Quante volte ce lo hanno chiesto ed ora, quante volte, siamo noi a ripeterlo ai nostri figli?
Ed io come reagivo quando mamma o nonna mi chiedevano se avessi riordinato la mia camera?
Naturalmente io sbuffavo, perché non mi andava di perdere tempo a riordinare prima di uscire.
Avrei fatto tardi, come succedeva spesso e le mie amiche, Aquila e Antonella, mi aspettavano in piazza.
Non volevo farle aspettare.
Ma come non piaceva a me di rifare il letto, la stessa cosa capita alle mie figlie ora e capitava alle mie amiche.
No, non ero l’unica a volere uscire senza perdere tempo a riordinarmi il letto.
Ma ci siamo mai veramente soffermati a pensare perchè fosse così importante per le nostre mamme ed ora lo è anche per noi?
Un antico proverbio afferma
“lo stato in cui si trova il tuo letto è lo stato in cui si trova la tua mente”.
Sembra difficile credere che fare o non rifare il letto abbia così grandi ripercussioni sulla nostra vita.
Ma dobbiamo dire che rifare il letto è un punto fermo della giornata.
È l’inizio, il primo passo verso la quotidianità, anche se è militaresco…
A dire il vero, la vista di un letto sfatto, mio o altrui, non mi disturba.
Evoca storie, sonni, sogni, amori, dolori.
Quell’ammasso di coltri, di pieghe, quel panneggio involontario che scivola a terra, è il racconto delle nostre notti.
E rifare il letto, riordinarlo è per me quasi un voler cancellare tutto ciò che la notte è stata.
Notte di sogni, di insonnia, di amori, di passioni.
Invece il letto perfetto, rifatto senza una piccola piega è per me freddo, inanimato, ci mostra solo ordine e non la vita, perché la vita è in movimento sempre, anche di notte a letto.
Ehi, non pensate che la mia camera presenti un letto disordinato, no!
Non ho più 16 anni. La stanza da letto è la camera che io riordino per prima ogni mattina, anche perché ho sempre nelle orecchie gli ammonimenti di mia nonna : “mettiamo a posto non sia mai viene qualcuno stamattina“.
E infatti a qualunque ora arrivano visite, i letti sono intatti e immacolati.
Anche i letti sfatti sono diventati protagonisti nell’arte, durante il Romanticismo.
È infatti nel primo Ottocento, che comincia ad avere dignità artistica tutto ciò che non è bello, tipo vedere un letto disfatto, ma che racconta emozioni.
Sono stati tanti i pittori che hanno dipinto letti anche sfatti.
A me piace il quadro di una pittrice, di Elizabeth Vaughan Okie Paxton.
Il suo dipinto è dedicato al vassoio della colazione (1910).
La piccola natura morta, posata sulla sedia divide la scena con un soffice letto, disfatto.
La vestaglia rosa e le scarpette nere ai piedi del letto, ci fanno immaginare una donna elegante e sensuale che si è appena alzata dal letto lasciando sul cuscino l’impronta della testa.
La notte è appena passata, chissà la sua come sarà stata?
Possiamo immaginare una donna, una giovane donna che abbia sognato felicemente.
O una donna che ha passato insonne le ore notturne.
Il quadro presenta due momenti: il letto sfatto che possiamo immaginare dopo una notte di passione, e l’aroma della colazione posata lì.
Angela Amendola
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Quanti rimproveri e anche scappellotti ricevuto perché l’orecchio era sordo al richiamo 😊ti ringrazio per avermi riportata indietro nel tempo
Buongiorno Angela Maria. Erano altri tempi, eravamo ragazze forse un pó ribelli per quegli anni, ma nonostante tutto ubbidivamo e imparavamo dagli insegnamenti dei nostri genitori. Rifare il letto, riordinare la casa nonostante non si ha voglia o si sta poco bene, è segno che bisogna superare tutto e andare avanti cominciando dai gesti quotidiani come le pulizie. Buon sabato carissima 🌹
[…] Angela, hai rifatto il letto? […]
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