Il 3 Luglio moriva Paolo Villaggio.
Sicuramente uno dei più grandi comici italiani, Villaggio non può essere rinchiuso nella sola identificazione con Fantozzi.
Paolo Villaggio: non solo Fantozzi.
L’attore deve la sua popolarità maggiormente al personaggio dello sfortunato ragioniere, ma parlare di Paolo Villaggio è anche richiamare alla mente grandi registi come Federico Fellini che lo volle ne La voce della luna (1990), o Lina Wertmuller per cui interpretò l’irresistibile maestro di Io speriamo che me la cavo (1992).
LA SCUOLA DI GENOVA.
Pochi sanno inoltre il grande legame tra Villaggio e il mondo musicale di Genova.
L’attore collaborò con il grande Fabrizio De André nella scrittura di testi meravigliosi in cui raccontano la loro vita nei vicoli della città.
Erano quelli gli anni sessanta del cambiamento, anni di rottura col passato e popolati da personaggi iconici come Bruno Lauzi, Tenco o Gino Paoli. Da questa rottura inizia l’amore di Villaggio per il teatro e il trasferimento a Roma.
Genesi fantozziana.
Qui oltre che l’attore svolge anche un lavoro di scrittore di racconti presso un giornale di Roma. È proprio in mezzo a questi racconti che nasce il personaggio Fantozzi. Il primo libro uscì nel 1974 ed ebbe un grande successo anche internazionale. Un successo che convinse molti a portare sullo schermo le strampalate vicende del ragioniere.
Come non affezionarsi a questo uomo medio dall’animo spezzato e inespresso, bullizzato e mobbizzato sul lavoro o altrove quando non completamente ignorato?
Come non commuoversi quasi nella sua tragica sottomissione nei confronti di tutti quelli con cui vive e lavora?
Solo la moglie viene da lui dominata, relegata però ad un asservimento troppo infelice e che quindi non riesce ugualmente a conferirgli gioia.
Lassù in alto sul gradino più alto della scala fantozziana sta poi la Sig. Na Silvani, miraggio di un amore tanto desiderato quanto totalmente idealizzato.
La Maschera comico-drammatica dell’indimenticabile ragioniere, con la sua iconica canottiera bianca, venne celebrata nel 2017 nel bel docu film di Marco Sesti: La voce di Fantozzi. Qui il regista parla dell’attore, della sua genialità e di questa sua maschera universale.
Paolo Villaggio: Filmografia drammatica.
Ma la poetica di Villaggio si esprime anche svestendo i panni del ragioniere ed entrando nel mondo onirico del Maestro Fellini.
Nel 1990 ne La voce della luna l’attore interpreta Gonnella, prefetto in pensione che non accetta la vecchiaia e che vede complotti ovunque. Con lui c’è Ivo ( Roberto Benigni), ragazzo poetico con cui iniziano un viaggio tra le pianure ascoltando la voce della luna.
Il film regalò a Villaggio il David di Donatello, svincolandolo dal ruolo di Fantozzi e mostrando il suo spessore drammatico.
Nel 1992 Io speriamo che me la cavo rappresenta un ulteriore salto.
Villaggio interpreta qui il maestro Michele Sperelli, trasferito a Napoli in una scuola fatiscente. I suoi bambini hanno tanti problemi e non frequentano molto la scuola. Qui Sperelli ritroverà un senso più vero al suo lavoro.
Anche questo film offrì a Villaggio la possibilità di uscire dal profilo solo comico per mostrare al pubblico le grandi e varie potenzialità interpretative di questo straordinario attore, uno dei più grandi che il cinema italiano ricordi.
Sandra Orlando
[…] Ho sempre avuto un carattere forte, fin da piccola – dice oggi di sè Lina Wertmuller. […]