“a tu per tu con…” Nancy Calabrò e la sua poesia

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Un click, una richiesta di amicizia e la scoperta di una scrittrice di valore sempre alla ricerca di emozioni per meglio conoscere e interpretare la realtà del suo territorio, quello reggino, e interpretarne l’anima.

Di chi parlo?

Di Nancy Calabrò, nata a Reggio Calabria e laureatasi in Lingue e Letterature straniere all’Università degli Studi di Messina.

Appassionata di cucina, pubblica nel 2013 con Laruffa Editore “A tavola con Nancy”  e nel 2014 la raccolta di poesie “Pensieri in movimento”.

Nel 2016 le viene conferito il “Premio Mimosa Anassilaos” dell’Associazione Culturale Anassilaos e pubblica una seconda silloge poetica, “Sprazzi di sole e frammenti di stelle”.

Nel 2017 partecipa al repertorio di Arte e Poesia, Tiriolo (CZ), con la lirica “Occhi”, indetto dall’Accademia dei Bronzi.

La sua poesia Io donna è prima al concorso “La rosa del pozzo”; nel 2019 a Brescia, alla prima edizione del concorso “Diversità come ricchezza”, riceve menzione d’onore con la poesia “Cecità d’amore” e nel 2020 menzione di merito alla seconda edizione dello stesso concorso con la poesia “Dietro un vetro”.

Nel 2020 si iscrive al corso di scrittura creativa presso la casa editrice Laruffa e il suo racconto “Profumo di donna” rientra nella raccolta “Emozioni di Inchiostro”.

Nel frattempo partecipa al premio Merini, Catanzaro, con le liriche “Anima fragile” e “Tu Signore”, al Premio Piersanti Mattarella, ad Arcore, al Premio Léopold Senghor, a Milano con l’Associazione Rocco Basciano che pubblica nella sua Antologia le poesie “Creati per amare” e “Colpita e trafitta”.

È componente della giuria del Premio Internazionale “Ingenium volat, liber manet:vivi il libro d’artista”, organizzato da Naòs Arte&Cultura di Reggio Calabria.

Nel 2022 prende parte con dodici poesie alla collana poetica “I poeti di Via Margutta” Edizioni Dantebus e partecipa con altri suoi componimenti dedicati alla Calabria nella collana “Terre d’Italia poesie e dintorni delle terre di Magna Grecia” a cura di Oceano Edizioni.

Nell’aprile scorso appare, “come un’onda gentile”, “Alla luce della luna” con i suoi larghi orizzonti ispirati dai valori genuini dell’esistenza, intrisi di speranza e coraggio.

Ci si trova di fronte a immagini pure, pulite, intelligenti, di una intensità aggraziata che, senza astrusi artifici, richiamano l’uomo a riflettere sui predetti valori.

Si è di fronte ad una vera ed autentica Poesia, di fronte a una tela che ha visto il pennello del pittore, la penna dell’autrice, posarsi con leggerezza per aprirsi un varco verso l’infinito, nonostante la difficoltà del percorso e le tante nuvole, e trasmettere un messaggio di gentilezza e d’amore.

E mentre penso e trascrivo i miei pensieri mi viene incontro Nancy Calabrò per intavolare il programmato “a tu per tu con…” e schiudersi a voi lettori di ScrepMagazine.

Fiore – Come nasce la tua passione per lo scrivere?

Calabrò – La passione c’ è sempre stata probabilmente perché amo molto leggere e immergermi in mondi diversi.

Fiore – La tua poesia è un inno al bello, alla luce, al positivo…

Calabrò – Credo che si debba guardare il lato bello delle cose per aiutarci a vivere meglio. La bellezza ci circonda e ci nutre.

Fiore – Le tue liriche sono anche un inno alla speranza e alla vita…

Calabrò – Riuscire a cogliere la bellezza è un inno alla vita, un continuo riscoprire noi stessi nel nostro lato migliore per trovare riparo nei momenti meno felici guardandoci dentro per sostenerci.

Fiore – Direi pure che il tuo ultimo nato è un inno, come afferma Teresa Lofaro nella premessa, alla tua terra, alla tua famiglia e a tutte le persone che ami con il cuore…

Calabrò – Amo la mia terra, la mia famiglia, i miei amici che rappresentano dei punti fermi così come lo sono io per loro. Ci sosteniamo a vicenda con la nostra presenza. L’essere umano ha bisogno di tenerezza, comprensione, accoglienza e grande rispetto. Ci si ritrova più forti quando si è confortati dalla presenza di persone su cui poter contare. Un gesto semplice, una carezza, un abbraccio, un sorriso muovono il mondo. Se ognuno lo facesse, sarebbe forza per l’ altro, sarebbe conforto e riparo.

Fiore – Alla luce di quanto mi stai dicendo, ancor di più mi convinco della necessità che ognuno di noi faccia ogni tanto dei pit-stop alla propria anima per ricercare, ricercarsi e ripartire più forte di prima.

Calabrò – È necessario, fondamentale per reggersi forte durante e dopo ogni tempesta che inevitabilmente si abbatte sulla nostra vita. Partire da noi inizialmente e avere la consapevolezza di non essere soli.

