Pan de Oro e Pan de Toni

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Nel periodo natalizio molti sono i dolci che non possono mancare assolutamente in tavola.

Due di questi sono il Pandoro e il Panettone.

Sapevate che inizialmente non erano questi i loro nomi? In principio si chiamavano Pan de Oro e Pan de Toni.

Nascono in due periodi differenti: il Panettone presso la corte di Ludovico il Moro nella seconda metà del 1400, il Pandoro a Verona verso la fine dell’Ottocento e la loro storia ha dato vita a delle vere leggende.

STORIA DEL PANETTONE.

Il Panettone è di origine rinascimentale.

La storia inizia durante un bel pranzo organizzato da Ludovico il Moro, insieme alle sue autorità ed i nobili milanesi. Lo chef di corte si era impegnato nella realizzazione del miglior menù da settimane; non ci fu niente di imperfetto se non per il dolce carbonizzato in forno.

Lo chef andò nel panico, non aveva a disposizione gli ingredienti per poterlo rifare. Ad aiutarlo ci pensò il suo garzone di Toni, che gli propose una torta preparata con gli avanzi del dolce preparato prima, cioè uova, burro, farina, delle scorze di cedro e limone.

Una volta finito, lo chef lo assaggiò e rimase stupito dalla bontà, così tanto da portarlo alla cena per farlo assaggiare ai commensali.

Tutti rimasero impressionati.

Quando il Duca chiamò lo chef per chiedere il nome di tale delizia lui rispose: “L’è el pan de Toni”.

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STORIA DEL PANDORO.

Nato dalla famiglia Melegatti in Piazza dei Signori nel 1894, grazie a Domenico Melegatti, così pensiamo tutti noi.

In realtà la creazione di questo dolce è da attribuire ad un altro pasticcere, Giovanni Battista Perbellini, il quale aveva imparato l’arte pasticciera a Vienna.

Arrivato a Vienna iniziò a lavorare nella pasticceria di Domenico Melegatti portando con sé la sua esperienza in questo campo goloso.

Giovanni Battista Perbellini riuscì, grazie ad uno stampo di peltro, a dare una forma rialzata al dolce Nadalin già esistente (un dolce molto semplice fatto con poco lievito, con burro, granella di mandorle sopra, zucchero a vela e con una forma a stella) e lo chiamò Offella.

Ben presto questo dolce andò a ruba, creando il malcontento dei signori Melegatti, proprio perché questo dolce non portava il loro nome.

Un illuminato pittore veronese, Angelo d’all’Oca Bianca, trasformò l’Offella in Pandoro. Chiese di allungare la forma per renderla più elegante e raffinata durante le feste e che fossero eliminati i pezzi di mandorle e lo zucchero in cottura. Ecco che nasce il Pan de Oro.

Perbellini, nel 1894, fu cacciato dalla famiglia Melegatti che gli regalò come buona uscita una casa a Bovolone, lontano dalla loro città.

Facendo così fu proprio Domenico Melegatti a prendersi il merito per la nascita del Pandoro, tanto che nel suo palazzo in Corso Portoni Borsari ha fatto scolpire nel tufo due forme di pandoro per sostenere il cornicione (anche se Perbellini continuò a produrre l’Offella come suo marchio distintivo e come prova della nascita del Pandoro).

Siete più amanti del Pandoro o del Panettone?

Per anni non ho saputo dire no al Panettone, ne andavo matta. Da qualche anno a questa parte impazzisco per il Pandoro, tanto da averlo comprato prima del mese di dicembre (sarà forse il quarto, ma shhh… non diciamolo a nessuno!).

Giulia Trio

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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