Tecnologia barocca ovvero “confezioni monouso”

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Green, ecologia, ambiente, clima, … sono fra le parole più sentite di questo ultimo decennio.
Da un lato.

Dall’altro crisi, economia, lavoro, disoccupazione, PNRR e bonus vari…

Ed infine pandemia, vaccini, Figliuolo, green pass, no vax e virologi sotto scorta…

Si tratta di un puzzle di difficile composizione specie quando, come accade in chi mostra un disagio mentale sulla base di un approccio alla realtà di tipo cognitivo e comportamentale sbagliato, l’Umanità pare abbia perso quasi completamente il contatto con la sua vera Natura…beh se importiamo virus da pipistrelli forse qualcosa va rimesso al suo posto!

Chi, ad esempio, pensa che tutto il mondo, tutti gli esseri umani possano essere onesti e rispettosi, potrebbe avere una quantità di delusioni tali da indurlo a ripiegare su di sé dubbi, autocritiche e ad alla fine disagi e conseguenze psico-somatiche.

Come mi capitò di vedere un poco di tempo fa in TV; alcuni giovani ragazzi “si punivano tagliandosi le braccia con lamette” per il fatto di essere sovrappeso e di attirare quindi lo scherno “dei normali”…oppure ricordate i suicidi del gioco delle balene (Blue Whale Challenge: si chiama così il “gioco” che ha portato un sacco di giovani alla morte)?

Ma anche ieri sera in TV…orde di ragazzotti che bloccano gente a passeggio nel centro di Roma e giù mazzate su mazzate!

Oppure a Bologna, personaggi frustrati che arrivano dalle periferie, per la serie “annamo a far casino …ahò“… 

Il mondo è quello che è e cambiarlo è complicato per il semplice fatto che non esistono “gli uomini” o “le donne” ma esistono Domenico, Chiara, Katja, Amir, Mike, Kim,… che hanno vissuto le loro culture, convinzioni e tradizioni in Sud Africa, Finlandia, Canada, Cina,…se poi mettiamo insieme una generazione di ragazzi rimasti chiusi in casa per colpa di un virus, maschi peraltro a disagio nei confronti “delle nuove donne”… la questione diventa rabbiosa, spinosa se non addirittura psichiatrica.

E quindi?

Quindi cambiare un cellulare ogni 3 anni solo perchè ha 10 videocamere grandangolo, si piega e magari alla bisogna fa pure il caffè sulla base di un comando vocale, alla fine pare quasi un “effetto somatico” di chi ha perso il contatto con la vera natura di quell’oggetto e farlo capire a Domenico, Chiara, Katja, Amir, Mike, Kim,… non è facile!

E non bastano auto green, proteste e cartelloni…ecc…perchè il sistema socio-economico che viviamo è strutturato in questo modo.

In Basilicata sono stati creati molti stabilimenti pwer la produzione di oggetti in plastica. Per esempio una nota catena di supermercati del Nord aveva creato uno stabilimento ad hoc per la produzione di contenitori di plastica per alimenti per tutti i supermercati del gruppo. Adesso hanno chiuso…i contenitori di plastica non interessano più come prima e tutti quei lavoratori sono adesso a disoccupati…cosa succeessa di recente anche ad uno stabilimento dell’indotto Stellantis di Melfi.

Che faranno? In realtà c’è davvero poco da fare.

Occorre rendersi conto che un lieve cambiamento comporta grosse variazioni in uin sistema economico rigido come il nostro.

Era il 1907 quando il chimico belga Leo Baekeland ottenne per condensazione tra fenolo e formaldeide la prima resina termoindurente di origine sintetica, la Bakelite, che brevetterà poi nel 1910.

Dura, colori intensi, nera, verde… tanti la ricorderanno di certo… anche un poco pesante.
Poi fu la volta del Moplen, ovvero del polipropilene isotattico inventato negli anni cinquanta dal chimico italiano Giulio Natta. L’invenzione gli valse il Premio Nobel per la chimica nel 1963.

Antenati del Moplen, oltre alla Bakelite, la Pareskina, inventata da un inglese e la Celluloide, inventata da un americano e poi il PET.

Col Moplen inizia l’epoca de “o’ capill o’ capllar”, personaggio che animava la mia infanzia attraversando le strade del mio paese tutto ricoperto da bacinelle colorate in Moplen che barattava con i capelli delle donne, utili per fare parrucche, e con oggetti vari “dal sapore antico”…

Una bacinella ammaccata di metallo da scambiare con una moderna bacinella colorata in Moplen… prime fragature!

Il materiale nato per costare poco, essere igienico, democratico, colorare il mondo, far giocare tutti i bimbi anche i più poveri, … alla fine è diventato una fregatura, un vero killer che ha già iniziato a distruggerlo, il mondo.

Già perché il problema non è la bottiglietta di acqua minerale che galleggia sul mare di Senigallia quanto quelle piccole particelle di plastica a cui si riducono buste, borse e “cineserie varie” che poi, inghiottite dal merluzzo, finiscono nello stomaco del nostro bimbo.
La plastica è utile? Certo come buona parte delle invenzioni dell’homo sapiens.
Ma quando diventa barocca?

Quando per assicurare il lavoro a tante persone, tutti in fabbrica, tutti a produrre, il PIL s’alza,… diventa “barocca” ovvero assume forme “disumane” come quella della confezione monouso, inquinamento puro, bottigliette prodotte a raffica in nome della “piena occupazione” utili una sola volta, nate per vivere un “sol giorno da leone” e poi vagare, una volta svuotate, nei mari del Mondo.

Ed ecco il puzzle…
Green, ecologia, ambiente, clima, … da un lato.
Dall’altro crisi, economia, lavoro, disoccupazione…

Lavatrici nate per durare 5 anni… e poi? Il gas che sale di prezzo come se niente fosse (sto proprio adesso pagando una bolletta del gas esattamente doppia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a parità di consumi)…mah!
Cumuli di cellulari ormai inutili di cui si riutilizza solo il 13 % dei materiali di recupero. Auto elettriche con batterie GREEN…

Attenzione alle parole quando rischiano di diventare unicamente slogan pubblicitari: una batteria da 60 kWh per un’auto elettrica di medie dimensioni, richiede circa 160 kg di materiali e metalli tra cui litio, cobalto, nickel, grafite, manganese, alluminio, rame… tutti materiali rari.

Ed infine, macabra ciliegina su una torta marcia, la pandemia a ricordarci che questo stile di vita deve essere rifondato completamente, altro che andare su Marte per scavare alla ricerca proprio di quei metalli utili a produrre batterie d’auto fin d’ora spacciate per GREEN…ma lo immaginate un Marte scavato in modo intensivo, nuovo Eldorado per nuovi minatori alla ricerca del nuovo oro?

Bene…se un pianeta cambia massa dopo qualche decennio TUTTO IL SISTEMA SOLARE DIVENTA COME UN BIGLIARDO CON PALLE CHE SE NE VANNO OGNUNA PER CONTO LORO.

L’intero sistema – infatti – non sarà più in equilibrio dato che ogni pianeta “non stà lì dov’è perchè incollato col Vinavil” ma solo perchè il “gioco delle rispettive forze di attrazione e repulsione” lo fa stare lì proprio dove si trova!

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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