Come i tasselli di un grande mosaico che si staccano e cadono giù, alcuni lentamente altri velocemente, alcuni senza far rumore altri con un tonfo pesante sul pavimento, allo stesso modo avvengono i repentini cambiamenti intorno a noi quando persone a noi care ci lasciano per intraprendere il viaggio verso altre dimensioni, oltre il limite che per noi che restiamo, rimane e rimarrà un mistero.
La precarietà della vita si incontra e si scontra con un vortice, se analizziamo un attimo, dopotutto lineare ed essenziale.
È un passaggio, pur intriso di inconoscibile, tuttavia senza sbavature e sfumature, si oltrepassa il confine, punto.
Non ci sono biglietti di ritorno, non sono ammessi ripensamenti, avviene una vaporizzazione dell’essere mortale, per cui unica tangibile realtà sono da considerarsi i ricordi da parte di coloro che temporaneamente rimangono al di qua.
Forse non bisognerebbe aver paura delle nubi né delle ombre, forse la notte potrebbe farci comprendere questa tragedia senza catarsi, forse è proprio la notte che ci dona il coraggio di affacciarci al mattino e vivere e credere nei giorni che si susseguono, nonostante i tasselli del mosaico uno ad uno continuino a cadere con inesorabile costanza.
La vita è la nostra cornice, sopravvive a noi, ci oltrepassa dopo averci sfiorato e ci accompagna fino al cancello dell’eternità, poi, da soli ci incamminiamo… Voyageurs, Wayfarers, Caminantes, Wanderer.
Tommaso Cozzitorto
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