Pronti a costruire l’Italia di domani?

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L’Ecofin approva il PNRR dell’Italia da 191,5 miliardi: circa 25 miliardi del Recovery arriveranno già tra fine luglio-inizio agosto.
Si parte! Pronti a costruire l’Italia di domani? 

Via libera anche ad altri 11 Paesi UE: ecco i primi esborsi.


Dopo la vittoria calcistica l’Italia festeggia quindi un altro successo: il piano di rilancio e resilienza del governo Draghi ha avuto anche l’ultimo via libera dall’Ecofin e il Paese si prepara ad accogliere la pioggia di fondi senza precedenti del Recovery Fund.

Sono 191,5 i miliardi di euro che arriveranno nei prossimi cinque anni, e a breve, nella casse del Tesoro, arriveranno i primi 25 miliardi in un unico versamento.

Se il via libera dei Ministri dell’Economia europei era scontato, non lo era l’assenza di discussioni nel merito dei piani, tutti approvati senza nessun commento da parte dei presenti.

Un piano “epocale”, quello italiano, che in 5 anni cambierà il nostro Paese, aumenterà del 3,6% la crescita, ridurrà lo storico divario tra Nord e Sud ed avrà un impatto di 16 punti di Pil al 2026; per il Mezzogiorno fino a “24 punti percentuali”.

Le risorse complessive stanziate per finanziare il piano sono in totale circa 248 miliardi di euro:

• 191,5 provenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza dell’Ue;
• 30,6 miliardi da un Piano nazionale complementare del governo;
• 26,0 ulteriori miliardi da destinare a opere specifiche stanziati entro il 2032;
• infine il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, che porterà altri 15,5 miliardi.

Insomma, si tratta di un piano enorme, senza precedenti nella storia, organizzato in modo da cambiare davvero il futuro dell’Italia.

Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2.
L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla pandemia.
Le prime chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il primo Paese dell’UE a dover imporre un lockdown generalizzato.

Per questo c’è molto da fare e da fare in “MODO NUOVO”.

Tutti i Ministeri dovranno correre: la Pubblica Amministrazione vedrà cambiare le regole per reclutamento e concorsi, le carriere, la formazione, la digitalizzazione, e avrà a disposizione “1,67 miliardi tra fondi PNRR e fondi strutturali per mettere davvero al centro la competenza e la professionalità”.
Mentre la Giustizia, con la recente riforma, sarà impegnata a rivedere l’intero sistema per tagliare i tempi dei processi, a partire da quelli  civili, al fine di eliminare uno dei freni più potenti all’attività economica.

Altre riforme importanti e “parte integrante della ripresa” saranno anche quella del Fisco e, come già detto, quella della Pubblica Amministrazione. Quest’ultima sarà strutturata su quattro ambiti: assunzioni e concorsi, buona amministrazione, rafforzamento delle competenze e digitalizzazione.
È prevista anche una “semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni” e una importante opera di “abolizione delle norme che non aiutano la concorrenza”.

Ma gli obiettivi del Recovery Plan sono “ambiziosi” in tutti gli ambiti, dalla banda ultralarga, che dovrà raggiungere 8 milioni e mezzo di famiglie, altre 9mila scuole e 12mila ospedali, al riciclo della plastica, che a fine piano dovrà arrivare al 65%, allo spreco dell’acqua che andrà ridotto almeno del 15%…
Risultati che per essere ottenuti avranno bisogno di interventi sulla regolazione che in parte, come nel caso delle TLC, arriveranno con la legge sulla concorrenza.

Gli obiettivi che l’Italia punta a raggiungere con le misure contenute nel PNRR sono:

ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;
raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana dallo 0,8% all’1,6%, in linea con la media UE;
aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL;
far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE;
portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%;
innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale;
ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici;
aumentare l’aspettativa di vita in buona salute;
migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica;
ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani;
migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati;
rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici;
promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari;
garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.

