Perché la morte di una persona famosa alcune volte ci tocca molto da vicino?
La morte di un VIP, che sia per noi un idolo o no, ci fa dispiacere certo ma, in genere, sempre un pochino di meno rispetto alla morte di una persona vicina, di un conoscente reale, di uno di famiglia che ha condiviso parte della sua esistenza con noi.
La morte è un evento che destabilizza sempre e comunque tutti, anche se sappiamo che non tutte le morti sono uguali.
A dimostrare ciò, basta pensare, ad esempio, che la maggior parte delle persone non sta male quando dall’altra parte del mondo una catastrofe naturale ha messo fine alla vita di tanta gente…si prova dispiacere certo…
Ma non è cinismo il nostro, è soprattutto un meccanismo protettivo verso noi stessi.
Se dovessimo sentire sempre con la stessa intensità il dolore della morte di una persona, magari sconosciuta rispetto a chi non lo era, non riusciremmo più a fare nulla, saremmo sempre più annichiliti da tanto dolore.
Non tutte le persone “sconosciute sono però così sconosciute” allo stesso modo.
Forse perchè pensiamo che chi è famoso e ha avuto tutto dalla vita, non può andarsene così “senza dare un preavviso”.
Ha un posto nell’Olimpo degli intoccabili e chi vive nell’Olimpo è come un dio e dovrebbe per questo vivere in eterno.
Quando muore un VIP, ci possiamo sentire coinvolti per tante ragioni ed anche perché scopriamo che nulla ci protegge e che davanti alla morte, alla fine, siamo tutti uguali e inermi.
E ci rendiamo conto con consapevolezza che quella persona conosciuta, seppure solo tramite uno schermo, faceva parte del nostro mondo, del nostro quotidiano, come nel caso di Raffaella e da un certo momento non ci sarà più.
Quello che si affronta è il dolore, più o meno intenso, non tanto della sua quanto della nostra perdita.
I sentimenti della perdita che noi percepiamo davanti la morte di un VIP amato, sono un insieme di dolorose emozioni, di pena, rabbia, rimpianto, vuoto.
Alcune di queste emozioni ci travolgono come ondate e ci lasciano sopraffatti, altre sembrano radicarsi e persistere in noi, a lungo nel tempo.
Raffaella Carrà sapeva che quella maledetta malattia, il carcinoma al polmone, l’avrebbe portata via.
Così aveva lasciato disposizioni per la sua morte, facendo una scelta ben precisa; ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per le ceneri.
La Carrà sarà dunque cremata.
Tantissimi applausi dai balconi, i fiori rigorosamente gialli, il suo colore preferito, e tanta tanta commozione.
Roma oggi pomeriggio ha abbracciato per l’ultima volta Raffaella Carrà.
Una folla di amici, di fan, tanti giornalisti e fotografi ha accompagnato il carro funebre.
Attraverso una Roma afosa, i romani e i fan di tutta Italia si stanno recando a darle l’ultimo saluto.
Il corteo ha fatto tappa nei luoghi simbolo della RAI, la sua seconda famiglia.
Ma notizia di poche ore fa è che si cerca di “sporcare la morte di Raffaella” con notizie riguardanti inquietanti retroscena.
Raffaella Carrà è morta in seguito ad un suicidio assistito?
E’ l’inquietante retroscena che il giornalista Adinolfi, cerca di far passare per verità.
Secondo le notizie ufficiali, Raffaella Carrà è morta in una clinica a Roma Nord, Villa del Rosario.
Per il giornalista Mario Adinolfi in realtà le cose non stanno così.
Tanti i dubbi sul luogo della morte ed il leader del Popolo della Famiglia ha scritto:
“Perché nessun giornale scrive dove è morta Raffaella Carrà alle 16.20 di lunedì pomeriggio?”…
Da qui si è scatenato un vero putiferio.
Più che chiara l’allusione all’eutanasia, ma in realtà molti hanno rivelato che la star è morta nella clinica di Roma Nord.
Ma Adinolfi vuole le prove.
Angela Amendola