L’amore, insieme alla guerra è uno dei temi fondamentali della letteratura. L’amore contrastato, l’amore infelice rimane impresso in modo indelebile nel cuore di chi legge o ascolta, fa innamorare dell’amore: Lancilotto e Ginevra, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca che fanno commuovere a tal punto Dante da farlo svenire per l’emozione (“caddi come corpo morte cade”) e…l’elenco potrebbe essere lunghissimo.
Anche i motivi dell’amore infelice possono essere tanti: ceto sociale, religione, nazionalità …e di conseguenza miriadi sono le storie che possono essere raccontate, come le stelle che brillano in cielo.
Oggi voglio invitarvi a leggere due romanzi che raccontano storie di amore non destinate al lieto fine, struggenti e malinconiche ma che lasciano il lettore pieno di emozioni e commossi come Dante nella Divina Commedia.
Il primo ,“Nel bosco”, è uno dei romanzi meno conosciuti di Thomas Hardy, autore inglese del XIX secolo di grandi capolavori romantici come “Tess dei D’Uberville”, “Jude l’oscuro”, ”Via dalla pazza folla”.
Il secondo, “Borderlife”, di un’autrice israeliana contemporanea, Dorit Rabinyan, è stato messo all’indice dal Ministero dell’istruzione d’Israele perché racconta una grande storia d’amore tra un palestinese e una israeliana ed è circolato clandestinamente.
Nel Bosco
Protagonisti il boscaiolo Giles Winterborne e Grace Melbury. Il padre di Grace ha sempre voluto che la figlia andasse in sposa al boscaiolo, per riparare ad un torto fatto al padre di Giles (gli ha soffiato la promessa sposa) ma nello stesso tempo manda Grace in collegio affinchè abbia un’educazione raffinata pensando anche alla possibilità che possa fare un matrimonio che faccia innalzare socialmente lei e la sua famiglia.
Così, tornata a casa, Grace disdegna il povero Giles ed il suo amore struggente e silenzioso e gli preferisce un giovane e bel dottore che sposerà. Ma quello che sembrava il lieto fine di una fiaba si rivelerà un incubo mentre Giles si voterà ad una vita solitaria nel suo bosco …
Ebbene sì, sono una inguaribile romantica e questo romanzo di Hardy è sicuramente un piccolo gioiello: la storia naturalmente di un amore sfortunato (come accade in quasi tutti i romanzi di Hardy), che si svolge nel bosco ed ai suoi margini, dove la natura è uno dei protagonisti della storia insieme alle passioni e al dolore degli uomini… Struggente quanto incompiuto e insoddisfatto l’amore dei protagonisti eppure così veritiero e forse attuale: anche oggi spesso l’amore si piega al calcolo e al vile denaro, i perdenti stanno all’angolo a guardare mentre i vincenti se ne vanno trionfanti con la loro preda.
Borderlife di Dorit Rabinyan
Liam, israeliana di Telaviv, vive temporaneamente a New York grazie ad una borsa di studio, Hilmi è un pittore palestinese di Ramallah che vive da quattro anni nella Grande Mela e dipinge spesso un bambino che sogna il mare… Si incontrano per caso ed è amore a prima vista, un amore travolgente e passionale.
Ma appartengono a due popoli diversi, perennemente in guerra e nonostante tutte le cose in comune, la musica, il cinema, la nostalgia per la propria terra sanno che non potranno mai vivere il loro amore alla luce del sole, non potranno mai parlarne alle loro famiglie e quando arriverà il giorno del ritorno in patria, sarà la fine della loro storia.
“E se non avesse nulla a che vedere con la terra?
Rabbrividisco nel suo grembo. Quale terra?
Quella per cui gli ebrei e arabi combattono da tanti anni” – continua con gli occhi chiusi e un’ombra di sorriso amaro sulle labbra – “Se invece riguardasse esclusivamente il sole, tutta questa guerra?” – Sembra sbigottito, quando bisbiglia: “Guarda tu, una guerra per il sole. Che roba…”
Una storia d’amore tra una ragazza israeliana ed un ragazzo palestinese, una storia nata lontano dal loro comune paese, in una New York colorata, allegra e cosmopolita e destinata a finire, un amore con la data di scadenza, come un pacco di Corn Flakes.
Una bellissima, poetica e straziante storia d’amore alla cui fine da tragedia shakesperiana il lettore è preparato, perché incombe dalla prima riga e si conclude nel mare di Telaviv, quel mare soggetto dei dipinti di Hilmi