Il Governo ha predisposto uno schema di Governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia.

Questa struttura supervisiona l’attuazione del Piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti.

Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono strutture di valutazione e di controllo. Le Amministrazioni saranno invece responsabili dei singoli investimenti ed invieranno i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale.

Il Governo costituirà anche delle Task Force locali che potranno aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure.

Il PNRR è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese.

In particolare, il piano nazionale di ripartenza e resilienza prevede un incremento sia dell’occupazione femminile che di quella giovanile.

Due indicatori che vedono il nostro Paese ben al di sotto della media europea.
Il documento stima nel 4% l’incremento al 2026 dell’occupazione delle donne e nel 3,3% l’aumento di quella dei giovani.

Con la recente approvazione in Consiglio dei Ministri del Decreto Reclutamento – definito come il “terzo pilastro” per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – può quindi partire anche il progetto dell’atteso Portale Reclutamento PA, il già ribattezzato “LinkedIn italiano” che servirà a gestire i concorsi e il conferimento degli incarichi della Pubblica Amministrazione.

Andando più nel dettaglio, sul nuovo portale ogni cittadino potrà monitorare i bandi concorsuali delle amministrazioni su una mappa interattiva georeferenziata, registrarsi (attraverso SPID, CIE e Carta Nazionale dei Servizi), inserire il proprio curriculum vitae attraverso un form apposito, inviare le domande di partecipazione ai concorsi, pagare le tasse previste attraverso PagoPa e seguire tutte le procedure di selezione, dall’avvio fino alla pubblicazione delle graduatorie finali.

Ulteriori funzionalità riguarderanno poi la gestione di modalità di reclutamento diverse da quelle ordinarie, come i tirocini formativi, le procedure fast track previste dal PNRR o le esperienze di mobilità tra amministrazioni UE (a cominciare dal Blue Book Traineeship).

Il Dipartimento della Funzione Pubblica fa sapere che questa nuova piattaforma di reclutamento sarà operativa a partire da settembre per andare a regime, con il rilascio del sistema e la migrazione verso il cloud, entro il 2023 ed opererà in due fasi: la prima riguarderà i concorsi pubblici per le assunzioni a tempo determinato legate al PNRR, poi si procederà con l’implementazione di tutti i concorsi pubblici ordinari.

Si partirà subito con un concorso pubblico per il reclutamento di 500 unità di personale non dirigenziale a tempo determinato (per un periodo anche superiore a 36 mesi, ma non eccedente la durata di completamento del PNRR, e comunque non oltre il 31 dicembre 2026) necessarie per la realizzazione del sistema di coordinamento istituzionale, gestione, attuazione, monitoraggio e controllo del PNRR.

Nel Decreto Reclutamento si legge ancora che all’interno del Portale verranno istituiti due ulteriori elenchi dedicati ai Professionisti:

1. uno per professionisti ed esperti, per il conferimento incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo;
2. uno per personale in possesso di un’alta specializzazione per l’assunzione con contratto di lavoro subordinato, a tempo determinato.

Per quanto riguarda i professionisti e gli esperti iscritti agli Albi, l’inserimento sul Portale Reclutamento sarà vincolato al possesso di determinati titoli di qualificazione professionale.

Inoltre, per raggiungere una platea ancora più ampia, il Dipartimento della Funzione pubblica attiverà una partnership anche con LinkedIn “per amplificare le occasioni di lavoro nella Pubblica Amministrazione e raggiungere in maniera mirata i professionisti che lavorano in Italia e nel mondo”.

Adesso pare proprio non manchi nulla se non lavorare tutti e bene per spendere i fondi a disposizione presto, con competenza ed onestà…

IN QUESTA OCCASIONE – PER FAVORE – “NON FACCIAMOCI RICONOSCERE”!

PS: Abbiamo o no vinto la Coppa Europa con un ammirevole gioco di squadra?

Informazioni e dati presi dal web. 

Clicca il link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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