Le canzoni di Sanremo

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Fra pochi giorni inizierà la kermesse canora del Festival di Sanremo. Manifestazione seguita in tutto il mondo che, oltre alle canzoni mostra uno spaccato della società che cambia. Lo dimostrano le canzoni che si sono susseguite nel corso degli anni, canzoni che hanno trattato, specie negli ultimi anni, di femminismo, di lavoro e del suo precariato, di tradimenti e di età per amare.

Ci sono domande che spesso ci poniamo anche dopo avere ascoltato una semplice canzone.

Una di esse è: esiste un’età giusta per amare?

Se l’amore non ha età, ogni anno della nostra vita è quello buono.

Ma è stato davvero sempre così?

No!

Nel 1964, milioni di persone erano certe invece che esistesse un’età per NON amare.

Era quella di Gigliola Cinquetti, che vinse il 1° febbraio del 1964 il Festival di Sanremo cantando un motivetto destinato ad essere un evergreen nella storia della gara canora più popolare d’Italia.

«Non ho l’età» Gigliola Cinguetti “cinguettava” quasi sdolcinata e tutti annuivano, identificando il testo della canzone con lei, l’esecutrice.

Una ragazzina che aveva solo 16 anni che prometteva, in un futuro vago, che quel fatidico giorno sarebbe giunto, per un «amore romantico» con il pretendente che ora troppo in anticipo faceva richieste inadatte ad una ragazza così giovane. 

Lei era così a modo, tanto per bene nel suo vestito tagliato su misura per lei e ben pettinata, proprio come un’educanda modello.

E il romanticismo di lei, prendeva tempo «Non avrei nulla da dirti perché tu sai molte più cose di me», in questo modo quasi tranquillizzava i maschi italiani su chi fosse al timone nelle scelte amorose.

E un bel pò di ragazze, per liberarsi di quei fastidiosi mosconi con l’ormone già impazzito, trovano risposta di fronte a richieste non propriamente adatte a delle signorine perbene, «Grazie, ma non ho l’età. Ripassa fra qualche tempo.».

Eppure Gigliola Cinquetti non avrebbe voluto cantarlo quel brano.

L’amore non è un fatto anagrafico, non le piaceva esprimere quel concetto di aspetta e spera …La giovane che all’epoca aveva solo 16 anni, frequentava ancora il liceo artistico.

Ha dichiarato lei stessa ad un giornale che la escludeva da quel sentimento che lei e quelli della sua età aspettavano di incontrare

Non le piaceva quel concetto di aspetta e spera, e non voleva che le coetanee la guardassero come un fenomeno da baraccone, o peggio come un’opportunista che si fingeva virtuosa.

Insomma, raccontare di un rapporto che non poteva essere vissuto perché lei era troppo giovane e avrebbe dovuto aspettare l’età adulta per donarsi completamente al partner, proprio non andava giù all’artista che, come tanti adolescenti dell’epoca sentiva l’entusiasmo per la rivoluzione sessuale ormai alle porte, che si sarebbe avuta un paio di anni più tardi.

Evidentemente non era dello stesso avviso il pubblico televisivo italiano, che decretò il suo successo.

Tra l’altro, proprio Gigliola Cinquetti incarnava questo tipo di figura femminile, contrapposta a Patty Pravo o a Mina che invece venivano considerate ideali più moderni.

E per la cantante di “Non ho l’età per amarti” è stato difficile scrollarsi di dosso l’etichetta della ragazza acqua e sapone.

Infatti tante furono le polemiche che la travolsero quando, ad esempio, si seppe che aveva votato, qualche anno dopo, a favore del partito radicale, che sosteneva l’aborto e il divorzio.

Il costume amoroso e sessuale è cambiato tanto da allora, ora si esagera si hanno le prime esperienze sessuali in un’età in cui si dovrebbe ancora giocare e sognare il principe azzurro.

Ma di questo ne parleremo in seguito.

Angela Amendola

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