“A tu per tu con…” Giuseppe Pino

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Giuseppe Pino

Owner  &  Founder  della   “Pino  Management & Partners

Tempi di COVID-19, tempi di riflessioni, di opinioni, di ricerca del futuro, di mosse per mitigare i danni nel mentre il Pil mondiale va a picco e il Governo italiano litiga su Mes e ruolo di Colao, da poco chiamato a presiedere la task force governativa per la fase 2.

Incapacità di scelte radicali? Timore di reazioni scomposte?

Lo capiremo a breve…

Io so soltanto che il tirare a campare e le liti sono il lievito per l’insoddisfazione della gente già provata dalla paura e dai lutti.

Ed eccoci via telefono con il nostro ospite di quest’oggi.

Siamo con Giuseppe Pino,  Owner  &  Founder  della   “Pino  Management &  Partners”.

Advisor  specializzato  in  finanza straordinaria e strutturata d’impresa.

Dal 2016 al 2019 è stato Presidente di CONFASSOCIAZIONI SUD ITALIA e Vice   Presidente   nazionale   di   CONFASSOCIAZIONI   Cultura, Spettacolo, Moda   con   delega   alle Istituzioni Museali e Teatrali.

Socio di AIFIRM (Associazione Italiana Financial & Industry Risk Managers) dal 2016 al 2019.

In precedenza ha ricoperto ruoli manageriali in importanti Istituti di Credito, Compagnie di Assicurazione e Multinazionali ed è stato senior partner & associato in primarie Società di Consulenza di Alta Direzione.

Ha partecipato e seguito operazioni di M&A a livello nazionale ed internazionale. Collabora con i principali Studi Italiani Tax & Legal, Fondi di Private Equity & Venture Capital e Investitori Istituzionali.

Da diversi anni dedica particolare attenzione anche ai “management culturali” ed ai “modelli di organizzazione economica   delle   imprese   culturali“.  

Collabora   con   diverse   riviste   specializzate, fa   parte   del   comitato scientifico   per   la   collana   “ProgettArte”   della   “Casa   Editrice   Onorati”.  

È laureato   in   Scienze dell’Amministrazione   all’Università   di   Siena   ed   in   Discipline   dell’Arte   della   Musica   e   dello   Spettacolo all’Università di Bologna con il massimo dei voti.

Fiore: Una sua riflessione sul momento che stiamo attraversando…

Pino: Sono sempre abituato ad andare subito al nocciolo delle questioni.

Questa volta, e volutamente, la prendo da lontano.

Avevamo tutti confidato in un futuro migliore.

Perlomeno sognarlo!  Per noi e per i nostri figli.

Un futuro costruito all’insegna auspicabile di ritrovate buone pratiche del vivere civile e dell’accoglienza, dello sviluppo tecnologico incalzante, della sostenibilità ambientale in un ecosistema ormai giunto al limite.

Fiore: Ed invece?

Pino: Invece, improvvisamente, ci siamo trovati inermi di fronte ad un evento pandemico di portata mondiale ed epocale allo stesso tempo.

Siamo stati messi con i “piedi per terra” e inconsapevolmente protagonisti di qualcosa più grande di noi.

Fiore: E ancorati ad una cruda realtà…

Pino: Sì, ci siamo svegliati di soprassalto a causa di un incubo chiamato Covid-19. E tutto il resto è passato in un attimo in secondo piano: globalizzazione, conflitti, guerre, migrazioni. C’è molto da riflettere!

Sicuramente dovranno essere messi in discussione tanti principi e catene di trasmissione di valori primari, come la salute e la tutela della persona, completamente sfuggiti di mano nel tempo e   “riacciuffati” per i capelli da una valorosa prova di coraggio dei tanti medici e sanitari impegnati in prima linea. Ai quali, ovviamente, si aggiungono tanti altri soggetti, a partire dalle forze dell’ordine, fino ad arrivare anche all’ultima cassiera e banconista dei supermercati.

Fiore: Una grande lezione di umanità…

Pino: …da cui dobbiamo velocemente imparare ed apprendere un nuovo modo di stare nella realtà quotidiana, di come rapportarci, di come diventare tutti un po’ meno arroganti e presuntuosi.

Anche il concetto di dignità ne esce riscritto nei fondamentali principi.

E come se fossimo entrati in un frullatore improvvisamente impazzito mentre miscelava ingredienti, e dove è saltato anche il coperchio.

Ha presente cosa succede in cucina quando questo accade?

Tutto da pulire, anche negli angoli ed interstizi più nascosti, tutto da imbiancare. Ecco! A noi è successo in meno di una settimana tutto questo: siamo stati frullati violentemente insieme a tutte le fragilità che già avevamo: sociali, economiche, politiche, relazionali.

Fiore: E ora che il coperchio è saltato, ora che il Paese Italia dove meno dove più si è tutto sporcato, è quasi irriconoscibile, cosa bisogna fare?

Pino: C’è da pulire ed imbiancare nuovamente tutto, con l’aggravante che non sappiamo nemmeno da che parte ricominciare.

