Sculacciate, servono o si potrebbero evitare?

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Quando si parla di educazione verso i figli, molti son convinti che dare “sculacciate” serva all’insegnamento, a portarli sulla retta via.

Ma nessuno si rende conto forse che tutto questo influenza lo sviluppo del cervello di un bambino.

Uno studio dell’Università di Harvard svolto dai ricercatori ha rivelato che i bambini che hanno ricevuto sculacciate hanno una risposta neurale in più regioni della corteccia prefrontale del cervello, zone che influenzano il processo decisionale e che rispondono a tutti i segnali che tendono ad individuare risposte a episodi come ad esempio le minacce.

Questo studio è stato condotto su 147 bambini di età fra i 10 e gli 11 anni che hanno ricevuto sculacciate.

Durante la risonanza magnetica e all’osservazione di immagini di attori con espressioni paurose si è notata l’attività cerebrale del bambino.

La ricercatrice Katie A. McLaughlin, a fine studio è arrivata alla conclusione che “tutti i bambini che ricevono violenze corporali hanno più probabilità di sviluppare disturbi come ansia, depressione e vari problemi di salute mentale”.

Quando si pensa a dare una pacca sul sedere del bambino si pensa sempre che sia un bene, per far capire al bambino che una determinata cosa è sbagliata, così che lui possa immagazzinare tutto e non ripetere più lo stesso errore.

Ma se ci soffermassimo davvero a pensare a cosa potrebbe causare, forse ci penseremmo più volte prima di utilizzare le mani.

Cosa comporta dare schiaffi, a parer nostro, inoffensivi?

  • Aumentano l’incertezza di essere amati, cosa fondamentale nella crescita di un bambino.
  • Insegnano la violenza, i bambini apprendono molto dai comportamenti degli adulti.
  • Creano angoscia, in quanto il bambino tenderà a pensare alla punizione futura.
  • Generano vendetta col passare del tempo.
  • Distruggono la sensibilità.
  • Distruggono l’empatia.

E questi sono solo alcuni dei danni che creano…

perché così facendo un bambino penserà che la violenza faccia parte dell’amore, che la negazione delle proprie emozioni sia una cosa sana, che le punizioni servono ad apprendere meglio… tutto errato!!!

Questo atteggiamento si riverserà nell’adulto del domani. Egli riverserà, quando sarà il suo turno, tutta la sua frustrazione, tutto ciò che ha subito sul prossimo, si interesserà ad attività che includano atti violenti, inizierà a provare odio verso chi non gli piace e obbedirà sempre a qualunque forma di violenza, perché ormai è abituato così, perché ha immagazzinato l’idea che quel trattamento è la strada giusta avendolo già provato da persone che dicevano di amarlo.

Ma voglio concentrarmi anche su una tendenza che spopola, soprattutto tra i più giovani.

Questa tendenza viene chiamata Spanking (che significa proprio sculacciare), che prevede delle punizioni fisiche durante l’atto sessuale.

È un gioco di ruoli dove la persona dominante punisce il sottomesso attraverso delle punizioni fisiche che avvengono con le mani o con uno strumento. È provare piacere nel dare o prendere uno schiaffo, delicato o più violento per riscaldare l’atmosfera e rendere tutto più focoso.

Lo spanking è un momento di trasgressione, ma esso provoca davvero piacere?

Come abbiamo già detto, la sculacciata può essere di diversa intensità.

Questa pratica per molto tempo è stata definita una patologia che richiedeva delle cure psichiatriche. Mentre, ad oggi, la psicologia lo definisce solo come un gioco sessuale.

È una pratica relativamente nuova, che di frequente si è affermata come un gioco.

Nello spanking le sculacciate avvengono sui glutei. Avviene un gioco di ruoli dove il dominante procura questa punizione fisica al sottomesso ed entrambi provano piacere.

Come possiamo ben notare, in diversi campi o situazioni le sculacciate vengono messe in atto. Ma sono realmente utili?

Le due cose potrebbero essere correlate? E se il meccanismo dello Spanking fosse scaturito da qualcosa che ha a che fare con le sculacciate prese da bambini?

Cosa ne pensate in merito?

Giulia Trio

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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