La seconda giovinezza di Orietta Berti “Tra bandiere rosse e acquasantiere”: intervista ad Orietta Berti

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Orietta Berti, Oriettona, come la definisce Fabio Fazio suo collega in Che tempo che fa, oggi è più in forma che mai. La cantante ha perso 10 kg dopo una dieta. C’è stato per lei un rilancio dal punto di vista professionale. Non solo la partecipazione al Festival di Sanremo, con una delle canzoni più belle, è arrivato il successo verso i teen ager con Mille, brano cantato con Fedez e Achille Lauro, che è in vetta alle classifiche da settimane.

Orietta è ancora una delle artiste di punta del nostro panorama musicale. I suoi brani fanno ballare e cantare migliaia di persone. Simpatica e spigliata, non ha peli sulla lingua quando deve parlare della sua vita privata e dei problemi che l’affliggono.

Ho avuto il piacere e l’onore, di intervistare Orietta Berti.

Tra bandiere rosse e acquasantiere

L’intervista ad Orietta Berti a cura di Angela Amendola

Da poche settimane è uscito “Tra bandiere rosse e acquasantiere”, il nuovo libro di Orietta Berti.

Non è il primo che scrive la Signora Berti: nel 1997 ha infatti pubblicato “La vita secondo Orietta”, libro in cui dispensava consigli, si raccontava e spiegava le sue ricette di cucina.

“Tra bandiere rosse e acquasantiere” è un libro diverso, autobiografico, un libro in cui Orietta si “mette a nudo” raccontando aneddoti, come la prima volta che tagliò i capelli cortissimi e subito dopo si pentì o le volte in cui con il papà andava in processione per il paese, con un cestino pieno di petali da spargere per terra.

E’ un libro che si “divora”, piacevole da leggere perchè si scopre Orietta in un modo nuovo.

Orietta deve il suo nome a Liala, la scrittrice di romanzi rosa amata dalla mamma, a cui piacque il nome della protagonista di un libro.

Orietta Galimberti è nata a Cavriago il 1° giugno del 1943.

La sua carriera discografica inizia da giovanissima, il suo primo 45 giri esce nel 1962.

Il successo arriva nel 1965 quando partecipa a Un disco per l’estate con la canzone “Tu sei quello”.

La prima volta che partecipa al Festival di Sanremo è nel 1966 con la canzone “Io ti darò di più”.

Negli anni successivi salirà molte volte sul palco dell’Ariston, cantando brani che hanno fatto la storia della musica italiana.

Il suo più grande successo arriva nel 1970 ad un disco per l’estate quando ottiene il terzo posto con “Fin che la barca va”.

Ma è impossibile riassumere i tantissimi successi che è riuscita a realizzare nella sua carriera.

Un percorso professionale con oltre 15 milioni di dischi venduti, tour in tutte le parti del mondo dove è amata da generazioni di fan.

Nel corso degli anni ha partecipato anche a diversi programmi televisivi come: Ballando con le stelle, Buona Domenica, Che tempo che fa, Ti lascio una canzone e Ora o mai più e tanti altri.

La sua notorietà non è paragonabile a nessuna delle artiste della musica italiana, Orietta Berti rappresenta uno dei volti più amati e conosciuti.

Chi di noi non ha mai cantato una sua canzone durante una serata tra amici davanti un karaoke, o chi di noi non si è mai svegliato una domenica mattina con la sua voce da usignolo che arrivava dalla radio?

Il suo è un pubblico senza età, è amata da più generazioni.

Orietta è sposata con Osvaldo Paterlini dal 14 marzo 1967, il loro è un grandissimo amore come ce ne sono pochi.

La raggiungo tramite social, come accade ormai in un mondo sempre più tecnologico, e lei accetta la mia richiesta di intervista.

Grazie Orietta sono onorata di poterla incontrare anche se in questo modo un po’ anomalo.

