“a tu per tu con”… Antonello Tonna e la tragedia di Costa Concordia

184502

Antonello Tonna e le emozioni per la tragedia di Costa Concordia

La voce rotta dalla commozione e dall’emozione è la protagonista di questo “a tu per tu con…” insieme agli indelebili ricordi scolpiti nell’animo e nello scrigno della memoria di Antonello Tonna, il pianista, classe 1952, originario di Acireale (Catania), sopravvissuto alla tragedia di Costa Concordia, la nave da crociera che,  impegnata nella manovra dell’inchino, alle 21,45 si schiantava contro gli scogli delle Scole nelle vicinanze dell’Isola del Giglio, provocando uno dei più terribili disastri della storia della marina italiana con la morte di ben 32 persone.

Antonello Tonna  dal 1980 svolge l’attività di pianista – cantante esibendosi nei più importanti piano-bar italiani ed internazionali.

Avviato agli studi musicali dal padre musicista all’età di 12 anni, studia pianoforte al conservatorio.

Successivamente partecipa a diverse manifestazioni canore anche a livello internazionale.

Dal 1980 si esibisce in prestigiosi hotel e piano bar internazionali: King Solomon’s Hotel (Eilat – Israele), Mermoz Crociere (Caraibi), The Living Room (Montecarlo),  Bei Tino Exclusive Pianobar (Dusseldorf), V.I.P.  Hotel Europa e Grand Hotel Savoia (Cortina d’Ampezzo), Europa Palace Hotel e Grand Hotel Quisisana (Capri), Sottovento Club (Porto Cervo), The Living Room (Montecarlo), Les Francis e Valentino (Ginevra), Hotel Villa Sant’Andrea – Grand Hotel Timeo – Tout Va – La Giara – Baia Taormina – Grand Hotel CapoTaormina (Taormina), Marabù (Giardini Naxos). Invitato al BISTROT di MOSCA si esibisce per una serata di musica italiana.

Nel dicembre del 2008 viene è invitato dal Presidente di Media Market Saturn, Roland Weise, a Ingolstadt in Germania.

Antonello vanta anche diverse partecipazioni televisive: “Festival del pianobar” (Palermo – Messina), Rai1 e Rai3, “Giara D’Argento” (Giarre) condotta da Pippo Baudo, “Noi oggi” e “Insieme” con Salvo La Rosa (Antenna Sicilia – Teletna).

In questi ultimi anni Antonello si è esibito a bordo di COSTA CROCIERE e ha suonato su ATLANTICA,  MAGICA, FORTUNA, CONCORDIA, COSTA SERENA.

Fiore – Caro Antonello, ti va di raccontare a ScrepMagazine attimi e gesti di quei terribili momenti vissuti 10 anni fa?

Tonna – Assolutamente sì!

Fiore – Quanti eravate a bordo?

Tonna – 3.216 passeggeri e 1013 uomini dell’equipaggio.

Fiore – Riesci a convivere con il ricordo di quel tragico 13 gennaio?

Tonna – Quel ricordo non potrà mai sparire, perché è sempre dentro di me specialmente quando mi fermo a pensare alle persone che non ci sono più e, in particolar modo, al batterista, mio amico e collega, Giuseppe Girolamo che era con me sui ponti dove cercavamo una scialuppa per poterci salvare.

Fiore – Una tragedia che ti  ha fatto amare ancor di più la vita?

Tonna – Premesso che tragedie come queste non dovrebbero succedere, oggi amo la vita più di prima. Ringrazio il cielo per essere ancora qui con la mia musica e  apprezzo giorno dopo giorno sempre più la bellezza del vivere anche se non le nascondo che momenti come quelli che stiamo vivendo non dovrebbero esistere.

Fiore – Il dolore di quel giorno…

Tonna – Il dolore è ancora molto vivo nel mio animo anche se, e questo è un paradosso, è all’origine della mia rinascita. Per me è stato come nascere di nuovo, partorito dal grembo di un miracolo.

Fiore – Il primo pensiero quando pensi a quel 13 gennaio…

Tonna – Un pensiero di rabbia e di dolore… ma anche di calma, quella calma che mi aiutò a salvarmi.

Fiore – Mi descrivi quei momenti?

Tonna – Erano le 21.30 e avevo terminato il mio turno al pianoforte. Io e i miei colleghi  per perdere un po’ di tempo ci dirigemmo verso il quinto ponte, poggiandoci  sulla balconata da cui si intravedevano gli ospiti del Concordia  che cenavano al piano inferiore. D’improvviso avvertimmo, erano le 21,45, un rumore stridulo e atipico, ma fortissimo, di acciaio e di ferro, durato una quarantina di 40 secondi ci investì,. con la nave che cominciava ad inclinarsi.

Fiore – E voi?

Tonna – In preda al panico, che ci divorava, ci avviammo al salone del piano su cui eravamo e, da regolamento, aspettammo le indicazioni.

Fiore – E poi?

Tonna – Pensammo a un guasto al motore. Non sapevamo cosa fare. Sgomento e meraviglia ci inghiottivano. Dopo un po’ mancò la luce,   o meglio andava e veniva. Dopo una  quarantina di minuti di questo balletto 7 fischi brevi e uno lungo ci segnalarono l’emergenza.