Fiore –  Bella la tua definizione del “tempo” quando affermi che allo stesso  bisogna dare il giusto valore e godersi le emozioni dateci dalle persone che si amano perché come il tempo dà così toglie…

Calabrò – Dobbiamo fare tesoro del tempo, non rimandare mai un abbraccio o un ti voglio bene perché il tempo passa e potremmo perdere l’ occasione di fare felici le persone o anche noi stessi. Anche dedicare il nostro tempo alle attività che più ci piacciono è motivo di gioia e di crescita interiore. Perché rimandare la lettura di un libro o l’ apprendimento di una lingua diversa dalla nostra o ancora la preparazione di un piatto?

Fiore – La tua definizione del “tempo” mi fa riflettere sulla nascita della tua poesia e mi fa dire sempre più che il quotidiano e le emozioni costituiscono la fonte essenziale di ispirazione cui ti abbeveri…Mi sbaglio?

Calabrò – La poesia è vita, è l’anima che coglie l’essenza e la vuole rivelare al mondo. Ciò che ci circonda è fonte di ispirazione continua perché si osserva, si assapora la vita. La poesia è un mezzo per arrivare all’altro, renderlo partecipe dell’incanto e della meraviglia ma anche della sofferenza e della malinconia.

Fiore – Una poesia, la tua, che somiglia a un fuoco sacro che con la sua semplicità e la sua genuinità riscalda anche i cuori più freddi…

Calabrò – Credo che arrivare dritto al cuore sia quasi scontato perché ognuno di noi è sensibile e prova, percepisce le forti emozioni. Ecco perché tutti amiamo e tutti soffriamo. Ci si ritrova perché l’ amore, il dolore, la gioia parlano una lingua universale.

Fiore – Dalla lettura di “Alla luce della luna” traspare una traccia  autobiografica molto profonda che si avverte in maniera evidente nelle liriche datate e con l’indicazione del luogo dove furono scritte. Giusto?

Calabrò – Sì, sono quelle legate al paese di origine dei miei genitori Sant’ Alessio d’ Aspromonte dove ho trascorso le estati più belle della mia infanzia e Cannitello dove si trova la mia casa affacciata sullo Stretto di Messina, un luogo a me molto caro perché anche lì ho trascorso tanti bei momenti con la mia famiglia. Mi piace dire che sono figlia dell’ Aspromonte e dello Stretto perché in me sono vive queste due realtà essendo di origini aspromontane, ma nata e cresciuta a Reggio Calabria.

Fiore – Liriche scritte a quattro mani. Perché?

Calabrò – Sono due e sono state scritte insieme a Paolo Surace. Ho conosciuto Paolo a un concorso di poesia dove era venuto per scrivere un articolo sull’ evento, ma allo stesso tempo aveva partecipato con un testo poetico.

Quando lo lessi, gli dissi subito:  “Sei un poeta!” e lui, riluttante, mi rispose che non era affatto così.

Ed io insistetti tanto dicendogli che chi è capace di determinate sensazioni, di una certa profondità d’ animo è necessariamente un poeta. Da allora Paolo non ha mai smesso di scrivere e di ricevere anche alcuni importanti premi. Durante le nostre lunghe telefonate mi legge le poesie che scrive e alcune volte mi dice: ”Nancy, continua tu!”.  Così sono nate “La mia Terra” e “Dedicato”.

Fiore – Marcel Proust! Uno scrittore che ti piace?

Calabrò – Marcel Proust è uno degli scrittori che amo di più della letteratura francese. La sua scrittura, il suo modo di sentire mi affascinano molto.

Fiore – Concludi la tua ultima fatica poetica con i profumi, gli odori, i sapori delle polpette, delle olive ripiene, della limonata, del coniglio all’agrodolce, etc. Un ritorno alle tue origini e alla tua passione per la cucina o l’affettuoso ricordo della mamma, delle nonne, della zia, delle amiche attraverso le ricette apprese da loro?

Calabrò – Tanti anni fa, Silvia Buitoni mi ha chiesto di partecipare al suo gruppo Facebook ”Dall’uovo alla coque al ragù” dove si scrivono ricette facendo riferimento proprio alla madeleine di Marcel Proust. È stato allora che ho cominciato a scrivere le madeleines, quindi i miei ricordi di infanzia legati al cibo. Ringrazio Silvia per avermi ispirato, perché altrimenti sarebbero rimaste probabilmente soltanto nella mia memoria.

Fiore – Ancora, complimenti, gentile Nancy, per questo tuo canto dell’anima e grazie per il tempo dedicatomi…

Calabrò – Grazie a te Vincenzo per avermi contattato e avermi dedicato la tua preziosa attenzione…

Fiore – Perdonami… quale lirica vorresti dedicare ai lettori di ScrepMagazine?

Calabrò – La vita

Inconsapevole, nasce la vita per noi uomini

Dettata da un disegno divino,

alito di angelo del potere del cielo.

Richiamo d’amore e canto

Che esplode in un pianto.

Si apre al mondo e cresce col tempo.

Il dono concesso dal Padre celeste

Alle creature dal cammino dapprima incerto.

Si accingono ad affrontare il mondo

sospese e talora decise

tra le bellezze o tristezze della vita.

Muovono i passi avanzando spedite

e talora cadono.

L’amico vero insegna e incoraggia

Laddove ne ha facoltà.

Talvolta la vita duole

Come spina nel fianco.

Talvolta è amore come bacio sulle labbra,

o preghiera umile e vera

per il Creatore di tutte le cose

che insegna a vedere che la vita esiste anche oltre.

Ancora grazie a te e ai lettori di ScrepMagazine.

“a tu per tu con…” Nancy Calabrò e la sua poesia

a cura di Vincenzo Fiore

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

“a tu per tu con…” Anna Maria Funari

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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