Il passaporto della schiavitù?

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Il Green Pass, il provvedimento varato dal Governo, è Decreto Legge.

Come noto il Governo ha varato giovedì scorso, durante la riunione del Consiglio dei Ministri, il Decreto Legge per il contenimento dell’emergenza Covid-19, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore, venerdì 23 luglio.
Adesso il Parlamento avrà tempo ”i classici” 60 giorni per convertirlo in Legge.

Il Green Pass (Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID) è la certificazione nata su proposta della Commissione Europea per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione Europea durante la pandemia di COVID-19.
Dal 1 luglio la “Certificazione Verde Nazionale” (CVN – valida per un anno) vale anche come “EU Digital COVID Certificate” e rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Ue e dell’area Schengen.

Il regolamento approvato dal Parlamento Europeo, prevede che gli Stati dell’UE non possano imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di tali certificati – come quarantena, autoisolamento o test – a meno che “non siano necessarie per salvaguardare la salute pubblica”.

La CVN è digitale e stampabile, contiene un QR Code ed un “sigillo elettronico di garanzia”.
In Italia, viene emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

Cosa attesta il green pass?

La CVN attesta una delle seguenti condizioni:
• aver fatto la vaccinazione anti COVID-19,
• essere negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore,
• essere guariti dal COVID-19 negli ultimi sei mesi.

Come si ottiene il green pass?

Sono stati previsti più canali:
• il sito “Digital green certificate” (www.dgc.gov.it), gestito dalla società Sogei,
• il Fascicolo Sanitario Elettronico,
• tramite le App Immuni o Io,
• rivolgendosi ai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacie.

E fin qui tutto pare normale.

Peraltro Draghi non poteva non recepire le “indicazioni” della Commissione Europea essendo lui stesso “uomo ben noto e addentro proprio alle Istituzioni Europee”… (aggiungerei e meno male per “noi italiani”).

Già “noi italiani”, popolo che sempre più appare “un universo di galassie alcune delle quali davvero folcloristiche”.

Ho visto – di recente – in una manifestazione dei cosiddetti “no-vax”, un cartello che recita:
NO AGLI PSEUDO-VACCINI INUTILI DANNOSI E… MAGNETICI!!! NON SIAMO CAVIE.
A parte l’italiano (uno pseudo vaccino è di per sé inutile. Dannoso? Normalmente lo si definisce tale dopo una verifica scientifica sui dati statistici circa effetti collaterali e conseguenze. MAGNETICI…ecco questo è l’aspetto “più caratterizzante, direi lungo il filone della Terra piatta” e magari con monetine che si attaccano al braccio dopo la somministrazione del vaccino. 

Il presunto «complotto dei Big Pharma»

Anche se non assorbono tutto il movimento, le tesi complottiste si sono conquistate “una certa fama”, confluendo nel cosiddetto «negazionismo» sull’esistenza del virus in sé e sulle manovre che lo avrebbero generato.
Gli argomenti utilizzati contro la vaccinazione anti-Covid, si rifanno a quelli che hanno alimentato fin dalle origini l’avversione ai farmaci: dai dubbi sulla efficacia e la validazione «scientifica» dei vaccini alla convinzione che la «verità» sugli effetti negativi venga nascosta o soppressa dall’establishment medico e politico, per arrivare al macro-filone degli interessi economici coltivati sotterraneamente da alcune industrie.
In questo caso i sospetti non possono che ricadere sui cosiddetti Big Pharma, i colossi della farmaceutica, accusati di aver favorito la pandemia per lucrare sulla produzione di vaccini.

Ma a quelle che possono essere anche “opinioni derivanti da sospetti più o meno accettabili ma sempre da verificare” si aggiungono altri scenari “indubbiamente stravaganti” e che – purtroppo – godono a tutt’oggi di una certa popolarità.
È il caso del presunto coinvolgimento di magnati come il miliardario di origini ungheresi George Soros o del fondatore di Microsoft Bill Gates, accusato di aver ordito l’intera pandemia per impiantare dei micro-chip magnetici attraverso l’iniezione di vaccini.
L’ipotesi del complotto di Gates si sovrappone a un’altra tesi legata alle reti 5G, accusate di propagare il virus e che proprio i «chip via vaccino», ideati da Gates, servano al controllo della popolazione proprio attraverso le reti 5G.