Orietta, come sta Osvaldo? Ogni volta che lei ne parla io mi commuovo …

Diciamo che ha i suoi acciacchi però è stabile grazie al cielo. Ha avuto problemi agli occhi che lo hanno portato a subire 7 interventi chirurgici che ne hanno stabilizzato la regressione provocata dai glaucomi agli occhi, oltre che all’ipertensione che non aiuta il suo stato. Però rimaniamo sempre positivi e la nostra nipotina Olivia ci aiuta in questo…con la sua solarità.

Come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti alla Fiera di San Simone a Montecchio Emilia (RE), il paese di Osvaldo dove vivo da quando mi sono sposata con lui. Pensi che è una Fiera che quest’anno ha festeggiato la 891° edizione. Purtroppo con il Covid19 non sono stati possibile i festeggiamenti. Osvaldo quando ci incontrammo era vestito con un bellissimo trench alla Humphrey Bogart, era molto distinti e serio non era come gli altri ragazzi e mi colpì subito. Lo invitai la settimana seguente a prendere un caffè a casa mia.

Ha un segreto per il suo matrimonio? Così belli e innamorati nonostante gli anni siano passati.

Sicuramente il rispetto reciproco e la capacità di comprendersi, anche nei momenti difficili e di tensione. Avere la capacità di chiarirsi sempre e subito, senza lasciare mai una ambiguità aperta. Io e Osvaldo lavorando insieme abbiamo vissuto a contatto 24 ore su 24…quindi i nostri anni di matrimonio sono stati ancora più intensi.

Che cosa è cambiato per lei ora che da mamma è diventata nonna della splendida Olivia?

Olivia è la gioia della vita… è una bimba splendida, solare, delicata e tanto tenera. In tanti mi dicevano che diventare nonna sarebbe stata una gioia immensa, ancora più che diventare mamma, e in effetti avevano ragione. Per certi versi l’amore che si prova per una nipotina o un nipotino è qualcosa di straordinario, differente che essere mamma…è un amore unico, un affetto esponenziale…una gioia grandissima.

È appena uscito il suo libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere” , come mai questo titolo? Ricorda un po’ i vecchi film di Peppone e Don Camillo.

Perché la mia infanzia e la mia giovinezza le ho vissute a Cavriago e l’atmosfera era proprio quella descritta nei romanzi di Guareschi di Don Camillo e Peppone, e il mio libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere” edito da Rizzoli raccontano proprio questo, oltre alla mia carriera. Pensi che la mia mamma Olga (Anna Vittoria Vitali…ma si faceva chiamare Olga) era una attivista comunista (il fratello era partigiano) e con lei andavo a tutti i cortei di partito, alle manifestazioni femminili per i diritti della donna…e ovviamente al 25 aprile e per il 1 maggio, ricordo le tantissime bandierine rosse di carta che ritagliavamo e che decoravano il paese. Mentre con il mio papà Mafaldo (Mafaldo Galimberti), che era molto credente, andavo a messa e a tutte le processioni religiose…mi ricordo il profumo dei petali di rosa che lanciavamo durante le processioni e la “rugiada di San Giovanni” il 24 di giugno che si “prendeva” per rimanere sani tutto l’anno. Insomma ho avuto un infanzia bellissima, anche se non eravamo benestanti (mia mamma gestiva la pesa pubblica e mio padre commerciava in foraggi) avevamo il necessario per essere felici e la mia famiglia mi ha sempre riempito di tanto amore ed affetto.

Sulle riviste che mostravano la sua bella casa, venivano fotografate le sue bambole. Continua la raccolta o si è fermata?

Diciamo che mi sono fermata…perché nella stanza delle bambole (dedicata alla collezione) non c’è ne stanno più. Però gli amici e gli ammiratori da tutto il mondo continuano ad inviarmene q ualcuna di tanto in tanto per omaggiarmi o per ricordo. Ultimamente sono arrivate dal Texas (Azle) inviate dal mio amico Calogero Di Maria, altre bambole di “Via Col Vento” sempre con abiti bellissimi.

È difficile fare amicizia nel mondo musicale, mi riferisco all’amicizia quella vera e profonda? Ha colleghe diventate Amiche?