Fiore – E quindi?

Tonna – Ci avviammo al terzo piano, al punto di riunione stabilito per i casi di emergenza. Ci mettemmo in fila nel mentre veniva fatto l’appello. Restammo fermi per circa 15 minuti. Ci tenevamo stretti e abbracciati per non cadere perché la nave si piegava dall’altro lato. Ancora non sapevamo che eravamo al Giglio. 

Fiore – E la nave?

Tonna – La nave continuava a sprofondare con i viaggiatori che in preda al panico e nel vocio delle urla si buttavano sulla scialuppa di salvataggio chiedendosi cosa fosse successo… ma nessuno sapeva!

Fiore – E voi dell’equipaggio?

Tonna – Non riuscivamo a salire sulle nostre scialuppe perché c’era caos, panico. Sotto, al quarto ponte, vedevo i passeggeri salire sulle imbarcazioni. Le prime riuscivano a calarsi tranquillamente, le altre rimanevano sospese in aria perché la nave si piegava verso l’altro lato.

Fiore – Poi?

Tonna –  Un sottufficiale ci disse di spostarci verso l’altro lato così sarebbe stato più facile liberarci. Allora, sempre presi per mano, eravamo circa cento persone, attraversammo la nave in larghezza, circa 35 metri. Questo è un momento che mi è rimasto particolarmente impresso per la solidarietà e l’amore che ci dimostrammo reciprocamente. Arrivati dall’altro lato, vedemmo le luci del porto. Vedevamo l’acqua entrare. Ci abbracciavamo per non scivolare. Non sapevamo cosa fare. Cercavamo le scialuppe… tanti musicisti salvarono salendo su quelle per i passeggeri. A un certo punto, sentimmo un altro fortissimo rumore, uno stridio incredibile di acciaio e ferro insieme. La nave si era piegata ancora di più. A quel punto tanti scavalcato la balconata e si buttarono in mare. Lo scoglio di fronte era a circa 200 metri.

Fiore – Anche tu ti buttasti a mare?

Tonna –  Sì e senza pensarci… da un’altezza di circa cinque metri.

Fiore – Completamente vestito?

Tonna – Sì…

Ti aggiungo che quel vestito e quelle scarpe li utilizzo ancora, quasi per scaramanzia…

Fiore – Non ti  sentivi impacciato mentre nuotavi?

Tonna – No… anche perché non percepivo nulla se non la voglia di salvarmi. Pensi, non ricordo nemmeno se l’acqua fosse calda o fredda e il mare agitato o meno. Nuotavo, nuotavo, nuotavo… e mentre nuotavo, mi giravo per vedere quella grande nave adagiata e non riuscivo a credere ai miei occhi. Non mi sembrava possibile che nel 2012 potesse accadere un fatto del genere. Sembrava un sogno o di essere sul set di un film.

Fiore – Ricevesti qualche aiuto mentre eri in mare?

Tonna – L’aiuto della musica che fu la protagonista di quel tempo senza tempo. Nella mia mente ripercorrevo l’ultimo brano che avevo suonato sulla nave: la Rhapsody in Blue di Gershwin.

Fiore – Nuotando fosti raggiunto dalla paura di morire?

Tonna –  Mai. Ero sempre dell’idea di farcela! Avevo solo paura di non farcela per mancanza di fiato, non altro.

Fiore – Per quanto nuotasti?

Tonna – Prima di toccare la terra ferma nuotai per circa 200 metri nel tempo di 15-20 minuti al chiarore della luna. Raggiunto lo scoglio, dove per salire mi strappai i pantaloni, trovai altre persone. Ci abbracciammo per riscaldarci.

Fiore –  Una volta raggiunta la terra ferma e la salvezza cosa pensasti?

Tonna – Ma è tutto vero o è un film? Avevo molto freddo, la mia mandibola tremava, non riuscivo a parlare. Mi girai e vidi la Concordia in posizione verticale: per metà in mare e col pennacchio giallo all’aria. Un’immagine che non dimenticherò mai, tanto è penetrata nel mio cuore.

Fiore – Poi?

Tonna – Poi arrivarono alcuni abitanti del Giglio che, con l’aiuto di lampadine tascabili, ci condussero attraverso un sentiero verso dei luoghi di accoglienza. A me capitò di essere smistato in un alberghetto.  

Fiore – Riusciste a dormire?

Tonna – Assolutamente no! Eravamo tutti esterrefatti. L’indomani, Costa Crociere ci traghettò a Grosseto in un albergo dove ci fermammo per due giorni, prima di rientrare nelle nostre abitazioni e riassaporare il  calore delle nostre famiglie.

Fiore – Ricordi qualche emozione?

Tonna – Sì, la provai due giorni dopo con la telefonata Justine Palmelay, una giovane cantante che avevo conosciuto sulla nave poco prima dello schianto: si era salvata anche lei!

Fiore – Hai più suonato su una nave?

Tonna – Sì, ma dopo 3 anni.

