“a tu per tu con…” Leonardo Palmisano

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Leonardo Palmisano e la Colomba d’Oro per la Pace

Dal caso o dal destino che dir si voglia ho imparato che non sempre ti concede quello che desideri.

Quel lunedì, parlo di lunedì scorso, mi ero ripromesso di farmi a piedi Corso Benedetto Croce, la più importante arteria del rione Carrassi di Bari, e visitare l’originale complesso della Chiesa Russa, che vuoi per un motivo vuoi per un altro non avevo avuto ancora il piacere di visitare.

Un complesso, la cui prima pietra viene posta il 22 maggio 1913, simbolo-ricordo della Russia degli Zar nonché, come scrive  Vito Antonio Melchiorre nel suo volume “Note Storiche su Bari”, una eccezionale nota di colore in un quartiere popolare ma non “difficile”, storico ma non antico, dove respiri un’aria tutta barese, fatta di negozi aperti da tantissimo tempo, di anziani che trovano il meritato riposo su sedie poste sui marciapiedi e passano il tempo tra le chiacchiere e il gioco delle carte.

Cammino spedito per raggiungere la Chiesa Russa inseguendo la soddisfazione di un desiderio.

Ma come dal mio incipit non sempre il destino si lascia vincere completamente…

Ti riserva sempre qualche sorpresa, per fortuna, in questo caso, piacevole…

La sorpresa?

Incontrare un amico virtuale che mi ha sempre intrigato sin da quando un click facebookiano lo ha fatto salire a bordo del treno delle mie amicizie.

Parlo di Leonardo Palmisano, barese purosangue, è nato a Bari nel 1974, sociologo, scrittore, nonché Presidente della Cooperativa Radici Future Produzioni e VicePresidente Nazionale di Culturmedia di LegaCoop, con delega al Sud.

Il suo impegno sociale e culturale è stato riconosciuto con il Premio Livatino contro le Mafie e la Colomba d’Oro per la Pace.

E’ autore della trilogia sullo sfruttamento Ghetto Italia, Mafia Caporale e Ascia Nera, e della serie di gialli dedicata al bandito Mazzacani: Tutto torna, Nessuno uccide la morte e Chi troppo vuole, nonché  di numerosi programmi per le coalizioni di centrosinistra.

E senza tanti preamboli e quasi a tradimento gli chiedo… 

Fiore – Sì o no al referendum?

Palmisano – Io voterò NO! E sono certo che il No prevarrà!

La scelta di ridurre il numero dei parlamentari senza porre mano a una legge elettorale, che ricomponga il rapporto tra elettori ed eletti, è un errore strategico del Movimento Cinque Stelle.

Un’ingenuità bella e buona ma molto pericolosa.

Fiore – Accadrà quanto accaduto con Renzi nel 2016?

Palmisano – Già! Il Movimento Cinque Stelle rischia di essere ridotto a esperienza e forza residuale nel Paese da un tentativo di forzatura costituzionale che gli italiani non comprendono.

Del resto, la riduzione del numero dei parlamentari può essere utile soltanto a una forza politica in crisi, dipendente da scelte oligarchiche fatte a casa Casaleggio.

Peccato… Il movimento era nato per dar fiato nuovo alla democrazia.

Fiore – E la base del centrosinistra come voterà?

Palmisano – La base del centrosinistra voterà NO perché ha compreso che la vittoria del NO, come ha detto il premier Conte, non compromette l’alleanza di governo.

Le esasperanti evocazioni dell’onestà hanno portato i Cinque Stelle ad infilarsi in un cul de sac da cui non usciranno se non marginalizzati al ruolo di ancella del centrosinistra o del centrodestra.

Del resto saranno ininfluenti già a partire da queste elezioni regionali.

Fiore – Una ghiotta occasione per il PD e il centrosinistra per fare un bel fagotto?

Palmisano – Assolutamente sì! Una occasione che il centrosinistra non deve assolutamente farsi sfuggire. Deve a tutti i costi  recuperare quel voto perso da Grillo e Casaleggio restituendo serietà a temi soltanto enunciati dai pentastellati, come l’ambiente, per esempio.

Del resto perché un pugliese dovrebbe votare Cinque Stelle a Taranto o a Lecce, dove il movimento ha tradito le famiglie dell’Ilva e i No Tap?