Devo ammettere che io e le mie colleghe abbiamo sempre lavorato molto, e durante le manifestazioni (Canzonissima, Sanremo, Disco per l’estate, programmi tv, etc…) non c’era il tempo in passato di frequentarsi. Perché i ritmi erano sempre molto serrati: si arrivava agli studi o in teatro, si registrava o si faceva la diretta e poi si ripartiva, perché il giorno dopo avevi un concerto, una registrazione del disco, uno spot pubblicitari, un tour all’estero. Invece negli ultimi anni con alcune sono riuscita a condividere del tempo durante diverse produzioni tv e devo ammettere che ho riscoperto amiche, amici e colleghe che per anni per impegni reciproci non riuscivamo a frequentare. Per esempio con Ornella Vanoni ci siamo ritrovate ad “Ora o mai più” (Raiuno) qualche anno fa e adesso ci sentiamo sempre settimanalmente per confrontarci e per salutarci. Ma anche con Tony Renis ci sentiamo spesso per telefono, con Red Canzian, con Fausto Leali, etc…con Cristiano Malgioglio ci siamo divertiti moltissimo nel programma di Enrico Papi “Name that tune – indovina la canzone” (TV8) e ci sentiamo settimanalmente. Anche con la cara Iva Zanicchi ci sentiamo spesso…pensi che è stata lei a consigliarmi di scrivere il libro con la Rizzoli.

Fa ancora collezione di camice da notte e guepiere? Playmen» e «Playboy» le chiesero di posare per loro, come mai non ha accettato?

Si la collezione di camice da notte e una delle tante collezioni che faccio, come quella delle scarpe, delle acquasantiere (citate proprio nel titolo del libro), dei puffi e delle borsette. Fa parte della mia personalità, sono del segno dei gemelli. Tanti anni fa mi proposero di posare per tali riviste, ma ho sempre detto di no…sia perché rispetto mio marito e anche perché avrei fatto un torno a lui, come alla mia mamma e a mia suocera posando per delle foto cosi. In tutta franchezza sono molto contenta di aver rifiutato cifre astronomiche all’epoca, perché so di aver fatto la cosa giusta per me e per la mia famiglia.

Che musica ascolta Orietta?

Io ascolto tanta musica, sia per studiare ed allenare la voce, sia perché la musica fa parte del mio modo di essere…non solo del mio mestiere. Come ho sempre fatto con Osvaldo ascoltiamo tutti i generi musicali, da Elvis Presley (di cui ho la collezione intera dei suoi dischi) a Sarah Vaughan, da Mina ai Simply Red, dalla musica classica al bossa nova. Da Frank Sinatra (The Voice…la più bella voce di tutti i tempi) a Lucio Battisti (un genio irripetibile di cui sentiamo molto la mancanza), dal Flamenco (musica che adora mio figlio Otis) al rock dei Kiss (musica prediletta da mio figlio Omar). La musica è bella tutta…ovviamente a volte mi arrabbio perché le radio cercano di unificare tutto ad un unico genere (quello di moda in quel momento). Pensare che abbiamo delle melodie bellissime in Italia…come la musica classica napoletana che ha posto le basi per tutti i generi musicali pop, melodici e non.

Tre aggettivi per descriversi…

Non sono brava nel descrivermi…dovreste chiedere ad Osvaldo.

C’è una canzone non sua che avrebbe voluto cantare?

Beh alcune che mi sono sempre piaciute e che sono legate alla mia carriera sono riuscita ad inciderle, come “Amado mio”, “Grande Grande Grande”, “Se non avessi più te”, “Amami per sempre”…”il mondo”… Direi però “Grande Amore” portata al successo da “il Volo” con la vittoria al Festival di Sanremo e che io ho tenuto nel cassetto per 3 anni. Era un brano che mi aveva proposto il mio agente Pasquale Mammaro, che ha le edizioni della canzone: me la propose per andare a Sanremo, ma io non ne avevo voglia di ritornare e dissi a lui di proporla a Michele Torpedine (agente del Volo) e a Celso Valli (direttore d’orchestra). Mi diede retta e cosi fu…il resto lo sapete.

Ha interpretato centinaia di canzoni, qual è quella che preferisce?