Fiore – Per la Costa Concordia?

Tonna – No! Anche se mi fu chiesto di fare la stagione successiva da pianista. Rifiutai non per paura, ma perché avevo altri lavori già programmati. Dal 2015, però, non lavoro più sulle navi: ora suono nella mia Taormina, organizzo eventi e mi cibo di musica.

Fiore – A proposito, nel 2015 tu vivesti un’altra tragedia che provocò la morte di 24 persone e 45 feriti.

Tonna – Sì,  quella al museo del Bardo di Tunisi… Ero al porto di Tunisi con altri musicisti quando scoprimmo che dei terroristi stavano sparando nel museo. Tornammo subito in nave, sulla Concordia Fascinosa.  A bordo, per due giorni, non svolgemmo nessun tipo di attività ricreativa. Furono momenti molto brutti anche perché riprese realtà il dolore e il lutto della Concordia.

Fiore –  Hai per caso scritto un brano musicale per ricordare il 13 gennaio?

Tonna – Sì, nel gennaio del 2020 scrissi “Saturday grey”, un brano molto suggestivo e romantico. Il brano  fa parte del cd “Waves”, che nasce in pieno lockdown in un momento surreale dove tutti eravamo chiusi in casa. Approfittando di questo tempo che mi era stato in qualche modo concesso, considerando che prima ero sempre in giro per suonare, pensai di dare forma a quei brani che per me rappresentavano e rappresentano il meglio della musica internazionale.

I brani sono: “Here come the Sun” di George Harrison, “Libertango” di Astor Piazzolla,”Your Song” di Elton John e Bernie Taupin, “Just the way you are” di Billy Joel, “Summertime” e “The man i love” di George Gershwin,“I say a little prayer” di Burt Bacharach, “Over the rainbow” di Harold Arlen e Yip Harburg, “Eleanor Rigby”, “Hey Jude” e “Let it be” di John Lennon e Paul Mc Cartney, “Wave- Corcovado- Agua de beber” di Antônio Carlos Jobim, “Nuovo cinema paradiso” di Ennio Morricone, “Chariots of fire” di Vangelis, “Greatest love of all” di Michael Masser e Linda Creed, “When I fall I love” di Edward Heyman e Victor Young.

Fiore – Visto che siamo sulle ali della musica di Saturday grey, mi racconti del tuo incontro con  Justine?

Tonna – Il 13 gennaio 2012, Justine, una passeggera olandese, mi fermò per chiedermi di farle cantare qualche brano. Così, la sera, intorno alle 20.30, le detti il microfono e d’incanto una voce  meravigliosa e calda alla Motown scatenò l’entusiasmo e gli applausi dei presenti. Prima che andasse a cena, intorno alle 21, le lasciai il mio biglietto da visita e le dissi di tornare dopo per cantare ancora. Poi il naufragio e di Justine non seppi più ho più nulla. Dopo un paio di giorni, come accennavo prima, mi chiamò, dicendomi che era in Olanda e che si era salvata salendo su una scialuppa. Scoppiai a piangere… 

Fiore – C’è dell’altro?

Tonna – Sì… mi inviò un brano sulla Concordia che aveva composto in olandese, invitandomi a scriverlo in italiano. Successivamente, mi recai in Olanda  e registrammo “Il tempo si è fermato”, che è diventato il motivo simbolo di quella notte. Quanto accaduto quella notte maledetta lo raccontammo con frasi che parlano di “mani che raccolgono un abbraccio” e di un naufragio che “per sempre ci parlerà”.

Fiore – La tua vita a dieci anni da quel venerdì di dieci anni fa? 

Tonna – Ancora più ricca e più bella di prima.

 

Fiore – E il lavoro?

Tonna – Lo amo ancor di più e spero  di continuare ad avere dentro di me quelle emozioni che mi possano aiutare ad affrontare al meglio le serate del futuro. Buona musica a tutti voi e grazie per questa intervista…

… a cura di Vincenzo Fiore

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Previous articleSeguendo la cronaca
Next articleMichele Cascella (parte seconda)
Vincenzo Fiore
Sono Vincenzo Fiore, nato a Mariotto, borgo in provincia di Bari, il 10 dicembre 1948. Vivo tra Roma, dove risiedo, e Mariotto. Sposato con un figlio. Ho conseguito la maturità classica presso il liceo classico di Molfetta, mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Bari con una tesi sullo scrittore peruviano, Carlos Castaneda. Dal 1982 sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Amo la Politica che mi ha visto fortemente e attivamente impegnato anche con incarichi nazionali, amo organizzare eventi, presentazioni di libri, estemporanee di pittura. Mi appassiona l’agricoltura e il mondo contadino. Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste. Amo definirmi uno degli ultimi romantici, che guarda “oltre” per cercare l’infinito e ricamare la speranza sulla tela del vivere, in quell’intreccio di passioni, profumi, gioie, dolori e ricordi che formano il tempo della vita. Nel novembre 2017 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di pensieri, “inchiostro d’anima”; ho scritto alcune prefazioni e note critiche per libri di poesie. Sono socio di Accademia e scrivo per SCREPMagazine.

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here