Adesso (non per dire) ma chi scrive ha una laurea in ingegneria elettronica presa al Politecnico di Torino con tesi – manco a dirlo – in sistemi di propagazione elettromagnetica e, sebbene la scienza e la tecnologia facciano passi da gigante, qui affermo che una antenna “non è in grado di spruzzare materiale organico” e quindi virus e batteri…e confesso che mi vergogno pure un poco a precisarlo!

Ma chi sono i no vax: non solo complottisti ma anche medici

Il no ai vaccini o all’obbligo di vaccinazione riunisce tendenze e persone diverse, dai teorici delle «congiure» di Big Pharma alla rivendicazioni di libertà costituzionali dei medici.
Ho voluto quindi dare una occhiata alle varie pagine Facebook di questi “personaggi”.
Alcuni post promuovono libri sulla «libertà di (non) vaccinarsi» come quello del giurista Alessandro Attilio Negroni e del candidato a sindaco di Bologna Andrea Tosatto, altri molto più radicali, divertenti e complottisti, sono davvero al limite della violenza verbale e sicuramente della fantasia più sfrenata.

Ma il fenomeno include, anche, gruppi o singoli che non hanno nessuna intenzione di inquadrarsi come anti-vaccinisti e motivano il proprio no ai farmaci con appelli alla libertà di scelta o all’obiezione di coscienza.
Gli esempi vanno dalle migliaia di operatori sanitari contro l’obbligo vaccinale alla titubanza di fasce della popolazione che non si ritengono sufficientemente documentate per affrontare la somministrazione, per arrivare a coloro che rifanno al diritto a ricevere o meno un farmaco.

Una questione più sfumata, ma quella forse meno censurabile, è quindi quella del rifiuto dell’obbligo vaccinale e non del vaccino in sé.

Il caso più eclatante è stato il rifiuto opposto nelle varie regioni da una minoranza di operatori sanitari (ma sempre tanti), vincolati dal decreto 44 del 9 aprile 2021 a sottoporsi al vaccino come requisito «essenziale» per esercitare la propria professione. L’imposizione dell’obbligo, e le sanzioni minacciate a chi lo infrange, ha scatenato una battaglia legale che incassa adesioni in crescita fra medici, infermieri, operatori sanitari, ma anche farmacisti, veterinari, psicologi e altre figure contemplate dal testo dello scorso aprile.
A oggi circa 2.500 professionisti, difesi dall’avvocato Daniele Granara, hanno presentato ricorso a vari TAR fra Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto. «E i numeri si stanno ampliando», sottolinea Granara.
E purtroppo il bacino non manca, se si considera che sono oltre 42mila i professionisti che non hanno ancora ricevuto una prima dose.

Ma vorrei provare a dare una mia opinione in tal senso anche se in rete troviamo già una miriade di testi confezionati ad hoc, dove il DL viene criticato, elencando presunte violazioni della Costituzione, della Carta europea dei Diritti e delle Libertà Fondamentali, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, eccetera.

Tutto questo, a mio modesto avviso, appare pretestuoso.

Il Decreto Legge sul Green Pass resterà in vigore fino al 31 dicembre 2021. Secondo l’articolo 77 della Costituzione dovrà essere convertito in Legge dal Parlamento nei tempi previsti.
Entro cinque giorni dall’entrata in vigore ogni ordine professionale interessato dovrà trasmettere gli elenchi dei suoi lavoratori – in ambito sanitario – alla Regione di riferimento, cosa che potrebbe forse creare dei problemi dal punto di vista burocratico.

