Desueto indica ciò che è caduto in disuso; quali racconti potrebbero essere fuori moda?
Cominciamo con il precisare che le fiabe che raccontiamo oggi, comprese quelle dei cartoni animati, sono più antiche di quanto si possa immaginare.
Da una ricerca accademica, considerato il fatto che la tradizione sia antecedente la scrittura, si può affermare che la fiaba più antica, sia databile oltre a seimila anni fa ed è classificata con il titolo:”Il fabbro e il Diavolo”.
Una grande ricerca e raccolta, a dimostrazione della tradizione orale, è quella fatta dai fratelli Grimm all’inizio dell’ottocento, mentre in Italia, il lavoro maggiore di raccolta e censimento delle fiabe è quello fatto da Italo Calvino, in “Fiabe Italiane”
“…io credo questo: le fiabe sono vere. Sono prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminìo delle coscienze contadine fino a noi”.
Italo Calvino prefazione delle “Fiabe Italiane”
In effetti la fiaba è una spiegazione generale della vita, a cui non appartengono solo elementi lieti e incantati, ma anche parti cruente, che nel tempo, fortunatamente, sono state ammorbidite, proprio per la categoria a cui è destinata, ovvero quella infantile.
Quindi il proposito è di ricordare obiettivo e forma del contenuto: un messaggio chiaro e delicato adatto all’età del lettore.
Nel periodo di pandemia e chiusura che ci ha coinvolto, non solo è stato dato spazio a racconti vecchi e nuovi per intrattenere i più piccoli, bensì è stata rivalutata la mitologia, con versioni riadattate: dal mito di Amore e Psiche a Le dodici fatiche di Ercole.
Divinità, eroi, creature incantate e mostruose, un nuovo modo di riportare in uso tradizioni accantonate.
Non limitiamoci ad osservare la nostra immagine riflessa come Narciso, rischiando di essere inghiottiti dall’acqua, stimoliamo la nostra curiosità e voglia di scoprire, anche con la ricerca di “fiabe desuete”, che ritorneranno a prendere vita magicamente una volta cominciata la lettura.
Simona Trunzo
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