Antonio Civinini

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Vorrei poter parlare di lui con più cuore possibile ma onestamente, non so se ne sarò capace fino in fondo. È stato definito un eroe ma mi pare riduttivo e generalizzato come termine. Chi era Antonio? Antonio era un ragazzo, un giovane che come tanti, indossava la divisa da carabiniere, non solo sulla pelle ma anche nel suo animo più intimo, giù giù, dove solo lui poteva vederla, perché carabinieri si nasce!
Era un giovane con un futuro tutto da vivere e da programmare, magari una famiglia, dei figli… invece no! Destino o tragica fatalità, chi mai può saperlo? Era solo una giornata come tante, così sembrava che fosse e invece, si è rivelata l’ultima giornata della sua vita. Aveva ventisette anni e una vita da vivere! Aveva…
Finito il suo turno di lavoro, tolta la divisa solo dalla pelle, aveva indossato un paio di jeans e una maglietta ed era suo desiderio fare una passeggiata nella piazza principale di Vibo Valentia, luogo di ritrovo di tanti giovani e magari chissà, rivedere quella ragazza tanto carina che gli faceva battere il cuore in un turbinio di emozioni. E invece no! Per lui, qualcuno aveva scritto tutt’altra storia e, aggiustando virgole e parafrasi, stava per essere letta da tutti!
Originario della città di Palermo, Antonio prestava servizio presso l’aeroporto civile, sognando forse, un giorno poter tornare nella sua città e poter mostrare ad amici e parenti la sua bella divisa tirata a lucido, solo che nella sua pagina, questo non era previsto.
Appena arrivato in piazza, quasi senza avere il tempo di chiudere l’auto e poggiare i piedi sull’asfalto, qualcuno lo avvicinò, segnalandogli la presenza di un folle che, a bordo di un’auto, minacciava di uccidere tutti e lui, Antonio, carabiniere nel corpo e nell’anima, con addosso jeans e maglietta, corse subito ad accertarsi di quanto stava accadendo. Sperava probabilmente di tranquillizzare quella furia che si era scatenata e consegnarla nelle mani dei suoi colleghi che arrivarono di lì a poco. Sperava… e invece no!
Di lui non ho una foto e neanche un’immagine stampata nella memoria, ma cosa importa se lui fosse moro o biondo, se avesse gli occhi azzurri, trasparenti come l’acqua, o neri e profondi… era solo un ragazzo con tutta una vita da vivere, vita che gli è stata strappata dalle mani!
Dopo trent’anni, finalmente, il Comune di Vibo Valentia, con il supporto del liceo artistico, ha dedicato a quel giovane coraggioso carabiniere, un monumento creato con dei fili metallici intrecciati, un corpo umano genuflesso ai piedi della giustizia. Rappresenta la virtù di ferro, un uomo inchinato, nell’atto di rialzarsi. Strano ma vero, il suo assassino ha lasciato le patrie galere, proprio nel momento in cui, veniva posato il monumento dedicato ad Antonio. È rimasto questo, un monumento, il dolore di una madre, una ragazza che forse mai saprà di essere stata nei suoi pensieri. Quel giovane cuore forte e generoso, si è fermato inesorabilmente in una giornata, che doveva essere una giornata qualsiasi… era il 15 giugno del 1987, un giorno qualsiasi ma non per lui!

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