Lo scollamento dei pentastellati dalla realtà sta favorendo, e non poco, il fronte del NO e li sta mettendo all’angolo come un pugile suonato.

Fiore – Come si può rifare la Puglia e il Sud?

Palmisano – La società sta cambiando e soltanto dentro un quadro di sostenibilità ambientale che dia forza al lavoro è possibile rifare la Puglia e il Sud.

Sono convinto che se il Sud si dà l’ambientalismo come priorità riesce a produrre lavoro ed economia.

Se la poniamo in questi termini, allora riusciamo a smantellare il conflitto tra salute e lavoro  a  Taranto,   riusciamo   a   chiudere  il   ciclo  dei   rifiuti  con   grande  slancio, riusciamo   a   sconfiggere   le   ecomafie   e   le agromafie, riusciamo a passare da un’agricoltura stantia ad un’agricoltura biologica accessibile a tutti, da un’industria dipendente dall’estero ad una nuova manifattura locale a vocazione ecologica.

Fiore – Mi sta dicendo che serve una grande presa d’atto del cambio epocale in corso?

Palmisano – Ce lo ricorda ogni giorno Papa Francesco.

Non ci sono più spazi per una economia di rapina che produce povertà. L’ho capito quando mi è stata assegnata la Colomba d’Oro per la Pace, uno tra i più importanti riconoscimenti italiani.

Con me c’era Nanni Moretti ed altre intelligenze del Paese, tutte inclini sulla necessità di uscire da un’economia di guerra.

E c’è un grande spazio per interpretare il presente e cambiare il futuro in questa direzione.

Uno spazio che, però, deve essere occupato dalla democrazia, altrimenti vincono i sovranisti e torna la barbarie fascista.

Fiore – Perché la sua scelta di candidarsi alle primarie del centrosinistra in Puglia e di conseguenza a consigliere regionale?

Palmisano – La mia scelta, quella di candidarmi alle primarie del centrosinistra e poi a consigliere regionale in Puglia nella lista del Pd, nel collegio di Bari, è l’esito delle mie esperienze   di  vita.

Nella  vita   lavoro   come   editore   e   scrittore,   come   sociologo d’inchiesta, e per questo ascolto molto dolore, molta fatica.

Era inevitabile, dopo aver sviluppato inchieste sul caporalato, mettermi in gioco per portare in alto la voce degli ultimi.

Il mio compito è questo, dar voce a chi non ce l’ha cercando di mettere in campo soluzioni lunghe.

Fiore – Mi pare di comprendere che trova la sua ispirazione in Papa Francesco. Mi sbaglio?

Palmisano – Assolutamente no! Papa Bergoglio conosce la povertà e la schiavitù e dà una risposta che si chiama lavoro, dentro un grande tema che si chiama ambiente.

Ragion per cui ho chiamato “Ambiente e Lavoro Puglia” il mio movimento politico confluito nelle liste del Pd.

Fiore – Riconosce che anche nella nostra Puglia c’è un aspetto della contemporaneità lasciato spesso scoperto dalla politica?

Palmisano – Sì, come non potrei, se si riferisce ai diritti umani e a quelli civili.

Io sono perché tutte le regioni abbiano una legge che tuteli i diritti umani, per esempio nelle carceri, istituendo garanti per i detenuti che abbiano poteri veri, non di mera rappresentanza.

Nello stesso tempo sono per una legge regionale contro l’omotransbilesbofobia.

Troppa la violenza esercitata a danno degli esseri umani nel nostro territorio.

Abbiamo bisogno di facilitare le denunce e di accelerare i tempi della giustizia.

Ne va della tenuta del diritto.

Fiore – Sono queste criticità sociali che l’hanno anche spinta a candidarsi?

Palmisano – Sono gli argomenti veri, autentici intorno ai quali mi candido a rappresentare la Puglia che vuole lavoro, ambiente, salute.

Per me si tratta ogni giorno di fare una scelta.

Ho scelto di stare, penso, dalla parte giusta della storia: la parte di chi vuol vivere nell’uguaglianza e nella pace.

Leonardo Palmisano e la Colomba d’Oro per la Pace

… a cura di Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

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