“Considero me stesso nient’altro che un attore impegnato a trovare il prossimo ruolo e, quando l’ho ottenuto, a vedere se posso trovare un modo per entrarci.”
Al Pacino ha compiuto 80 anni.
La leggenda di Hollywood è considerato sicuramente, insieme a Robert De Niro, il miglior attore vivente.
Doveroso celebrarlo ricordando i suoi migliori film e raccontando un po’ di questo “mago” dell’arte recitativa, che in ogni pellicola interpretata ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Cinema di tutti i tempi.
Pacino rappresenta un’icona soprattutto grazie al suo ruolo di Michael Corleone nella trilogia de Il Padrino di Francis Ford Coppola, ma in realtà la sua filmografia è davvero lunghissima e ricca di ruoli disparati.
Allievo di Lee Strasberg e dell’Actors Studio, Al Pacino è una star che nasconde in realtà una grande timidezza, nonostante la gioventù e l’adolescenza turbolente;
Cresciuto nel Bronx con la famiglia della madre di origine siciliana Alfredo James Pacino vive nella difficile realtà newyorkese: non ha molto denaro (costretto a dormire per strada a volte o in qualche teatro vuoto), ma già da giovane esprime un grande amore per la recitazione. Molto introverso, debutta con la stand-up comedy e coltiva il suo talento da attore drammatico.
Negli anni Settanta nasce la New Hollywood con una nuova generazione di interpreti, molto diversi dai canoni dei divi del cinema classico: aveva già iniziato nel 1967 Dustin Hoffman con Il laureato, seguito poi da Jack Nicholson, Robert De Niro e appunto, Al Pacino.
Nel 1971 esce Panico a Needle Park di Jerry Schatzberg, sulla tossicodipendenza e la vita di strada a New York e nello stesso anno Pacino ottiene ( non senza fatica) la parte di Michael Corleone ne Il Padrino: è Francis Ford Coppola a volerlo a tutti i costi nel film, andando contro la Paramount che desiderava un attore più popolare. La sua interpretazione davvero impeccabile è Storia. Come dimenticare la scena nell’ospedale, al capezzale del Padre ferito dopo un attentato, nella fatidica notte in cui Michael prende coscienza del suo ruolo nella “famiglia” e si assume la responsabilità della vita di Don Vito/ Marlon Brando : un momento “epocale” per il Cinema in cui il duetto Brando -Pacino regala momenti interpretativi davvero straordinari.
Da lì un crescendo per Pacino: dal secondo Padrino, con un grande Robert De Niro con lui nel cast, alle collaborazioni con Jerry Schatzberg e Sidney Lumet e a tanti cult degli anni Ottanta come Cruising di William Friedkin, Quel pomeriggio di un giorno da cani, capolavoro di Lumet e grande interpretazione di Pacino/Sonny, e soprattutto Scarface di Brian De Palma, uno dei film più iconici dell’attore. Il suo Tony Montana è davvero indimenticabile.
Al Pacino ama oscillare tra ruoli negativi, come appunto nel film di De Palma, e personaggi positivi, come quello del poliziotto in Serpico, rispondendo ad una sua esigenza recitativa spesso ambigua : i ruoli che interpreta non sono comunque mai del tutto catalogabili in una dimensione, ma possiedono tutti un fondo di inquietudine perenne.
Nel 1992 Al Pacino interpreta il tenente colonnello Frank Slade in “Scent of a Woman – Profumo di donna”, remake di Profumo di donna diretto da Dino Risi, dove la sua parte era interpretata da Vittorio Gassman. L’interpretazione di Pacino è magnificamente cruda, violenta, volgare, disturbante e lascia addosso un disagio palpabile.
Grazie a questo film l’attore riceve il suo primo Oscar come miglior attore protagonista.
In Paura d’amare con Michelle Pfeiffer cambia registro e si dedica alla commedia d’amore in una pellicola delicata sulla difficoltà di concedersi e aver fiducia nelle relazioni.
Nel 1997 recita accanto a Keanu Reeves ne L’avvocato del Diavolo; qui è John MIlton, personaggio inquietante e affascinante, simbolo del Male. Sarà uno dei suoi ruoli più celebri con una battuta ormai cult:
“Vanità, decisamente il mio peccato preferito”.
Seguono altri grandi fim come Carlito’s Way di De Palma, Heat – La sfida (una delle sue migliori interpretazioni) insieme a De Niro e Insider di Michael Mann, Ogni maledetta domenica di Oliver Stone Donnie Brasco di Mike Newell ( con un personaggio da perdente ma di grande spessore) , e il disturbante Insomnia di Christopher Nolan con Robin Williams.
Delle sue ultime pellicole vogliamo ricordare The Irishman di Martin Scorsese, dove ritrova l’amico De Niro (e in cui regala un altro grande indimenticato personaggio) e il già cult C’era una volta ad Hollywood di Tarantino.
Una carriera lunga e difficile da riassumere dunque perché racchiude alcuni dei più memorabili film del cinema americano, ognuno rappresentativo di un personaggio dalle mille sfaccettature, complesso, non univoco, reso perfettamente da un attore straordinario che sa regalare grandi emozioni anche solo con uno sguardo, un attore che, se ami il grande Cinema, non puoi non amare.
Sandra Orlando
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