Definito dalla critica letteraria come il Nicholas Sparks italiano. Molti suoi libri sono stati tradotti e pubblicati con successo non solo in Europa ma anche in Sudamerica. Il suo primo romanzo, “Il primo caffè del mattino” pubblicato nel 2013 è stato definito un caso letterario. Dopo “Il primo caffè del mattino” sono seguiti altri 6 libri e tutti pubblicati con la Casa Editrice del Gruppo Mondadori.
Si è aggiudicato il posto tra gli scrittori più amati del genere romance e dal pubblico femminile.
Nonostante questo, ogni mattina, lo scrittore Diego Galdino è dietro al bancone del bar di famiglia nella sua amata città che è Roma, il “Lino bar“, a preparare caffè. Vissuto dietro al bancone dalla nascita, la sua culla era dietro la cassa..
Ha imparato a camminare, ha dato i suoi primi passi dove continua a preparare i caffè.
I suoi lettori sanno sempre dove trovarlo e immaginarlo, nel suo bar.
Il suo ultimo libro è “Una storia straordinaria“, che sembra una bella favola moderna.
I protagonisti sono Luca e Silvia due ragazzi come tanti che vivono vite normali. Fino a quando succede qualcosa che interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi. Eppure, due anni dopo, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all’altra, alla prima di un film d’amore.
E da li c’è la rinascita dei due personaggi…
La lettura del libro è piacevole perchè lo stile di Galdino è poetico. Il paragone con Nicolas Sparks è perfetto.
Lo incontro per un’intervista e ne sono lieta.
Diego, prima di tutto complimenti per la sua produzione letteraria, quando è nato il suo amore per la scrittura?
In realtà è stata la scrittura a mettersi al servizio dell’amore. Ho iniziato a scrivere, dopo una storia d’amore finita male. Avevo voglia di raccontare una storia d’amore che a differenza della mia avesse un lieto fine.
È stato l’incontro con i romanzi della Pilcher a farle capire quale fosse la sua strada?
È stato l’incontro con una ragazza che leggeva i romanzi della Pilchrer a farmi capire che dentro di me si celava uno scrittore. Si può dire che come la Pilcher anche il Diego Galdino scrittore è nato in Cornovaglia.
La critica letteraria l’ha definito il Nicholas Sparks italiano? Si ritrova in questo scrittore?
Di sicuro io e Nicholas Sparks amiamo raccontare storie romantiche. Essere accostato al più grande scrittore di romanzi d’amore è una grande soddisfazione, ma anche un’enorme responsabilità. Io cerco di fare del mio meglio quando scrivo, ma Sparks è lontano anni luce da me, i suoi numeri, i suoi successi lo rendono al momento uno scrittore di un altro pianeta.
Cos’è per Diego la scrittura?
Un modo per evadere dal mio contesto quotidiano.
Lei ha una famiglia, un lavoro, quando trova il tempo per scrivere?
Da sempre mi sveglio alle quattro di mattina per scrivere, così da non togliere tempo alle cose più importanti della mia vita…La mia Famiglia e il Bar.
Come ha vissuto i mesi di lookdown, ha avuto più tempo per scrivere o come molti autori ha risentito del periodo di chiusura per la scrittura?
Come scrittore do il meglio di me quando non ho molto tempo per scrivere. Quindi in quel periodo ho preferito dedicarmi ad altre passioni come la lettura e il cinema.
Ha un luogo/stanza dove preferisce scrivere?
Di solito scrivo nel mio studio o seduto fuori al Bar prima dell’orario di apertura.
Ha rituali “propiziatori” che segue?
Nessun rituale, lascio che a guidarmi sia l’istinto.
Stila una scaletta prima di scrivere un romanzo o un racconto o va dove la porta la storia?
Scrivere non è pensare è scrivere punto.
Secondo lei, la scrittura può essere utile per razionalizzare e, in un certo senso, per superare i momenti più dolorosi dell’esistenza?
Può essere utile per dare sfogo al proprio io, alle emozioni più profonde, a quelle verità che non riusciamo a dire a nessuno. La scrittura è uno psicologo che ci ascolta in maniera obiettiva.
Per i pochi che non la conoscessero, ci parla dei suoi romanzi?
I miei romanzi sono favole per adulti. Sono una lucina per la notte. Fanno si che il cuore si senta al sicuro.
Dopo Luca e Silvia i due personaggi del libro, c’è Roma che oltre a fare da cornice alla storia, diventa il terzo personaggio dell’opera. Che rapporto ha con la sua città?
“Ubi major minor cessat” e per me Roma insieme all’amore è la cosa più grande di tutte.
Una storia straordinaria è la sua ultima fatica letteraria, qual è il messaggio più importante che vuole dare ai lettori con questo suo romanzo?
Nessun messaggio, non mi sento un guru della scrittura, mi piace pensare che il lettore si senta parte integrante della storia che ho scritto e che possa immedesimarsi nei protagonisti trovando dentro se stesso il proprio messaggio.
“Perché se seguiamo il vento, saremo sempre in grado di sbocciare da qualche altra parte…” Ci spiega questa frase?
Bisogna volare, con la fantasia, con il cuore, con la mente, essere sempre liberi di decidere della nostra vita come meglio crediamo e per volare via il modo migliore è affidarsi al vento.
I due personaggi così giovani eppure già tanta sofferenza. Lei rende questa sofferenza poesia e il suo libro arriva a toccare la nostra anima. I personaggi dei suoi libri sono autobiografici? Ha conosciuto persone con caratteristiche come i due giovani e che ha poi riportato nel libro ?
In ogni mio protagonista c’è sempre molto di me. In questo caso Luca sono io dopo aver perso la vista e sono Silvia nel bisogno di amare con passione, senza paura. Nella realtà non ho mai avuto a che fare con un non vedente, nè con una donna che ha subito un’aggressione. La mia è stata pura empatia.
Grazie Diego del tempo che ha passato insieme a noi di ScrepMagazine e le facciamo ancora tanti complimenti per le sue opere.