociali”. Il secondo cluster “innovazione dell’assistenza sanitaria”, che mira all’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del SSN, vale 11,8 miliardi.
Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud.
Questi tre temi che devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES. “Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR”, si legge appunto nel PNRR.
Recovery Fund: quanti sono i fondi destinati all’Italia?
Il PNRR milione più milione meno, rappresenta una straordinaria occasione di rilancio degli investimenti nel nostro Paese. Oltre ai 196,5 miliardi tra grants e loans previsti per l’Italia dal Recovery and Resilience Facility, che il Governo ha deciso di utilizzare integralmente, un ulteriore apporto finanziario è fornito, sempre nell’ambito di Next Generation EU (NGEU), dai 13,5 miliardi di React-EU e dal 1,2 miliardi del Just Transition Fund.
Dei fondi assegnati all’Italia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, una quota pari a 65,5 miliardi di euro arriverà in forma di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti, ovvero complessivi 193,1 miliardi (a valori 2018), che il Governo intende utilizzare appieno.
In base a quanto stabilito dalla Commissione europea, con la pubblicazione del documento sui pilastri del Next Generation EU, condiviso insieme alle nuove linee guida per accedere ai finanziamenti dello Strumento per la ripresa e la resilienza, il 70% di questi grants dovrà essere impegnato tra il 2021 e il 2022, mentre il restante 30%, dovrà essere speso nel 2023.
La versione definitiva del PNRR, rispetto alle versioni preliminari, ha cercato di conciliare due esigenze opposte: allargare la fetta della torta per gli investimenti pubblici, portandola al 70%, riducendo ulteriormente quella dedicata ai sussidi, ma senza sfondare le linee di deficit e debito scritte nei tendenziali di finanza pubblica.
Con l’inserimento dei fondi per il Sud a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), il PNRR arriva a quota 222,9 miliardi di euro e le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi.
Di questi 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.
Occorre fare presto e bene…
Per accedere alle risorse del Recovery Fund, gli Stati membri devono presentare le proposte finali di Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza strutturate coerentemente con le osservazioni della Commissione, gli obiettivi del Green Deal e con le raccomandazioni specifiche per ogni Paese espresse nel processo del Semestre europeo.
Il termine ultimo per la presentazione dei PNRR a Bruxelles è fissato al 30 aprile 2021.
La quantità di fondi in arrivo è senza precedenti…RIMANIAMO INFORMATI, UTILIZZIAMO QUESTA OPPORTUNITA’ E VIGILIAMO SU QUESTO TEMA DAL QUALE DIPENDE IL NOSTRO FUTURO E QUELLO DEI NOSTRI GIOVANI!
Assisteremo al protagonismo della Società Civile o saremo ancora il Paese della mafia che “accaparra” denaro ovunque riesce e dei soliti “delinquenti” che truffano facendo “la cresta” sugli appalti della Pubboica Amministrazione?
Quinto “Non Uccidere”