Tanto grande è il danno arrecato e non ancora del tutto contabilizzato: in termini e di vite umane e di ricostruzione del tessuto socio-economico che sta dimostrando tutte le debolezze del caso.

Debolezze che forse avevamo sottovalutato e che per una sorta di vanagloria avevamo nascosto come polvere sotto al tappeto.

Ed ora fatichiamo a guardare la realtà per quella che è!

Fiore: E che non ci sta facendo alcuno sconto…

Pino: Già, e che quotidianamente ci costringe ad osare dove mai avremmo immaginato di arrampicarci per recuperare una possibile normalità.

Ora, visti i già precari equilibri mondiali antecedenti all’insorgere della pandemia, endemici, insoluti per volontà o anche per non volontà, non ci aspettano tempi facili.

Appartengo anch’io alla generazione del boom economico degli anni Sessanta del secolo scorso, la generazione che cominciava forse a tirare un po’ i remi in barca, soddisfatta per quanto già realizzato o non più realizzabile per ragioni anagrafiche.

Fiore: Ed invece, probabilmente, dovremo nuovamente rimboccarci le maniche.  Sono anch’io tra quelli che hanno vissuto quel boom…

Pino: Sì, di necessità dobbiamo fare virtù e, per non mandare tutto in fumo, ci tocca chinare il capo e darla sotto con tutte le energie in nostro possesso.

Siamo o saremo a breve a un “simil post evento bellico” quando tutti ripartono da zero nella ricostruzione delle varie realtà.

Il mio pensiero va soprattutto ai giovani, ai millennials.

Cosa li attenderà? Che mondo dovranno vedere?

Forse accadimenti a noi risparmiati, perché fortunatamente nati nel secondo dopo guerra?

Assisteranno a tempi intrisi nuovamente di povertà, di differenze sociali, di precarietà?

Perché un conto è governare le crisi, gestire l’onda lunga della rinascita e della ripresa, un conto è trovarcisi dentro fino al collo.

Fiore: Ha assolutamente ragione: tutto si poteva immaginare ma non che le nuove generazioni si sarebbero trovate in men che non si dica in questo oceano di difficoltà.

Pino: Purtroppo! Eravamo forse più preoccupati dal vederli avvolti da uno sfrenato consumismo, vittime di politiche distopiche, sclerotiche e frenetiche e di  nuovi collassi e default economici.

Ma non vittime di una pandemia, che in un solo colpo pare abbia livellato tutto.

Le certezze si sono rarefatte, dogmi e verità sciolti come neve al sole.

Tutto sembra crollato e caduto, come un castello di carte o di sabbia.

Fiore: E c’è confusione…

Pino: Assolutamente sì, anche perché non si sa come riposizionare le carte a pavimento per ricostruire il castello al di là delle varie task force.

Il tempo sospeso, dove siamo stati confinati, non ci permette ancora di formulare analisi precise sul dopo, come ritirare le varie tessere del mosaico società  e rimetterle a posto.

Per ora al massimo possiamo armarci di buone intenzioni.

Che per quanto serie ed affidabili soffrono di imprecisione in quanto non ancora in possesso di tutti i danni arrecati dalla complessa forza devastante del COVID-19 che non ci ha consentito tempi di reazione pari alla sua, che ci ha preso letteralmente  di sorpresa.

Una forza che continua, e non sappiamo da quale postazione, a sparare le sue micidiali granate di cui non comprendiamo ancora bene l’amalgama e la carica esplosiva.

Fiore: Pura verità quella che sta dicendo, così come la nostra difesa, dicasi ospedali e sanità in generale, non ha nemmeno potuto alzare bandiera bianca.

Pino: E a chi alzare bandiera bianca per un armistizio? A un avversario che non conosci, a un avversario invisibile?

Ecco perché questo è stato uno tsunami molto particolare.

Tanti morti sul campo, ma nessuna registrazione di ruderi e macerie.

Porti sicuri dove attraccare e mettere ormeggi ancora non ne vediamo, la tempesta è ancora forte, seppur le onde sembrano aver perso intensità ed altezza.

Siamo ancora in mare aperto e fiduciosamente chi per un verso chi per un altro nelle mani della scienza, della medicina e della Fede. 

Fiore: Ognuno a proprio modo e secondo le opinioni e convinzioni personali…

Pino: Resta il fatto che non conosciamo e non ci è dato sapere cosa ci riserva il futuro.

Possiamo semplicemente dire: speriamo di farcela.

Fiore: Grazie per aver detto sì a questa ospitata su ScrepMagazine e a presto, gentile Dottor Pino…​

 Pino: Grazie a lei, e complimenti per il vostro blog…

… a cura di Vincenzo Fiore

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Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

2 COMMENTS

  1. La semplicità è il migliore lasciapassare per un’informazione onesta e corretta. Complimenti Vincenzo Fiore.

    • Soprattutto in questo momento abbiamo bisogno di un linguaggio semplice per poter raggiungere tutti senza equivoci di sorta.
      Grazie, gentile Adelia…

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