Quella sul Green Pass è una disposizione che NON obbliga i cittadini a vaccinarsi ma costituisce una condizione per poter accedere a determinate attività, di fatto “incoraggiandoli” a vaccinarsi appena possibile; questo ha fatto (ri)emergere questioni esclusivamente politiche…e io direi va bene, non vaccinarti, ma se non sei vaccinato non puoi stare a contatto con persone fragili come i malati…

Formalmente, le critiche al Green Pass poggiano sull’assunto che sia di per sé sbagliato obbligare i cittadini (e i medici) a vaccinarsi, limitando le loro libertà se non intendono farlo. La battaglia politica riguarderebbe quindi solo il primo aspetto, quello dell’obbligatorietà: mentre nulla sappiamo (anche perché finora nessuna forza politica lo ha dichiarato apertamente) se esista una divisione anche sull’opportunità di vaccinarsi o meno.

Dove non arrivano le dichiarazioni esplicite della politica, spesso aiutano i sondaggi.

E torna molto utile, a tal proposito, un’inchiesta realizzata a maggio dall’istituto Demos.

In quel sondaggio venivano chieste agli intervistati entrambe le cose: sia se fossero orientati a vaccinarsi, sia cosa pensassero di un eventuale obbligo vaccinale. Risultato: solo l’11% si è dichiarato non disponibile a vaccinarsi, mentre quasi il doppio (18%) si è detto contrario all’obbligatorietà.
Secondo un’altra ricerca (REsPOnsE Covid-19 – Università degli Studi di Milano) a giugno (quell’11 era diventato solo) un 13% degli italiani ha dichiarato di essere poco o per nulla propenso a vaccinarsi.
Si tratta di un dato più che dimezzato rispetto al dicembre 2020, quando con la campagna vaccinale in partenza tale percentuale era al 30%.

Ma, come spesso – purtroppo – accade, il dato interessante dei sondaggi riguarda l’orientamento dei vari elettorati.
Da questa analisi è emerso infatti che tra gli elettori dei due partiti più scettici sul Green Pass (Lega e Fratelli d’Italia) sono più numerosi sia coloro che non intendono vaccinarsi (il 22% degli elettori leghisti e il 16% degli elettori di FdI) sia i contrari del tutto all’obbligo vaccinale (il 20% degli elettori del Carroccio e il 23% di chi voterebbe FdI).

La contrarietà dei leader di questi due partiti verso forme anche estremamente “lievi” di obbligo vaccinale (come appunto il Green Pass) si spiegherebbe non tanto con la necessità di attrarre un fantomatico “elettorato No Vax” di cui capita di leggere in talune analisi poco basate sui dati, quanto bensì con il timore di perdere una quota di elettori scettici rispetto sia al vaccino sia all’obbligo vaccinale che in questi partiti è sì minoritaria, ma comunque più consistente che negli altri elettorati.

Giorgia Meloni farà il vaccino: “Sì mi vaccino, non sono no vax, non sono contraria ai vaccini», le sue parole. Ma allo stesso tempo ha detto che non ha intenzione di vaccinare la figlia: «Non sono contraria a vaccinarmi, ma se mi chiedi di vaccinare mia figlia, neanche in catene…”.

Il “peso politico” dei contrari al vaccino è quindi minoritario, e probabilmente insignificante sul piano puramente elettorale.

Per questo, è verosimile che nessuno tra i principali partiti prenda apertamente posizione a favore di chi non vuole vaccinarsi, fantasisti, complottisti o medici che siano.

Molto più conveniente spostare il discorso sulla “libertà di scelta” e sposare la tesi dello scetticismo nei confronti dell’obbligo vaccinale, tesi condivisa da un numero ben superiore ai cittadini (circa 2 su 10)…

E io mi chiedo:
“Ma la politica non dovrebbe “educare” i cittadini e non solo limitarsi “a sponsorizzarne le tesi” in cambio di qualche voto, anche a costo di “raccattare personaggi folcloristici”?”.
E come diceva mio nonno Teo:
“Le persone intelligenti già sanno loro che fare”…

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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