Che cosa è un libro?
Se faccio questa domanda a cento persone, piccole o grandi, riceverò probabilmente cento risposte diverse.
Per qualcuno è una cosa che aiuta a passare il tempo, per qualcun altro è un modo per immergersi in un altro mondo che in genere piace di più di quello reale, o a volte piace di meno, e allora che sollievo chiudere le pagine e tornare alla realtà! Per qualcuno è qualcosa che serve per imparare, ma se servisse solo per quello sai che bella noia certe volte… per qualcuno è semplicemente un oggetto che ricevi in regalo per un compleanno, o un’altra ricorrenza importante, quando speravi tanto in un giochino elettronico o addirittura in un telefonino.
Per me è sempre stato un compagno.
Un compagno diverso nelle varie fasi della vita. A volte allegro, altre meditativo, molte volte di studio. Quasi mai scontato, molto spesso scelto per autore o per tematiche. Ma questo…questo è diverso !
E’ il MIO! L’ho partorito quasi per caso, scrivendolo di getto, lasciandomi cullare dalle storie della mia vita, dai volti che ho incontrato, dalle mani che ho toccato, dalle mille emozioni che ho provato. L’ho scritto per rispondere ad una domanda che forse nessuno si sarebbe posto, ma per me è stato importante. Un giorno forse Iris mi chiederà “nonna , tu che lavoro hai fatto?” Ed io sarò pronta a darle la risposta. O qualcuno la darà per me. L’importante è che io l’abbia fatto.
Quando le mie parole sono diventate un libro mi sono sentita diversa. Più ricca perché ho seminato, perché ho condiviso, perché ho affrontato le critiche a testa alte, perché ho letto intorno a me l’approvazione e la stima. Più forte perché la mia energia si può propagare, può coinvolgere e trascinare.
Più grande e più matura perché inizio a pensare a chi lo leggerà dopo di me, ma questo non mi spaventa affatto. La qualità della vita è assolutamente superiore alla quantità.
Più curiosa quando lo sfoglio, sento il profumo della carta, rivedo le tracce della cancellature, le virgole che non trovavano mai il posto giusto, ma anche le parole che non ho scritto, i volti che non ho svelato, le storie che ancora aspettano di venir fuori, le mani che si tendono verso qualcosa, gli occhi che vagano o che restano fermi come laghi.
Un libro è un parto. E’ dare vita ad una creatura che parlerà anche dopo di te.
Potrà essere dimenticato sugli scaffali delle librerie, potrà impolverarsi, ma sicuramente, prima o poi, passerà una mano più curiosa, qualcuno che ne toccherà il dorsetto, guarderà la copertina rigirandola fra le mani, farà scorrere le pagine magari ingiallite. Si domanderà qual’è il contenuto ed io allora, anche fra cento anni, rivivrò.
Ecco, per me questo libro è la continuità…
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