Siamo fuori di testa…

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A volte capita di sedersi alla scrivania con “la voglia matta di riflettere per capire come raccontarsi” ancora nei giorni che saranno.
Raccontarsi, ovvero continuare a “scrivere il racconto di se stessi”.
E per fare questo un ruolo fondamentale ha “il sogno” ovvero “quel senso, piccolo o grande” che ogni essere umano tende a dare alla propria esistenza…o almeno quasi tutti.
E a volte capita che proprio durante un qualsiasi viaggio in auto nasca una chiacchierata che apparentemente sembra una “indagine” fatta per comprendere “come un trentenne degli anni ‘20” intenda interpretare la propria esistenza.
In realtà è una sorta di verifica, di autoanalisi, un tagliando della propria di esistenza.
La prima domanda che io mi sono sempre posto è “come possa un individuo farsi ricordare”, non per vanità ma con sentimento, con sano rispetto, con ammirazione… facendo qualcosa, inseguendo un sogno nei decenni di vita concessagli data per scontata l’inevitabile dipartita finale.
Attenzione… senza necessariamente dover realizzare grandi cose ma semplicemente “raccontando un viaggio di vita” che possa essere esempio positivo, stimolo, linea guida per altri.
È ho scoperto che però questo approccio non è che sia particolarmente diffuso.
È a riprova di ciò basta guardare le notizie che ogni giorno ci “piovono addosso” da tutto il mondo.
In sostanza non serve illudersi di vivere in un “mondo a cinque stelle” quando si è letteralmente circondati da “spazzatura e stranezze”.
Per dirne qualcuna scorrendo una qualsiasi rassegna stampa o con l’orecchio al TG:
Oggi ricorre il 29mo anniversario della “strage di Capaci”, esplode il vulcano Nyiragongo, il repubblicano Santorum viene “scaricato” dalla CNN per commenti razzisti, in Cina 21 morti durante una manifestazione sportiva nella “foresta di pietra” a causa di una bufera, “solo 125” vittime in Italia causa coronavirus nelle ultime 24 ore, noto “manager farmaceutico” abusa di una (una?) studentessa dopo averla narcotizzata, bimbo si spara accidentalmente in testa con la pistola carica del padre Carabiniere e, proprio mentre scrivo, il TG 1 lancia la notizia di una funivia cascata in Piemonte con almeno 9 morti, … beh passa la voglia!!!
Qualcuno – saggio – afferma:
_“ Ma tanto è sempre stato così solo che adesso, coi potenti mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, tutti sanno tutto e magari anche troppo”…
E quindi, per tornare a quel viaggio in auto, ho chiesto a quei “giovani trentenni degli anni ‘20” quali fossero i loro sogni, se avessero “grandi ideali”, che “fuoco ardesse dentro” per lasciare “ai posteri” un loro segno.
Bene.
Una mi ha risposto che preferisce stare coi piedi per terra e quindi consolidare il suo posto di lavoro, fare carriera, avere una bella casa proprio “come piace a me”, mettere a frutto i suoi studi, costruire una famiglia e avere dei figli.
Uno mi risposto che vorrebbe “fare il giro del mondo” ma non per “bighellonare” ma per continuare a studiare, per conoscere, approfondire, vivere “dal vero” ogni angolo del Pianeta e magari, raccontarlo agli altri.
Allora ho pensato:
_”Ma come si può solo pensare di mettere su famiglia, cosa bella ovviamente, senza fare anche qualcosa per dare un futuro pulito (in tutti i sensi) ai propri figli?”.
E poi:
_”Fare il giro del mondo per vedere quanta plastica hanno disseminato attorno alle piramidi degli Aztechi in Messico?”.

L’impegno civile è fondamentale.

E l’impegno civile ha un unico, importante, luogo: “la politica dell’esempio”.
Occorre far politica e fare politica senza troppe parole ma “vivendo direttamente” l’esempio che si propone agli altri di seguire per raccogliere il loro consenso.
E, come diceva mio nonno ferroviere…chi ha testa la usi, ovvero è una precisa responsabilità di ogni giovane che ha un reale talento, quello di metterlo in gioco non solo per se stesso ma a vantaggio di tutti, non fosse altro per impedire a “presunti dotti, medici e sapienti” di salire nei Palazzi del Potere per rovinare ancora e ancora tutte le latitudini di questo Mondo.
E sono contento perchè ho capito come debbo raccontarmi ancora, ovvero come continuare a “scrivere il racconto di me stesso”:

occorre fare di tutto per far capire a ragazze e ragazzi che hanno talento, che è un loro preciso dovere quello di usarlo ed usarlo per gli altri e non solo per loro stessi…anche – magari – rimanendo un “poco rock” e perché no, anche un poco (ma poco) “FUORI DI TESTA”…

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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