Con l’arrivo dell’autunno avverto sempre come una sorta di smarrimento, un sentimento difficile da definire.
Mi sento come una bimba piccola a cui hanno sottratto il giocattolo per cui dovrà fare i conti con questa mancanza dolorosa.
Alla fine, non rimane solo tristezza e malinconia, ma c’è tanta nostalgia per tutto ciò che non è più.
Tutti aspettano che da un giorno all’altro l’aria rinfreschi, mentre io vorrei che ritornasse il caldo.
Tutti non vedono l’ora di fare lunghe passeggiate lungo viali alberati coperti di foglie ingiallite, sono felici di salutare le rondini che cercano nuovi lidi.
Io, invece, vorrei trovarmi ancora con i piedi in acqua, con il sale sulla pelle, vorrei passeggiare sulla riva del mare, mentre il sole si nasconde all’orizzonte, per ammirare in quella magia crepuscolare agostana il volo basso dei gabbiani in cerca di cibo.
Sarà anche tempo di vendemmia e tutti non vedono l’ora di sentire l’odore delle caldarroste, di mangiare noci, cachi e melograni Mentre io ancora al supermercato cerco l’anguria.
Se chiudo gli occhi immagino di correre in un verde campo di grano con papaveri, girasoli a godere di questa natura festosa pronta ad accogliere la bella stagione.
Vorrei che l’estate non finisse mai.
Tutti dicono da sempre che l’autunno sia la stagione delle ripartenze, la stagione in cui ogni cosa torna al proprio posto.
Io non voglio ripartire, non voglio andare da nessuna parte, non ci penso a ritornare.
Sto così bene dove sono!
Vorrei sempre restare dove sono felice, quando con me ho tutto ciò che mi occorre per continuare a sognare.
Piera Messinese
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