Sono tante le canzoni a cui sono affezionata, perché tutte hanno un significato e rappresentano un momento. “Tu sei quello” è legata ad Osvaldo, come anche “Dietro un grande amore” (scritta da Paolo Limiti) o “Quando l’amore diventa poesia” che ha una melodia bellissima…ma la stessa “Fin che la barca và” che ha venduto tantissimo e che è diventata molto più di una semplice canzone…è oggi una filosofia di vita che descrive perfettamente la capacità di raggiungere la felicità senza “strafare” e senza emulare gli altri.

Le andrebbe di ritornare al Festival di Sanremo?

In tutta franchezza no…rispetto il Festival e il suo palcoscenico, ma oggi non ho tanta voglia di andare…casomai in futuro chi lo sa.

Da chi è formato oggi il pubblico di Orietta Berti? È amata da generazioni, ha saputo rinnovarsi e il pubblico non l’ha mai abbandonata.

E’ un pubblico eterogeneo, bellissimo perché fatto da tante generazioni che mi vogliono bene in tanti modi…ma con un affetto unico…che è la forza per tutti quelli che fanno il mio mestiere. Senza il rispetto e l’amore del pubblico unito alla collaborazione con Osvaldo e al Giorgio Calabrese che mi scoprì come talent scout…oggi non starei festeggiando 55 anni di carriera. A loro dovrò sempre dire GRAZIE.

Nei suoi brani, già all’inizio della sua carriera, ha toccato temi profondi e impegnati. Ha avuto problemi di censura?

Si, tante volte….una che tengo molto a ricordare è per il brano “Tarantelle” scritto da Umberto Balsamo con il quale negli anni ’80 dovevo andare a Sanremo. La censura attraverso la commissione del Festival decise di non ammettere il brano perché il testo della canzone parlava delle tematiche legate alla corruzione politica, denunciava il malaffare…tema che di li a qualche anno, con Tangentopoli, sarebbe “scoppiato” come problema di cronaca e non solo.

Orietta, i vari Talent negli ultimi anni hanno lanciato nel mondo della musica diversi giovani artisti, rivelatisi non meteore. C’è qualcuno con cui le piacerebbe duettare?

Ci sono tanti giovani usciti dai Talent che sono bravissimi artisti, con tecniche eccelse, ad esempio Marco Mengoni. Ma è altrettanto vero che ci sono oggi altri bravissimi artisti che non sono usciti necessariamente dai talent ma hanno fatto la gavetta, per esempio Arisa è molto brava per me. Se dovessi dirti un cantautore con cui duettare in questo momento, potrei dire Tiziano Ferro, lo trovo molto bravo.

Ha sogni nel cassetto o ritiene di aver realizzato tutto quello che desiderava?

Un sogno si…quello di un programma tv tutto mio per raccontare tutta la mia carriera insieme ad amici e colleghi, cantando con la grande orchestra…è un progetto nato da una idea del caro amico Bibi Ballandi (grandissimo produttore e uomo di spettacolo che ci ha lasciato qualche anno fa), lo avremmo chiamato “La festa dell’Orietta”. Chissà che prima o poi non si riesca a realizzare

Come sta vivendo questo particolare momento non felice per il mondo intero? In quarantena le sarà mancato l’abbraccio della sua principessa Olivia. Come si è tenuta in contatto con lei?

E’ dura per tutti, è un momento difficile e dobbiamo stare davvero attenti rispettando le direttive di distanziamento, mascherine e lavarsi spesso le mani. E’ un momento che speriamo possa passare per tutti, per il bene di tutti, per ritrovare insieme la serenità e la normalità. La tecnologia ci ha aiutato in questi mesi, sia per il lavoro (ho scritto il libro Rizzoli grazie anche ad internet e alle videoconferenze, ho registrato un album che uscirà nei prossimi mesi con 20 brani inediti) che per gli affetti grazie alle video chiamate. Però le cose che mi mancano dipiù in questo periodo di pandemia sono: i concerti e il contatto diretto con il pubblico, e gli abbracci dolci e teneri della mia piccola nipotina Olivia…che però compensa mandandomi i “baci” a distanza. E’ un amore.

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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